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La chiesa non è più un problema, almeno per lui

Sono belle le lampadine che si accendono, illuminano i volti. Che Papa Francesco non abbia partecipato al Concilio, stava in seminario ai confini del mondo, lontano dall’estenuato piano inclinato della guerra tra chiesa e modernità, è un bel taglio di luce. Forse farà la Grande Riforma, o forse no. Il terzo Vaticano, o forse no. Ma in ogni caso, a renderlo lo stupor mundi che è, è una luce diversa: è un Papa che non ha problemi. Non ha il problema del Concilio. Del moderno e del post moderno. Nemmeno, secondo me, dei poveri (i poveri come “problema”, roba da pietose ong). Semplicemente, è un Papa che non ha il problema della chiesa come un rebus da risolvere (quello è il Papa di Moretti: “Non si può fare che scompaio?”). E questo, al mondo d’oggi, è già una cosa che farebbe girare la testa per strada, più di una bella donna.

26 MAG 2013

Il mediocre d’eccellenza

Taglierò i costi inutili. Ci sono stati 70 milioni di euro di consulenze probabilmente in gran parte inutili”. Chissà perché la lingua mediocre dell’eccellenza autocertificata batte sempre sul dente che duole, i soldi degli altri. Ma poiché è sempre la lingua che si sceglie il dente, così come le parole si scelgono i lapsus, candidarsi per fare il sindaco di Roma con uno slogan  che è tutto un programma, “Roma è vita”, non è proprio una scelta scaramantica per un fan del testamento biologico. Conoscendo il disincanto dei romani, poi.

19 MAG 2013

Larghe intese per la vita

"La giornata più nera della mia vita è stata quella in cui ho firmato la legge sull’aborto”. Questo confessò Giulio Andreotti, parlando nel 2001 al Meeting di Rimini. Fu tentato dal dimettersi, ma come ricordò più volte, e anche in una conversazione del 2008 con il Foglio, “se io mi fossi dimesso nessun altro democristiano avrebbe potuto firmarla: si sarebbe aperta una crisi politica senza sbocco… con le dimissioni, avrei contribuito a un male maggiore di quello che volevo evitare. Così firmai”. Nei giorni delle larghe intese, la morte di Giulio Andreotti ha fatto scorrere un fiume di riflessioni sul rapporto tra la chiesa, il cattolicesimo italiano e lo stato repubblicano.

11 MAG 2013

Cade un “adulto”

Non serve essere cattolico per il Quirinale. Matteo Renzi avrebbe forse fatto meglio a specificare quale tipo di cattolico. Affossato con malagrazia l’epigono un po’ tardo del laburismo e del popolarismo (demo)cristiano, Franco Marini, la rovinosa caduta di ieri di Romano Prodi sulla strada della presidenza della Repubblica suona come la bocciatura di un altro modello cattolico, che ha la stessa età della Costituzione. E’ il trionfo mancato, ancora una volta, di una particolare piccola ecclesia, di un sodalizio, se non una lobby: insomma la vena aurea di un cattolicesimo minoritario, eppure egemonico, nella storia politica e nei centri di potere dell’Italia e del cattolicesimo italiano. Ruggero Orfei, giornalista e intellettuale d’area, li definì i “dossettiani non democristiani”.

20 APR 2013

Francesco, il santo e il Papa

La povertà è un segno teologico, non sociologia

Con buona pace del Giovane ricco, un po’ impressiona la spensierata contentezza, da giullari di Dio, con cui gran parte dei commentatori dell’occidente ricco e passabilmente sazio ha accolto l’avvento di Papa Francesco e i suoi immediati, ripetuti richiami alla predilezione di Dio per i poveri e alla necessità per la chiesa di essere povera. Una per tutti, l’ispirata Concita de Gregorio: “Questo Papa consapevole di un segreto che a pochi, nella storia, è riuscito di mostrare. Più ci si spoglia e più si è ricchi. Più ci si fa uguali a chi non ha nulla e più grande sarà il potere di sconfiggere il gigante arroccato nel palazzo con i suoi ori”. Può essere che davvero non abbiano molti beni del cui abbandono essere rattristati.

