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Quant’è bravo Obama con i gesti teatrali

Sui simboli, Barack Obama non ha rivali. L’ha confermato in questi giorni, affrontando Vladimir Putin sulla questione dei diritti degli omosessuali, gettando una luce sulle fobie russe, e mandando a rappresentare l’America alle Olimpiadi di Sochi due atlete gay – nessun membro del governo e nessun membro della famiglia presidenziale. “Rappresenteranno il meglio dell’America, diversità e lavoro di squadra”, ha detto Obama, sottolineando le diversità con la Russia, che non sono meramente strategiche o geopolitiche, ma sociali e culturali. De Biase Putin si libera di un po’ di imbarazzo umanitario prima dei Giochi di Sochi

20 DIC 2013

Senza Thatcher non si diventa Blair

"God, she is so strong”, disse Tony Blair uscendo da un incontro con Margaret Thatcher, tre settimane dopo essere stato eletto per la prima volta primo ministro del Regno Unito, nel 1997. Le aveva telefonato per farsi dare consigli sulla Bosnia e sulla Nato, avevano fissato un appuntamento, e Blair era uscito dalla chiacchierata, ancora una volta, ammirato. Questo dettaglio è contenuto nei diari di Alastair Campbell, spin doctor di Blair e stratega del New Labour: la conquista del potere, raccontata giorno per giorno dall’indulgente Campbell, è anche la storia di come Blair ha maneggiato l’eredità dell’ex premier conservatore Margaret Thatcher.

16 DIC 2013

Perché Obama non può ignorare l’omicidio del “tecnico” di Hezbollah

C’è stata un’esecuzione, a Beirut, nella notte tra martedì e mercoledì. Hassan al Laqqis, uno dei comandanti militari di Hezbollah, è stato avvicinato mentre era sulla sua auto, tornava dal lavoro attorno a mezzanotte, nel distretto Hadath, a sud di Beirut, ed è stato colpito alla testa con una pistola col silenziatore, secondo la versione riportata dalla Reuters. Pare che un colpo sia stato sufficiente. “Un’operazione professionale”, ha dichiarato Hezbollah ieri mattina, roba da israeliani, insomma.

05 DIC 2013

Un Tory “alieno” chiede più liberalismo e il fuoco amico lo stende

Nick Boles è uno dei guru del conservatorismo britannico, un uomo mondano e con le idee chiare, esponente del cosiddetto “Notting Hill Set”, quel gruppo di “modernizzatori” che fanno capo al premier David Cameron, e fondatore del think tank Policy Exchange, che ha diretto fino a qualche anno fa. E’ apertamente gay, si è ritirato dalla vita pubblica quando gli è stato diagnosticato il linfoma di Hodgkin, ma una volta guarito si è candidato ed è diventato parlamentare e oggi serve nel governo di Cameron.

24 NOV 2013

Un po’ di Kennedy lo volevo anch’io

Lo confesso: sono una “Kennedy junkie”. Se c’è scritto “Kennedy”, io leggo. Qualunque cosa. Con il cinquantesimo dell’assassinio di John Kennedy in arrivo (era il 22 novembre del 1963, venerdì è il gran giorno), sono quasi impazzita. Persino il mio direttore, che non tollera gli anniversari, men che meno questi che grondano buonismo e prevedibilità da ogni dove, ha avuto pietà di me, e ha lasciato che mi sfogassi. Ho addirittura letto i 101 tweet messi insieme dal morente Newsweek.

20 NOV 2013

Il segno meno della Francia

A Hollande “Mr. 15 per cento” non resta che coccolarsi Paul Krugman

Non bastavano i berretti rossi dei bretoni, da ieri nelle piazze di Francia ci sono anche i gilet gialli, indossati dai genitori e dagli insegnanti che hanno scioperato contro la riforma scolastica voluta dal ministro dell’Istruzione Vincent Peillon. Tanti colori, tanti simboli, tante insofferenze e un unico bersaglio: il presidente François Hollande con il suo governo guidato da Jean-Marc Ayrault. Le conseguenze sono già quantificabili in quel 15 per cento di consensi che, secondo l’ultimo sondaggio, è rimasto attaccato all’inquilino socialista dell’Eliseo, un altro record negativo della V Repubblica.

15 NOV 2013

Vive la France

Dietro al “no” di Parigi all’Iran ci sono un tic francese, l’assenza americana e un patto saudita

“Ni isolée ni suiviste”, ha detto ieri il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, spiegando lo stop voluto da Parigi all’accordo sul nucleare iraniano a Ginevra. Non sono isolati ma non seguono il gregge, i francesi, e così il mondo s’è capovolto: i falchi americani, messi tutti in un unico calderone neocon dal Monde, festeggiano la decisione francese ritmando “Vive la France”, mentre le colombe boicottano le french fries – tutto il contrario di quel che accadde con la guerra in Iraq, insomma.

12 NOV 2013

Obama ignora il vestito blu di Morsi

L’abbiamo intravisto, Mohammed Morsi, soltanto nel filmato ufficiale della tv di stato egiziana, erano vietate riprese e smartphone al primo giorno del processo in cui l’ex presidente islamista dell’Egitto è l’imputato principale. E’ accusato di aver incitato i suoi ad atti di violenza e omicidio durante le proteste di quasi un anno fa, quelle del 4 dicembre del 2012 di fronte al Palazzo presidenziale (otto vittime, di cui almeno quattro della Fratellanza, un po’ azzardata come accusa): rischia la pena di morte, se va bene l’ergastolo.

04 NOV 2013

Operazioni clandestine

Lo strano caso del Nobel per la Pace Obama e dei suoi “crimini di guerra”

C’è stato un momento in cui si parlava soltanto di droni: erano l’unico strumento certo della politica estera americana, poco democratico ma molto efficace, un programma abbastanza clandestino da piacere a un presidente che tende a non assumersi grandi responsabilità se non in caso di grande consenso, ma comunque utile quando dà la possibilità di dichiarare che “la leadership di al Qaida è stata decapitata”. Poi a un certo punto il drone è diventato un problema per Barack Obama, un problema legale e un problema morale, e stop, non se n’è più parlato.

23 OTT 2013

Casa Yellen

Janet Yellen adora la “cafeteria” della Federal Reserve. Quando fu nominata nel board della Fed nel 1994, le fu detto che andare in mensa non era adeguato al suo status, ma lei se ne infischiò: “Mangiare lì con il mio staff è un buon modo per capire che cosa pensano le persone, che cosa hanno in testa”, spiegò. La verità è che in quella cafeteria aveva conosciuto, nel settembre del 1977, il suo futuro marito: fu amore a prima vista, nel giugno dell’anno successivo erano già sposati, lo sono ancora, anzi oggi sono la “power couple” dell’establishment economico americano – e mondiale.

10 OTT 2013
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