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Non chiamatelo partito dell'amore

Il bacio di Lamourette insegna che in politica tutto è possibile

Accadono cose, in certi momenti della storia e delle nazioni, come piccole e un po’ folli epifanie, che sembrano per incanto avere il potere di trasformare di segno le cose, di tramutare l’odio in amore. Qualche tempo dopo il bacio della morte a Monsieur Foulon de Doué, nell’estate del 1792 la situazione della Francia era ancor più burrascosa. Il fronte cedeva agli invasori, Lafayette aveva già cambiato bandiera, il re tramava in segreto per la vittoria dell’Austria e il prezzo del pane, fieno o non fieno, aumentava a dismisura. Ma soprattutto la politica.

11 GEN 2010

The Scrooge of the year

Consolo è il vice Scrooge dell'anno perché se ne vuole andare ma poi “resta chi a Milàn”

Non se ne vogliono andare. Come nell’indimenticabile fiction con Turri Ferro antesignana dell’epopea dei bamboccioni, Vincenzo Consolo, intermittente dello sdegno come una luminaria natalizia, l’ha già fatto dozzine di volte. Da quando esistono il centrodestra la seconda Repubblica, diciamo. Periodicamente, l’inconsolabile cantore delle pietre di Pantalica annuncia che fa le valigie.

23 DIC 2009

Libero Ratzinger in libera chiesa

“Come possiamo essere realisti e pratici, senza arrogarci una competenza politica che non ci spetta?”. Il quesito posto ai suoi interlocutori nella Sala Clementina è per Benedetto XVI esattamente “il problema di una laicità positiva”. Ossia quello di “trovare la strada piuttosto stretta tra una semplice teoria teologica e un’immediata azione politica”. Il Papa ha approfittato dell’incontro di fine anno con la Curia romana per ribadire ai vescovi e al clero i fondamenti della sua  visione della politica.

21 DIC 2009

La letterina di Maurizio Crippa sui ritardi dei treni

21 DIC 2009

La Milano amara di Berlusconi non è quella che lavora, è quella snob

Non si aspettava che una cosa del genere potesse succedere proprio nella sua Milano. De relato, la sintesi di Lino Banfi dello stato d’animo di Silvio Berlusconi è forse la più utile per individuare il seme dell’odio che sta avvelenando Milano. Quel “fetido clima” che a Giampaolo Pansa fa sentire “puzza di anni Settanta” e che mercoledì pomeriggio ha fatto trovare all’Università Bocconi un pacco bomba, due chili di dinamite con una rivendicazione anarchica.

19 DIC 2009

La letterina di Maurizio Crippa scritta per il sito

14 DIC 2009

Istruzioni per evitare agli scrittori figuracce ambrosiane

Sapessi come è strano leggere Roberto Saviano a Milano

Almeno Luciano, il protagonista della “Vita agra” di Bianciardi, che al suo paese faceva il responsabile delle iniziative culturali di una miniera, era venuto su con l’idea di vendicare i morti di un incidente sul lavoro. Bum. Ma poi Milano, si sa, è città tentacolare, t’imbriglia con la sua industriale e come i tenori che in partenza prendono la nota troppo alta si finisce con l’amante, la carriera e i fagiani che arrivano dal paese.

13 DIC 2009

Il Codice Dionigi

La location. Eh, la location è tutto. Non fa promesse sull’ambientazione del prossimo romanzo, ma “certamente Milano ha i requisiti adatti per il suo spessore storico, artistico e architettonico. Dovremo aspettare e vedere”. Se Dan Brown decide di ambientare il prossimo libro qui dalle parti di Ambrogio, e dato che ci mette di solito i suoi bei sei anni per partorire il topo, anche Lucio Stanca può dormire tra due guanciali.

10 DIC 2009

Da Boffo a Brenda passando per Spatuzza

Il pendolo di Foucault nel buio del circo mediatico-giudiziario dal 1660 a oggi

A un potere giudiziario elefantiaco e invadente si è alleato il potere dell’informazione e la sua nemesi postmoderna, il potere dello sputtanamento mediatico. Certo, nel suo libro mai scritto Foucault parla di miserabili e senza storia. Ma il meccanismo rancoroso di questi poteri senza grazia che decidono le carriere pubbliche così come le vite private è universale. Le “strane folgorazioni” di Foucault  si riflettono sull’oggi con l’attualità di un pamphlet.

06 DIC 2009

Che cosa gira intorno al Cav.

Ha letto di recente un libro su Giolitti, e pure se ne vanta con un procuratore di Pescara. Nemmeno il più sospettoso degli autocrati, o un caudillo assediato dalle ombre, potrebbe perdere il sonno per un congiurato così. Passato indenne tra decenni di inimicizie, e proprio in forza della sua presenza scenica e di una vena di creatività non istituzionale, il grande impolitico non dovrebbe farsi attrarre dai mediocri insufflatori del complotto, dal gorgo delle paranoie fin de régime.

02 DIC 2009
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