23 MAR 2013

Dall’Ohio al Pirellone

Sembrava l’Ohio, invece è il Varesotto. Sembrava l’Ohio, perché ci sono le elezioni e a qualcuno il paragone era venuto subito in mente: la Lombardia sarà l’Ohio d’Italia, lo swing state, la regione ballerina, chi vincerà qui le elezioni per il Senato avrà vinto la partita anche a Roma. Perché la Lombardia elegge 49 senatori, e con i 24 del Veneto e i 25 della Sicilia costituisce il pacchetto di mischia determinante per costruire la maggioranza della Camera alta – che Senato delle regioni ancora non è, e probabilmente non sarà mai, ma intanto già si comporta come tale in base a una cervellotica legge elettorale. Leggi Casini: "Tra Pdl e Lega è l'accordo della disperazione"

08 GEN 2013

Il freddo che fa nella Lega tra offerte del Cav. e “quadra” del cerchio

Sopravvivere al cerchio magico ma non trovare più “la quadra”, che era prerogativa solo del Capo. Prerogativa di sintesi interna che alla fine metteva capo all’alleanza esterna, vincente o suicida che fosse. Ora l’estenuante trattativa-non trattativa con il Pdl, resistenza a oltranza o resa a distanza che sia alle pressanti offerte di Silvio Berlusconi per tornare insieme è invece lo specchio crudele del vicolo cieco, della quadratura impossibile, in cui la Lega di Roberto Maroni si trova. L’incontro di fine anno con Berlusconi, per quanto Maroni avesse mandato avanti il governativo Roberto Calderoli, è stato una fumata nera.

03 GEN 2013

Ccosa fare per rimontare/2

Renzi esca dalla geografia del Pd, entri in quella dell’Italia. E prenda un pacchetto…

Il gran tifo che adesso tanti fanno per un Renzi vincitore a sorpresa al ballottaggio somiglia un po’ all’eterno rimpianto per l’Olanda di Crujff, che veniva da un paese migliore e rappresentava il futuro ma arrivava sempre seconda, perché alla fine il paese reale del calcio era fatto di zolle più dure. Fine della metafora calcistica, ma tenendone buona la parte geografica, pertinente alla domanda: cosa potrebbe fare Matteo Renzi per vincere? Leggi Renzi spieghi che se vince Bersani, c’è Monti. E trasformi la sua faccia in slogan di Pietrangelo Buttafuoco

28 NOV 2012

Il progetto totalitario del dottor Grillo e della sua setta

La (non) notizia del giorno è che la chiesa nazionale di Scientology d’Italia  è offesa per essere stata paragonata da Federica Salsi, consigliere comunale grillina a Bologna, al Movimento 5 Stelle. Ci ride, Massimo Introvigne: “Non è stata una battuta azzeccata, in effetti: al confronto col movimento di Beppe Grillo, Scientology è una cosa più seria, con una filosofia elaborata, esposta in vari libri. Soprattutto, nessun confronto con lo stile e le parolacce di Grillo”. Leggi La setta di Grillo raccontata dagli adepti sedotti e traditi di Marianna Rizzini - Leggi Grillo e il ciarpame anni 70 che avevamo buttato in cantina di Cinzia Leone

08 NOV 2012

Un ginecologo al Pirellone

Formigoni addio, ma per il Pd in Lombardia sarà dura

“Sono pronta a metterci la faccia. Se la gente e i partiti mi sosterranno. Vorrei trasferire in regione i valori che mi hanno guidato nel lavoro: umanità ed equità”. Roberto Formigoni non aveva ancora spento la luce a Palazzo Lombardia (solo ieri mattina ha annunciato in Consiglio: “Questa legislatura regionale è giunta al termine”) che già il centrosinistra aveva trovato il suo candidato outsider, il suo volto della società civile che potrebbe (al netto di tutte le variabili da sciogliere) risultare quello giusto per un’operazione sul modello Pisapia: unire tutti, dal centro a sinistra.

17 OTT 2012
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