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Primarie de che?

Reale, ma anche surreale, il volantino se ne sta lì, nel bar di Trastevere, in bella vista, tra i tovaglioli e il cornetto: “Domenica 7 aprile scegli il tuo candidato presidente di municipio”. “Addirittura il municipio?”, dice il primo avventore, incredulo. “Ma il foglietto per il sindaco ’ndo sta? Me so’ perso qualcuno”, dice il secondo avventore, improvvisamente consapevole dell’imminenza delle primarie a Roma in un quadro in cui tutti pensano a tutt’altro. Perché le primarie ci sono, ma è come se non ci fossero. Sono domani, ma è come se appartenessero a un altro secolo.

06 APR 2013

Grillo prova l'operazione coccole per evitare che la realtà ammazzi i 5 stelle

L’allegra deportazione dei gruppi parlamentari a Cinque stelle armati di trolley (per la fiaccolata all’Aquila, alcuni, per il weekend, altri) comincia come la gita delle pentole – quella in cui si va fuoriporta a pranzo ma poi si fa la sosta per gli acquisti vivamente consigliati – e finisce come la domenica pomeriggio quando non si può evitare di mettersi a fare i compiti, e allora si fa di tutto per convincersi che è ancora festa: c’è il deputato che fa la ola al collega che entra in pullman, quello che cerca posti vicini per gli amici, quello che fa foto a tutti, quello che fa applausi, quello che sgranocchia, quello che sonnecchia, quello che dice “buona giornata” ai giornalisti che dalla mattina seguono i bus tra piazzole e autogrill, accostano, ripartono e si arrampicano per vedere che cosa succede nella “località segreta”, talmente segreta che anche un autista sbaglia strada (o era depistaggio?)

05 APR 2013

Come in una commedia di Aristofane? Magari.

I grillini al Parlamento

Neanche si può sperare in Aristofane, di fronte alla provvisoria e fallimentare conclusione della farsa (magari fosse commedia) dei “grillini al Parlamento”, entrati a Palazzo tre settimane orsono e immediatamente congelati dal Caro Leader: state fermi, non parlate, non mangiate, non bevete, non collaborate, basta che dite “no”, basta che non fate nomi, e se il nome lo fa Giorgio Napolitano decide la rete (cioè lui, Beppe Grillo) – e poi ci si meraviglia che Vito Crimi, nell’immobilità coatta, si addormenti. Ieri invece Crimi, uscito dal Quirinale, dopo aver riassunto l’ennesimo “o noi o niente” (senza nomi) poi rafforzato da Beppe Grillo in streaming, ha dato di “onorevole” alla collega Roberta Lombardi, e lei subito l’ha corretto: “Cittadina”, non onorevole (questa la dicitura a Cinque stelle, la casta si annida nei dettagli).

30 MAR 2013

Prima le fiamme, poi Bersani. Storia breve delle sfighe dello Jovinelli

Prima l’incendio che si aggrappa a tutto, alle poltrone di velluto e al sipario, alla mobilia da teatro stile liberty e ai drappi del foyer un tempo brulicante di signore, signori, fan di Totò e seguaci urlanti di pugili suonati. Poi un lungo oblio, con la piazza antistante trasformata in deserto di cemento, paradiso dello spaccio all’Esquilino. Poi il rilancio, la gloria, il sequestro, il limbo, lo stop e infine una rinascita soltanto apparente: e allora gli uomini di spettacolo la chiamano “maledizione” o “sortilegio”, la prossima (ennesima) chiusura del teatro Ambra Jovinelli, con la superstizione da palcoscenico, anche se nessuno ha indossato il vestito viola la sera della prima.

28 MAR 2013

Piccole crepe grilline

Pier Luigi Bersani e il Movimento cinque stelle si incontrano stamattina con il bollino di garanzia dello streaming, tributo alla trasparenza che dovrebbe allontanare dal Pd il sospetto di “mercato delle vacche” e dal M5s quella di “sensibilità” alle sirene altrui. Ma nessuno streaming può cancellare l’ambiguità (e la complessità) delle aspirazioni, degli auspici e dei timori che vivono sottotraccia. Dal lato visibile, infatti, il muro del M5s mostra la schermata della formula discesa dal blog di Beppe Grillo e, a cascata, dalle dichiarazioni dei capigruppo e della maggior parte dei deputati, da Roberto Fico a Carla Ruocco: no alla fiducia a un governo dei partiti, no alla fiducia a Pier Luigi Bersani. Merlo Bersani fa il duro con Alfano, alle sue spalle il Pd tratta con il Cav.

