• Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
Il Foglio
  • Abbonati
  • Il Foglio AI
  • La guerra in Ucraina
  • Papa Leone XIV
  • Podcast
  • Editoriali
  • Leggi il Foglio
  • Newsletter
  • Lettere al direttore
Il Foglio
  • Politica
  • Esteri
  • Chiesa
  • Bioetica e diritti
  • Giustizia
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Salute
  • Scuola
  • Cinema
  • Scienza
Abbonati
Leggi il foglio
  • Il Foglio di Oggi
  • Il Foglio Weekend
  • Il Foglio Sportivo
  • Il Foglio Review
  • Il Foglio AI
  • Gran Milano
  • Roma Capoccia
  • EuPorn
  • Un Foglio internazionale
  • Terrazzo
  • Una Fogliata di Libri
  • Il Figlio
  • Mobilità
  • Agrifoglio
  • Rubriche
  • Conosci i foglianti
  • Lettere al direttore
  • Le vignette di Makkox
  • Gli articoli del direttore
  • Gli articoli di Giuliano Ferrara
  • Il Foglio Arte
  • Il Foglio della Moda
  • Podcast
  • Editoriali
  • Iscriviti alle newsletter
  • Stage al Foglio
Conosci i foglianti
  • 1
  • ...
  • 250
  • 251
  • 252
  • ...
  • 261

Oggi sposi, in chiesa gay friendly

Il matrimonio dovrebbe essere aperto a tutti, indipendentemente dal sesso, le partnership civili sono una conquista, ma non abbastanza, perché il matrimonio prevede un impegno diverso, ben più profondo, ben più serio. E deve essere celebrato in chiesa, laddove le chiese si rendano disponibili. E’ questa la sintesi del pensiero di “Freedom to marry”, un gruppo formato da diciannove politici conservatori britannici: gli esponenti più noti sono il sindaco di Londra, Boris Johnson, e il ministro dell’Istruzione, Michael Gove.

11 DIC 2012

I will try to fix you

Non c’è solo nero nel futuro dei giornali

Prima pagina a lutto, testata che perde i pezzi – letteralmente: alcuni caratteri sono accasciati sul fondo della pagina – una scritta su due righe, “alla fine tutto nero”, e dentro una foto con tante teste chinate, pelate, capellute, femminili, maschili, bionde, rosse, castane. Scusateci. Scusateci per i soldi perduti, per i consigli non ascoltati, per le critiche e gli orari di lavoro disumani, scusateci se oggi chiudiamo. Dopo dodici anni, il Financial Times edizione tedesca ha salutato ieri i lettori con un numero storico che raccoglieva articoli, dibattiti, un divano con su tanti giovani che leggono giulivi il Ft Deutschland, ricordo dei bei tempi andati.

08 DIC 2012

Un soldo per non restare soli

La storia di Bitcoin sembrava già finita nel luglio del 2011, dopo appena tre anni di vita. Doveva essere la soluzione all’enigma che da sempre opprime il mondo di Internet: creare una valuta digitale, conveniente, non tracciabile, libera da orpelli molto reali (e spesso anche molto utili) come i governi e le Banche centrali: negli anni Novanta i Cypherpunk, crittografi libertari, ne fecero una malattia della valuta digitale.

07 DIC 2012

E in autunno l’inglese Osborne lanciò l’austerità permanente

Se il cancelliere dello Scacchiere britannico, George Osborne, avesse potuto evitare l’“Autumn statement”, l’avrebbe fatto volentieri e sarebbe stato, come la maggior parte degli inglesi ieri, a leggere e spettegolare su quell’infermiera che, pensando di parlare con un funzionario di Buckingham Palace, ha spifferato al mondo che Kate, duchessa di Cambridge, è incinta, forse di due gemelli, e ha nausee mattutine fuori dalla norma (il burlone era australiano, ci sarà lo zampino dei Murdoch, che con i reali hanno parecchi conti in sospeso). Leggi La sorpresa del 2013 sarà il “mini-boom” degli Stati Uniti di Stefano Cingolani

06 DIC 2012

Sopravvivere al mostro

"Hillary è un mostro. E’ disposta a fare qualsiasi cosa, la guardi e dici ehi, ma quanto è falsa, tutta questa disonestà la rende davvero sgradevole”. Era il marzo del 2008, le primarie per il candidato democratico alla Casa Bianca erano in corso, Hillary Clinton contro Barack Obama, e una signora irlandese (arrivata in America a nove anni, nel 1979, perché sua madre voleva divorziare da suo padre, ma in Irlanda non si poteva) con i capelli lunghi rossi, gli occhi verdi e le lentiggini se ne uscì con questa cosa del mostro.

