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I tormenti di Rep.

Sono brutti momenti per Pier Luigi Bersani, sì, ma anche a Repubblica un po’ si soffre, nel momento in cui un patto Pd-Pdl si profila (con Beppe Grillo che, sentendosi improvvisamente con le spalle al muro, spara a zero contro le “Berlusconarie” e Massimo D’Alema che vuole “salvare il culo a B.”). Difficile essere kingmaker per il Quirinale sospesi come si è, anche a Largo Fochetti, tra antica identità “no B.” e desiderio di tenere insieme tutto: l’area della sinistra “mozzorecchi” e quella della sinistra che, per sopraggiunto pragmatismo e visti anche i risultati elettorali, non sarebbe contraria a un nome per così dire (come dice Ezio Mauro) “di garanzia”.

18 APR 2013

Si scrive Gabanelli e si legge Rodotà. I grillini vagheggiano il “colpaccio”

Esce il nome di Milena Gabanelli dalle Quirinarie a cinque stelle, nome in deroga all’odio grillino per la “casta” dei giornalisti, ma tutti nel M5s sono in attesa, fin dall’inizio, del suo “no, grazie” (Gabanelli intanto si definisce “commossa ma sopravvalutata”, e pronta a dare la sua risposta “ai proponenti”). Il nome di Milena Gabanelli è “bellissimo”, dice anche Barbara Spinelli, ma è chiaro a tutti che si scrive Milena Gabanelli e si legge Stefano Rodotà, il nome-ombra che, agli occhi degli eletti grillini e dei sostenitori esterni del M5s, fa sognare il “colpaccio”.

16 APR 2013

Quirinarie a testa e cuore

Casaleggio è contro il Prof. Ma chi farà esplodere il Pd?

“Votate con la testa e non col cuore. Se vogliamo far esplodere le contraddizioni all’interno del Pd non resta che Rodotà o Zagrebelsky”: così parlò (ieri, su Twitter) Paolo Becchi da Genova, professore di Filosofia del diritto e intellò di riferimento del Movimento cinque stelle: un suggerimento per il secondo turno delle Quirinarie, primarie online per la scelta del nome del candidato presidente preferito dai grillini, funestate giovedì scorso da un fantomatico attacco hacker (secondo Beppe Grillo) o da “un’anomalia” (secondo l’ente esterno di certificazione scelto dalla Casaleggio Associati).

15 APR 2013

Il pianeta Gaia può attendere, e il M5s mangia se stesso sul Web e fuori

Il pianeta Gaia può attendere, questa almeno è una certezza: il sogno-delirio di catarsi e resurrezione internettiana immaginato da Gianroberto Casaleggio, la famosa democrazia diretta del Web con gli avatar che votano per il “governo mondiale”, ha trovato un altro intoppo (anche se già c’erano dubbi sulla sua efficienza), con conseguente annullamento e rifacimento delle “Quirinarie”. Gli attivisti a Cinque stelle registrati sul sito di Beppe Grillo dovevano votare online la rosa di dieci nomi papabili per la presidenza della Repubblica e mandarli al ballottaggio, ma il diavoletto ci ha messo la zampa. Editoriale Grillo e i Quir-inabili - Amorosi Ecco perché le Quirinarie di Grillo sono un disastro tecnologico

12 APR 2013

Né fresco né nuovo né di rottura. Eppure Barca prenota il dopo Bersani

La “freschezza” di Fabrizio Barca può “andar bene”, “può aiutare” il Pd, dice Rosy Bindi sulla Stampa. E però, con tutto il rispetto, non si riesce a capire perché uno, nel Pd, dovrebbe volere come leader del Pd Fabrizio Barca, ministro uscente della Coesione territoriale nel governo Monti e papa straniero entrante, ma per vezzo riluttante, nell’universo democratico – autocandidato, sì, ma quasi quasi a nulla, a sentire lo stesso Barca che parla da Lucia Annunziata, a “In mezz’ora” (non aspira alla leadership del Pd, ma “al gruppo dirigente” del Pd, dice). Solo che Barca fino a ieri non era neppure iscritto, al Pd, e non ha votato per il Pd, tantomeno quando a fondarlo c’era l’amico d’infanzia Walter Veltroni.

