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Chi si rivede, l'aborto

Chi si rivede, l’aborto. Il Capo dello Stato ha risposto alla lettera della giovane che voleva abortire ma non aveva i soldi per farlo, e poi è tornata sulla sua decisione dicendo che comunque allo stato l’alternativa tra un figlio e una interruzione volontaria di gravidanza non è molto chiara, in termini di politiche pubbliche. Napolitano ha fatto bene la sua parte, e le ministre del governo si sono messe sulla sua scia, più interventista e antiabortista la Giorgia Meloni, più attenta alla difesa della 194 la Mara Carfagna. Intanto il Papa, ricevendo i volontari del Movimento per la vita, ha ripetuto la tradizionale condanna delle legislazioni abortiste, 194 compresa, della chiesa cattolica.

13 MAG 2008

Per il primo Consiglio dei ministri

Inquadrali e svergognali, una proposta per Maroni

Mi permetto di insistere, onorevole ministro Maroni. Forse c’è qualcosa di meglio da fare che non ricominciare a pasticciare con le norme sulla sicurezza. Qualche correttivo sarà forse urgente, e sono certo che al Viminale penserete con serietà alle misure migliori e più equilibrate, ma occorre limitarsi.

12 MAG 2008

A trent'anni dall'assassinio del presidente della Dc - Dal Foglio del 10 maggio

…l’addio alla Repubblica di Montini e alla pietà laica e cattolica (seconda parte)

Intanto però due coincidenze simboliche nessuno le nota, e invece sono notevoli. La prima è che subito dopo il sacrificio della vita di Moro, dopo il lancinante dibattito sul valore di una vita in rapporto ad astratti principi, una specie di tragica prova generale dell’etica pubblica nazionale, si aprirono le porte della legislazione all’aborto di massa indifferente, e da allora ad oggi cinque milioni di vite sono state sacrificate all’astratto principio dell’autodeterminazione.

11 MAG 2008

A trent'anni dall'assassinio del presidente della Dc - Dal Foglio del 10 maggio

L’affaire Moro e il gioco delle coincidenze simboliche incrociate... (prima parte)

Ieri mattina me ne stavo andando in campagna e mi sono accorto con un trasalimento che trent’anni prima, il 9 maggio del 1978, nella stessa ora in cui adesso viaggiavo in autostrada stavo passeggiando per via delle Botteghe Oscure, direzione piazza Argentina, provenienza il palazzone della direzione del Pci, e accanto a me, nella via Caetani che incrociavo, c’era il cadavere di Aldo Moro composto nel bagagliaio della Renault R4 rossa, dove il presidente della Dc era stato ammazzato al mattino in un garage della periferia romana con una mitraglietta skorpion silenziata. Moro fu ucciso in esecuzione di una sentenza di un tribunale del popolo, eretto dalla direzione strategica delle brigate rosse, dopo cinquantacinque giorni da quel rapimento che risultò nell’unica vera grande tragedia della storia della Repubblica italiana, e il sigillo della sua fine.

10 MAG 2008

Mi sbaglierò, ma vedo una certa caduta liberal

Alemanno ha riposto già il piccone, Fini è un calendario vivente di ricorrenze progressiste e va in vacanza a Capri, Berlusconi vuole concertare anche e soprattutto con la Cgil (come racconta il cronista politico Augusto Minzolini), Bossi è così soddisfatto di averlo messo in quel posto a Casini che i suoi fucili spareranno bipartisan con la competenza sorniona di Maroni: insomma tutto sembrerebbe a posto o, come titolò un suo memorabile articolo il compianto Valerio Riva, il giorno dopo la caduta della rossa Bologna, “le lasagne sono sempre pronte”, e voleva dire che nulla sarebbe cambiato nella dotta rossa e grassa città.

