• Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
Il Foglio
  • Abbonati
  • Il Foglio AI
  • La guerra in Ucraina
  • Medio oriente
  • Podcast
  • Editoriali
  • Leggi il Foglio
  • Newsletter
  • Lettere al direttore
Il Foglio
  • Politica
  • Esteri
  • Chiesa
  • Bioetica e diritti
  • Giustizia
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Salute
  • Scuola
  • Cinema
  • Scienza
Abbonati
Leggi il foglio
  • Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
  • Gran Milano
  • Roma Capoccia
  • Il Foglio europeo
  • Un Foglio internazionale
  • Terrazzo
  • Una Fogliata di Libri
  • Il Figlio
  • Mobilità
  • Agrifoglio
  • Rubriche
  • Conosci i foglianti
  • Lettere al direttore
  • Le vignette di Makkox
  • Gli articoli del direttore
  • Gli articoli di Giuliano Ferrara
  • Il Foglio Arte
  • Il Foglio della Moda
  • Podcast
  • Editoriali
  • Iscriviti alle newsletter
  • Stage al Foglio
Conosci i foglianti
  • 1
  • ...
  • 250
  • 251
  • 252
  • ...
  • 266

Vive la France

Dietro al “no” di Parigi all’Iran ci sono un tic francese, l’assenza americana e un patto saudita

“Ni isolée ni suiviste”, ha detto ieri il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, spiegando lo stop voluto da Parigi all’accordo sul nucleare iraniano a Ginevra. Non sono isolati ma non seguono il gregge, i francesi, e così il mondo s’è capovolto: i falchi americani, messi tutti in un unico calderone neocon dal Monde, festeggiano la decisione francese ritmando “Vive la France”, mentre le colombe boicottano le french fries – tutto il contrario di quel che accadde con la guerra in Iraq, insomma.

12 NOV 2013

Obama ignora il vestito blu di Morsi

L’abbiamo intravisto, Mohammed Morsi, soltanto nel filmato ufficiale della tv di stato egiziana, erano vietate riprese e smartphone al primo giorno del processo in cui l’ex presidente islamista dell’Egitto è l’imputato principale. E’ accusato di aver incitato i suoi ad atti di violenza e omicidio durante le proteste di quasi un anno fa, quelle del 4 dicembre del 2012 di fronte al Palazzo presidenziale (otto vittime, di cui almeno quattro della Fratellanza, un po’ azzardata come accusa): rischia la pena di morte, se va bene l’ergastolo.

04 NOV 2013

Operazioni clandestine

Lo strano caso del Nobel per la Pace Obama e dei suoi “crimini di guerra”

C’è stato un momento in cui si parlava soltanto di droni: erano l’unico strumento certo della politica estera americana, poco democratico ma molto efficace, un programma abbastanza clandestino da piacere a un presidente che tende a non assumersi grandi responsabilità se non in caso di grande consenso, ma comunque utile quando dà la possibilità di dichiarare che “la leadership di al Qaida è stata decapitata”. Poi a un certo punto il drone è diventato un problema per Barack Obama, un problema legale e un problema morale, e stop, non se n’è più parlato.

23 OTT 2013

Casa Yellen

Janet Yellen adora la “cafeteria” della Federal Reserve. Quando fu nominata nel board della Fed nel 1994, le fu detto che andare in mensa non era adeguato al suo status, ma lei se ne infischiò: “Mangiare lì con il mio staff è un buon modo per capire che cosa pensano le persone, che cosa hanno in testa”, spiegò. La verità è che in quella cafeteria aveva conosciuto, nel settembre del 1977, il suo futuro marito: fu amore a prima vista, nel giugno dell’anno successivo erano già sposati, lo sono ancora, anzi oggi sono la “power couple” dell’establishment economico americano – e mondiale.

10 OTT 2013

Il presidente, la tv, la pizza e la stagista. Nostalgie pop di shutdown vissuti

C’è un video che risale allo shutdown americano del 1995, in cui John Boehner, deputato conservatore dell’Ohio con occhi irresistibili, rispondeva al comunicato con cui il presidente Bill Clinton annunciava l’impossibilità di trovare un accordo con i repubblicani sul budget: “Lo stato è diventato troppo grande e troppo costoso – diceva Boehner – e non possiamo più stare a guardare, e vedere che i nostri figli sono condannati alla bancarotta. Questo non è il momento di giocare a golf, come ha fatto ieri il presidente, questo è il momento di tornare indietro”.