27 MAR 2013

Cinque stelle cadenti

Il senso di Grillo per la rete sbugiardato dalla sua caccia al troll

Deciso a riesumare l’istituto del capoclasse, quello che con inconsapevolezza infantile e sadica del suo essere spione scriveva sulla lavagna i nomi dei cattivi mentre il maestro andava a firmare una carta in segreteria, Beppe Grillo ieri ha invitato gli utenti “autorizzati” del suo blog a “segnalare” i commenti “che contravvengano alle regole del blog”. E’ il secondo giorno della grande caccia ai cosiddetti “troll”, nome da mostro nordico affibbiato per convenzione agli intrusi disturbatori della rete, i diavoletti che si divertono a far litigare gli astanti a forza di sparare su forum e blog quelli che l’ex comico ha chiamato “schizzi di merda digitali”.

26 MAR 2013

De Vito, il candidato grillino per Roma che un anno fa scoprì l’antipolitica

L’illuminazione antipolitica l’ha avuta il 25 aprile di un anno fa, il trentottenne Marcello De Vito, avvocato civilista, esperto di appalti pubblici e da ieri ufficialmente candidato sindaco di Roma a Cinque stelle, grazie all’esito di primarie online in cui ha conquistato cinquecentotrentatré voti (non uno sproposito, ma più di quelli mediamente ottenuti dai candidati – poi eletti – alle “parlamentarie”). Il 25 aprile 2012, dunque, il candidato, allora neppure grillino (ma il movimento “ti prende e ti entra dentro”, ha detto ieri a un passo dalle lacrime), ha udito il presidente della Repubblica affermare che “non si può prescindere dai partiti e che bisogna distinguere tra politica e antipolitica”.

24 MAR 2013

Grillo in van al Quirinale, la rivoluzione à la Casaleggio può attendere

La decrescita felice di Beppe Grillo non inizia in bicicletta ma a bordo di un van nero dai vetri fumè (ecologico?) con cui giocare ai “Blues Brothers” nell’inseguimento a tutto motore con la stampa (in autogrill l’ex comico dirà: “Finché non cambiate modi verso di me, per me non esistete”). Quasi quasi pure la rivoluzione può attendere: la giornata della non-omologazione al potere istituzionale negato ma anche avvicinato (e desiderato) comincia infatti con tutta la grandeur automobilistica ed estetica del caso – e con l’omologazione almeno turistica di chi, entrando al Quirinale per le consultazioni, abbassa gli occhiali a specchio, aggiusta il cappotto buono, fa la fotoricordo come il giapponese in tour.

22 MAR 2013

Il Grillo friabile

E’ l’ultimo giro di chiave alla porta del castello a Cinque stelle, il paradosso dei coordinatori (e proconsoli) della comunicazione Claudio Messora e Daniele Martinelli che, dopo un solo giorno di servizio, non comunicano più – per permalosità verso i giornali che fanno i giornali e interpretano estensivamente nei titoli il “non so, valuteranno i deputati e i senatori” detto da Messora alla “Zanzara”, sul tema del governo extrapartiti. “Macchina del fango”, “esercito di spalamerda”, ha detto il blogger annunciando il silenzio stampa, ché non basta una normale smentita nel mondo sdegnoso degli Avatar sognati da Gianroberto Casaleggio.

21 MAR 2013

Il non contatto

E’ il giorno dello sbarco a Cinque stelle nel Parlamento da “aprire come una scatola di tonno”, il giorno in cui sedersi in alto per “tenere il fiato sul collo” agli altri, gli eletti dei partiti. E’ giorno di schede bianche (del Pd) e di applausi grillini per i 113 voti al terzo scrutinio (quattro più di quelli attesi) per Roberto Fico, candidato presidente della Camera. Ma il primo sguardo dentro l’Aula, la mattina, trova un gruppo che non può più distinguersi quanto vorrebbe, essendo entrato nel luogo in cui non sempre si potrà liquidare come “inciucio” il reciproco studiarsi con gli altri rappresentanti eletti.

15 MAR 2013
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