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Paramenti papali, le innovazioni di Francesco e la lezione del passato

Chissà cosa penserebbe oggi Urbano VIII, immortalato a imperitura memoria in un celebre ritratto di Pietro da Cortona verso il 1627, dando un’occhiata anche veloce all’abbigliamento di Papa Francesco. Niente rosso, niente ermellino. Neppure le scarpe appropriate al ruolo. Certo, nel Seicento qualche Papa si faceva confezionare abiti alla moda (rigorosamente bianchi) da indossare sotto la candida veste. Nessuno, però, si sarebbe mai sognato di portare calzoni neri e scarponi consumati con i lacci. Urbano VIII, invece, indossa tutto ciò che è utile a indicarne l’appartenenza sociale, lo stato, la funzione. Dal camauro alla mozzetta bordata d’ermellino, dal rocchetto alla falda, fino alle scarpe con la croce.

09 NOV 2013

Ultima fermata Medjugorje

Così Müller conferma lo stop di Roma sulle apparizioni

Che nessuno s’azzardi a partecipare a “riunioni, conferenze o pubbliche celebrazioni” in cui venga data per certa e acclarata la credibilità delle apparizioni della Madonna a Medjugorje. Firmato: Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede. Destinatari sono i vescovi americani. E’ a loro che – attraverso una lettera spedita il 21 ottobre scorso dal nunzio negli Stati Uniti, monsignor Carlo Maria Viganò – il Vaticano dà istruzioni precise sul come comportarsi relativamente all’affaire Medjugorje. L’antefatto, prima di tutto.

08 NOV 2013

Dalle convivenze ai figli delle coppie gay, 38 domande spigolose ai vescovi

Il Sinodo è dei vescovi e non dei laici, precisa subito monsignor Lorenzo Baldisseri a margine della conferenza stampa sulla preparazione della Terza assemblea generale straordinaria del Sinodo, in programma dal 5 al 19 ottobre 2014. Certo, poiché il tema è ampio e delicato (“Le sfide della famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione” è il titolo scelto), tutti avranno la possibilità di far sentire la propria voce, a cominciare dalle donne, attese in gran numero in qualità di uditore.

06 NOV 2013

Il rigore ascetico o il calore mistico. Qual è la spiritualità del Papa gesuita?

In una delle sue recenti interviste, Papa Francesco sottolineava l’importanza dei mistici nella chiesa. Senza di loro, diceva, non c’è religione. Al limite, si può parlare di filosofia. Ignazio, aggiungeva Jorge Mario Bergoglio, era mistico più che asceta. E questo nonostante la tradizione letteraria e pittorica che da secoli raffigura il Loyola come un cupo e silenzioso asceta, dedito alla penitenza, che si fece soldato di Cristo negli anni della Controriforma.

05 NOV 2013

L’aborto bussa alla Georgetown (SJ)

Ancora qualche mese, e dalla prossima primavera alla gloriosa Georgetown University di Washington, la prima università d’America retta dai padri gesuiti, arriveranno i corsi tenuti da gruppi che da anni predicano il diritto di abortire e di ricorrere ai più moderni metodi contraccettivi. Sarà infatti il National Women’s Law Center, attivo da anni nel combattere chi “minaccia il diritto della donna di decidere se abortire o meno”, a sovrintendere alla preparazione dei corsi rivolti ai giovani desiderosi di approfondire i contenuti della riforma sanitaria firmata da Barack Obama.

30 OTT 2013

La nuova strigliata di Bergoglio contro la “fede da museo”

Dal pulpito improvvisato sul sagrato di San Pietro, domenica il Papa gesuita si è scagliato contro chi pretende di archiviare il depositum fidei in una teca da museo, a prendere polvere. La fede, dice Francesco, non si può imbalsamare. Un messaggio indirizzato ancora una volta a quei “cristiani ideologici”, affetti da una malattia grave che il Pontefice aveva già provveduto a diagnosticare un paio di settimane fa. Allora, nell’alba dell’albergo di Santa Marta, aveva tenuto un’omelia in cui si spiegava che “quando un cristiano diventa discepolo dell’ideologia, ha perso la fede e non è più discepolo di Gesù”.

29 OTT 2013

Müller, il “Ratzinger” di Papa Francesco che recinta l’ospedale da campo

Prima l’eruzione improvvisa di densa e profonda dottrina su misericordia e coscienza, poi una dotta lezione sul kairós cristiano come luogo della rivelazione e della salvezza, contrapposto al kronos pagano, mostro che divora i suoi figli e che porta solo morte. Sono giornate intense, dalle parti dell’ex Sant’Uffizio. Fino a oggi, il prefetto Gerhard Ludwig Müller era guardato con sospetto dal fronte conservatore perché troppo amico dei teologi della liberazione (anche di quelli condannati e sconfitti da Joseph Ratzinger negli anni in cui trionfava l’ecclesia militans giovanpaolina).

25 OTT 2013

Comunione? No

L’ospedale da campo di Francesco che cura le ferite e riscalda il cuore degli uomini viene investito, d’improvviso, da una ventata di dottrina soffiata direttamente dalle stanze dell’ex Sant’Uffizio. Al kairós della misericordia di Bergoglio servono punti fermi, robustezza teologico-sacramentaria, almeno a leggere il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, monsignor Gerhard Ludwig Müller. Il tema è quello delicato dei divorziati risposati, se ammetterli ai sacramenti, in particolare all’eucaristia. Peccatori che chiedono la seconda possibilità, previo pentimento.

24 OTT 2013

“Combattere l’aborto non è un optional”. Chaput vs. Bergoglio

“Il diritto alla vita non è semplicemente una priorità. E’ la questione fondamentale su cui poggia l’intera architettura della battaglia in difesa della dignità umana”. Charles Chaput, sessantottenne arcivescovo di Filadelfia in attesa della possibile porpora cardinalizia, non ci pensa proprio a confinare in determinati “contesti” le battaglie in difesa di quei princìpi non negoziabili che per Papa Francesco possono diventare ossessionanti se ripetuti all’infinito. Chaput di aborto ed eutanasia parla, spiega ai suoi fedeli che si può lottare contro queste due “tragedie” della contemporaneità anche ribadendo gli appelli per tutti coloro che soffrono di povertà, violenza e ingiustizia.

23 OTT 2013

Il Papa e il gesuita prog.: “L’aria fresca è lui, le encicliche chi se le legge?”

Finalmente un vero pastore alla guida della chiesa universale. Padre Thomas Reese, gesuita troppo liberal perfino per dirigere America, la rivista newyorchese della Compagnia – fu costretto alle dimissioni nel 2005, si dice su pressione del Vaticano in seguito a posizioni non in linea su etica e morale – loda in una conversazione con il Foglio i primi mesi di pontificato di Francesco. La rottura col passato, il passaggio dal teologo bavarese al gesuita argentino, è chiara e netta: “Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano accademici abituati a fare distinzioni e parlare in astratto. Francesco, invece, è un pastore che mette al centro la comunicazione su ciò che è l’essenza del Vangelo. Ferrara I nuovi eretici

21 OTT 2013
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