12 APR 2013

Occupare stanca, e i grillini l’hanno capito già prima di cominciare

Siete come i colonnelli greci, è un golpe, commissioni subito, siamo come l’aglio per i vampiri, dice Beppe Grillo dal suo blog per introdurre in pompa magna la giornata “occupy Parlamento”. Solo che, poi, occupare a fine seduta vuol dire rinunciare almeno a una parte della (stavolta non disdegnata) “ribalta mediatica” per l’iniziativa di “riappropriazione del Parlamento”, come da definizione dei capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi. “Ma a fine seduta chiudono le tribune stampa?”, si chiedeva un deputato grillino a colloquio con una collega, indicando il monitor del Transatlantico (“pure quello sarà spento?”).

10 APR 2013

Occupy-Parlamento, la trovata dei 5 stelle che fa tanto Fazio & Saviano

Pare quasi una trasmissione tv di Fazio & Saviano, l’annunciata occupazione del Parlamento da parte del M5s (da martedì sera, dopo i lavori, nelle Aule delle commissioni e forse nell’emiciclo): gli occupanti leggeranno la Costituzione “articolo per articolo”, fino a mezzanotte. Il secondo atto sarà la simulazione dei lavori delle commissioni non ancora operative: devono insediarsi, il Parlamento costa, dice la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi (anche i “no, no e no” in tema di governo qualcosa costano, ma la versione grillina addossa la colpa agli altri). L'editoriale Grillo, i soldi, la sindrome caramella

08 APR 2013

Primarie de che?

Reale, ma anche surreale, il volantino se ne sta lì, nel bar di Trastevere, in bella vista, tra i tovaglioli e il cornetto: “Domenica 7 aprile scegli il tuo candidato presidente di municipio”. “Addirittura il municipio?”, dice il primo avventore, incredulo. “Ma il foglietto per il sindaco ’ndo sta? Me so’ perso qualcuno”, dice il secondo avventore, improvvisamente consapevole dell’imminenza delle primarie a Roma in un quadro in cui tutti pensano a tutt’altro. Perché le primarie ci sono, ma è come se non ci fossero. Sono domani, ma è come se appartenessero a un altro secolo.

06 APR 2013

Grillo prova l'operazione coccole per evitare che la realtà ammazzi i 5 stelle

L’allegra deportazione dei gruppi parlamentari a Cinque stelle armati di trolley (per la fiaccolata all’Aquila, alcuni, per il weekend, altri) comincia come la gita delle pentole – quella in cui si va fuoriporta a pranzo ma poi si fa la sosta per gli acquisti vivamente consigliati – e finisce come la domenica pomeriggio quando non si può evitare di mettersi a fare i compiti, e allora si fa di tutto per convincersi che è ancora festa: c’è il deputato che fa la ola al collega che entra in pullman, quello che cerca posti vicini per gli amici, quello che fa foto a tutti, quello che fa applausi, quello che sgranocchia, quello che sonnecchia, quello che dice “buona giornata” ai giornalisti che dalla mattina seguono i bus tra piazzole e autogrill, accostano, ripartono e si arrampicano per vedere che cosa succede nella “località segreta”, talmente segreta che anche un autista sbaglia strada (o era depistaggio?)

05 APR 2013

Come in una commedia di Aristofane? Magari.

I grillini al Parlamento

Neanche si può sperare in Aristofane, di fronte alla provvisoria e fallimentare conclusione della farsa (magari fosse commedia) dei “grillini al Parlamento”, entrati a Palazzo tre settimane orsono e immediatamente congelati dal Caro Leader: state fermi, non parlate, non mangiate, non bevete, non collaborate, basta che dite “no”, basta che non fate nomi, e se il nome lo fa Giorgio Napolitano decide la rete (cioè lui, Beppe Grillo) – e poi ci si meraviglia che Vito Crimi, nell’immobilità coatta, si addormenti. Ieri invece Crimi, uscito dal Quirinale, dopo aver riassunto l’ennesimo “o noi o niente” (senza nomi) poi rafforzato da Beppe Grillo in streaming, ha dato di “onorevole” alla collega Roberta Lombardi, e lei subito l’ha corretto: “Cittadina”, non onorevole (questa la dicitura a Cinque stelle, la casta si annida nei dettagli).

30 MAR 2013
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