01 DIC 2012

La crisi europea non è finita

Un calcio arriverà, Mr Cameron: meglio da Merkel o dai Tory?

I commentatori inglesi vanno pazzi per “55 days”, una pièce teatrale che dal 18 ottobre scorso va in scena all’Hampstead Theatre e che racconta lo scontro tra Carlo I e il Parlamento finito con la decapitazione del re, davanti al Palazzo di Whitehall. Era il 1649, ma i pundit britannici ci vedono molte analogie con l’oggi, tanto che ripetono: andate a vederlo, andate a vederlo, c’è poco tempo, fino a sabato e poi basta (sul sito c’è un bel “sold out”, forse gli appelli sono stati ascoltati, forse la pièce è davvero bella, anche se gli onesti ammettono che è una lezione di storia serrata, nella pausa mangi molti zuccheri, gli attori sono bravissimi ma pare di intendere che noi continentali non ci capiremmo un bel niente, e non sarebbe l’unica cosa che ci sfugge, sul Regno Unito).

21 NOV 2012

“L’austerità è per masochisti”. Tina celebra il funerale di Newsweek

Tina Brown si è seduta con Michael Kinsley e ha celebrato il funerale di Newsweek sulle pagine del magazine New York. Tina Brown è la direttrice del settimanale che dal 2013 non sarà più nelle edicole (è molto di più naturalmente, è la signora che ha reinventato Vanity Fair, che ha restaurato il New Yorker, che ha scritto il libro definitivo su Lady Diana, che ha inventato il Daily Beast, che sta lavorando a un “biopic” su Hillary Clinton, che si siede a bere il caffè alla mattina con il marito e “leggiamo i nostri giornali”, e quel nostri va inteso in senso letterale) e lui è uno che ha capito le news on line con tempismo da pioniere: fondò Slate nel 1995.

20 NOV 2012

La Right Nation non ha un presidente

La bestia sonnecchiava, ferita, e Barack Obama l’ha stuzzicata, infastidita, provocata. E la bestia s’è risvegliata. Eccola qui, la Right Nation, quel miscuglio di patria, religione, valori non negoziabili, terra e pancia che compongono l’anima conservatrice dell’America e che per oltre trent’anni ha dettato l’agenda politica americana. L’ingresso di Obama alla Casa Bianca ha sancito il restringimento della Right Nation, che “non era più mainstream”, come dice al Foglio Adrian Wooldridge. Leggi Mr President, ecco a che punto siamo con l’Iran di Daniele Raineri

06 NOV 2012

Murdoch sulla riva del fiume

Prendete i vostri soldi e andatevene, non m’importa nulla, non siete obbligati a rimanere, ma se scegliete di restare, piantatela con le lamentele e i piagnistei e le pretese: qui comando io, è casa mia, la News Corp. è e resterà di un Murdoch. “Quando compri un’azione, sai di che azienda è. E se l’azienda non ti piace, allora non comprare le azioni”, ha detto Rupert Murdoch, tycoon ultraottantenne, alla fine dell’incontro con gli investitori, la settimana scorsa.

24 OTT 2012

Lo strike di Israele all’Iran piomba nelle fiction, ma c’è un elemento di realtà

Israele ha attaccato cinque siti nucleari iraniani, un obiettivo non è stato completamente distrutto, le strutture erano troppo sotto terra, ci vogliono armi più potenti, i bunker-buster giusti, ma soltanto Washington può fornirle a Israele, e il presidente non vuole. “Tocca a me”, dice il vicepresidente, che inizia a far pressioni sul segretario alla Difesa. Intanto la piazza islamica brucia bandiere, israeliane e americane.

13 OTT 2012
  • 1
  • ...
  • 250
  • 251
  • 252
  • ...
  • 261
Il Foglio
  • Privacy Policy
  • Contatti
  • Pubblicità
  • FAQ - Domande e risposte
  • RSS
  • Termini di utilizzo
  • Change privacy settings
Torna All’inizio