05 MAG 2008

La moratoria di Sandra e gli altri prigionieri

Sono contento, siamo contenti, che la rispettabilità sociale dell’aborto sia in calo. Contenti che Sandra abbia imposto a se stessa, con l’aiuto di suo marito, una piccola moratoria di valore assoluto. Contenti, noi che all’aborto abbiamo mancato di rispetto, ma contenti fino a un certo punto. Repubblica si conferma un giornale serio, reattivo. Ci mette a conoscenza della storia di Sandra, la ragazza sposata, che concepisce e ama l’idea di avere un figlio, ma guadagna poco e pensa di non poterselo permettere, dunque fissa la data dell’aborto presso un ospedale dell’area Vesuviana cioè dell’altra Gomorra, poi scrive a Napolitano e va sui giornali chiedendo aiuto, denunciando la sua situazione, infine decide per il meglio, si commuove perché durante un’analisi sente l’infinitamente piccolo respirare all’unisono con lei, rinuncia ad abortire la sua creatura, incassa una vasta solidarietà, rinuncia ai talk show e rientra nel privato.

04 MAG 2008

Anticipazione del Foglio del 4 maggio

La moratoria di Sandra ha un valore assoluto

Sono contento, siamo contenti, che la rispettabilità sociale dell’aborto sia in calo. Contenti che Sandra abbia imposto a se stessa, con l’aiuto di suo marito, una piccola moratoria di valore assoluto. Contenti, noi che all’aborto abbiamo mancato di rispetto, ma contenti fino a un certo punto. Repubblica si conferma un giornale serio, reattivo. Ci mette a conoscenza della storia di Sandra, la ragazza sposata, che concepisce e ama l’idea di avere un figlio, ma guadagna poco e pensa di non poterselo permettere, dunque fissa la data dell’aborto presso un ospedale dell’area Vesuviana cioè dell’altra Gomorra, poi scrive a Napolitano e va sui giornali chiedendo aiuto, denunciando la sua situazione, infine decide per il meglio, si commuove perché durante un’analisi sente l’infinitamente piccolo respirare all’unisono con lei, rinuncia ad abortire la sua creatura, incassa una vasta solidarietà, rinuncia ai talk show e rientra nel privato.

03 MAG 2008

Che fa l’Anarca? Lascia o raddoppia?

Pupi nel braccio della morte

Sandra, una donna dell’area vesuviana intervistata ieri da Laura Laurenzi su Repubblica, mette giù dura la faccenda delle cause materiali dell’aborto, troppo “delicata” per discuterne in campagna elettorale, e che nessuno in trent’anni ha voluto porre al centro di un grande piano per la vita, per la maternità e contro la morte in pancia procurata. Sandra è spicciativa, fino all’inumanità verso se stessa e verso la propria creatura. Ho fissato la data dall’aborto, dice, perché con il mio compagno mettiamo insieme un reddito di 1300 euro mensili, e non possiamo permetterci un bambino.

01 MAG 2008

Un 25 aprile disastroso

A Torino il trionfo del qualunquismo nella forma spettacolare e come al solito di grande successo della ciarlataneria, che fa ombra sulla cerimonia istituzionale, composta come in una bara su altra piazza, mentre echeggiano gli insulti al sindaco e al presidente della Repubblica. A Genova i fischi all’arcivescovo Angelo Bagnasco, un sereno uomo di chiesa travolto dall’intolleranza che si traveste da resistenza laica. A Milano polemiche belluine per l’assenza del sindaco Letizia Moratti, maltrattata la volta scorsa insieme con il padre invalido: con quella sciagura da Nobel della famiglia Fo-Rame in lacrime di disperazione per la vittoria di Berlusconi.

26 APR 2008

I primi giorni del terzo Cav.

Vita agra al Castello - Versione integrale

Tremonti e Letta. Letta e Tremonti. Sono giorni di afflizione, ha detto Berlusconi. Forse ci saranno sorprese, ha anche detto. Decido io, ha ripetuto più volte parlando con il mondo della finanza e delle imprese. Che cosa significano queste tre frasi? Penso di saperlo, più o meno. L’afflizione non deriva dai dettagli: Berlusconi è capace di affliggersi, quando si fanno le liste per Camera e Senato, anche per un qualche diniego periferico che è costretto a opporre a desideri intensi di rielezione.

25 APR 2008
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