03 OTT 2013

La Merkel non è la Thatcher

Le donne al potere hanno il problema di essere donne e come tali di dover sottostare ai paragoni tra donne. Sarà che sono poche, sarà che sono tutte toste (“iron” vi dice qualcosa?), sarà che con i cliché si riempiono articoli con il minimo sforzo, ma ci sono alcune comparazioni che, per quanto affascinanti, non reggono. Per esempio: Angela Merkel non è come Margaret Thatcher. Si potrebbe dire che le piacerebbe, ma non sarebbe giusto nei confronti della cancelliera tedesca che ha mostrato forza e coerenza straordinarie, un profilo basso per una determinazione alta, ma ancora: non è come la Thatcher.

28 SET 2013

Un Obama “incredibilmente piccino”

Ieri era l’11 settembre, il dodicesimo anniversario dell’attacco alle Torri gemelle a New York, ed era anche il compleanno di Bashar el Assad, quarantotto anni, e chissà che feste a Damasco per lo strike scongiurato (per ora), e soprattutto per l’accartocciamento della leadership occidentale in diretta tv con il discorso di Barack Obama sulla guerra un po’ giusta e un po’ no in Siria. L’offensiva mediatica del presidente americano – in due giorni sei interviste televisive, lo speech, una quantità inusitata di retroscena che colano stordimento: anche i grandi esperti dell’obamismo sembrano pugili suonati – è quanto di meno offensivo si potessero augurare Assad e i suoi alleati.

12 SET 2013

I due burocrati

L’interventismo liberal è rimasto nelle mani tremolanti di Hollande e Kerry

Ora che Barack Obama ha deciso di chiedere l’appoggio del Congresso per un’azione in Siria, non gli resta che ottenerlo, quell’appoggio, perché se arriva un no, uno sgarbo plateale, il presidente americano è destinato a non riprendersi più. Ecco che la Casa Bianca ha iniziato un “massive, member-by-member lobbying surge”, come lo definisce Mike Allen di Politico, briefing su briefing, tutti devono sapere che le operazioni siriane s’hanno da fare, non certo e non più per salvare vite umane, quanto piuttosto per salvare la legacy obamiana. Leggi anche   Test missilistico nel Mediterraneo orientale - Raineri Obama chiede i superpoteri - O’Bagy Sul fronte della guerra siriana

03 SET 2013

Lo scontro al Cairo

L’Egitto contro il “fascismo religioso”

In Egitto è in gioco l’identità del paese contro “il fascismo religioso” dei Fratelli musulmani, dice al Foglio l’ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, l’occidente dovrebbe esplicitare una posizione chiara e sostenere questa trasformazione, “il progetto dell’occidente con i Fratelli musulmani è fallito”. Helmy ha i toni affabili di un diplomatico di lungo corso – quello in Italia è il suo ultimo incarico, ci dice la sua segretaria, aspettando l’ambasciatore in una delle sale della splendida sede di Villa Savoia a Roma – ma quando si parla del governo dei Fratelli musulmani non risparmia parole dure.

31 LUG 2013

Il peso di Obama

“Abbiamo da sempre un buon rapporto con i generali egiziani – ha detto il democratico Richard Durbin, numero due del Senato americano, domenica a ‘This Week’ – Ma dobbiamo chiarire all’Egitto, così come abbiamo fatto con la Libia e la Siria, che sparare sul proprio popolo è inaccettabile da parte di chiunque”. In realtà la soglia dell’accettabilità, per l’America, è ben più in là di dove la posiziona il senatore Durbin, ma quel che più è grave è che nessuno sta ascoltando le “chiarificazioni” di Washington.

30 LUG 2013
  • 1
  • ...
  • 250
  • 251
  • 252
  • ...
  • 266
Il Foglio
  • Privacy Policy
  • Contatti
  • Pubblicità
  • FAQ - Domande e risposte
  • RSS
  • Termini di utilizzo
  • Change privacy settings
Torna All’inizio