Non spariamo nel mucchio La stampa e la tv italiane sono unanimi, compreso il Giornale in cui scriviamo, finalmente. Tutti presentabili, todos caballeros. L'unanimità si fa su un punto chiave: la politica, le banche, il governo, la legge sulle pensioni, la legge sul lavoro, ma per andar più spicci la ministra Elsa Fornero, che fa rima con cimitero secondo una filastrocca cara alle militanti amiche dell'ex ministro Oliviero Diliberto: ecco chi è responsabile della tragedia familiare di Civitanova Marche. Tre persone si sono suicidate, la strage è di Stato. Ferrara Usare i morti 08 APR 2013
Usare i morti Come sta il giornalismo? Ultime notizie. Repubblica scrive che uno dei suicidi di Civitanova Marche è un esodato, evocando il fantasma bestiale costruito e ingigantito nell’ambito della campagna che potremmo chiamare “Fornero al cimitero”, dal nome di una ormai celebre T-shirt indossata da un’amica dell’ex ministro della Giustizia Diliberto. La circostanza dell’esodo non è vera. A ruota l’Huffington Post Italia si fa scappare, tra virgolette precauzionali, questo titolo infame: “Colpa della legge Fornero”- L’accusa della Cgil marchigiana per il suicidio di Civitanova. Lui era esodato. 06 APR 2013
Prostituzione penale Il timbro di Ruby a palazzo di Giustizia di Milano, scatenata nella lettura di un testo apologetico pro domo sua davanti al solito branco di giornalisti insolenti, era quello di una recita ben impostata, c’erano vraisemblance e bienséance. La prima è la verisimiglianza, che nella critica letteraria e teatrale del Grand Siècle francese (il ’600) vale per capacità di far immedesimare gli spettatori con la rappresentazione, avvicinandosi il più possibile alla realtà. La seconda sta per decenza, pudore, timore di urtare la sensibilità dello spettatore. 05 APR 2013
Prostituzione penale Il timbro di Ruby a palazzo di Giustizia di Milano, scatenata nella lettura di un testo apologetico pro domo sua davanti al solito branco di giornalisti insolenti, era quello di una recita ben impostata, c’erano vraisemblance e bienséance. La prima è la verisimiglianza, che nella critica letteraria e teatrale del Grand Siècle francese (il ’600) vale per capacità di far immedesimare gli spettatori con la rappresentazione, avvicinandosi il più possibile alla realtà. La seconda sta per decenza, pudore, timore di urtare la sensibilità dello spettatore. 04 APR 2013
Il Papa è re oppure no? Una critica radicale del pensiero esposto qui da Roberto de Mattei , il problema dei Concordati in una chiesa povera e non costantiniana, altre delizie papiste. Interventi di Burini , Agnoli , Bandinelli , Rossi , Panella . 04 APR 2013
E’ arrivato il vero Banana Gran pezzo ieri su Repubblica, con qualche caccola perdonabile. Lo ha scritto uno psicoanalista lacaniano, Massimo Recalcati, uno di quegli specialisti che frequentano i festival della mente eppure non perdono del tutto la testa. Il dottore ha spiegato come stanno le cose a Michele Serra e ai republicones vari che pucciano il biscotto nel fenomeno Grillo da parecchio tempo. La diagnosi è infausta. Grillo è un adolescente incapace di accettare il mondo degli adulti e la mediazione del linguaggio. 03 APR 2013
Bad vibration Marguerite Yourcenar (1903-1987) fu autore nel 1951 di un libro di successo, scritto bene, con passione e sapienza letteraria, che venne poi tradotto altrettanto bene e imposto con cura sul mercato editoriale europeo e italiano, con il risultato di un rilancio di vasto pubblico nei turbolenti e sognanti e scemi anni Sessanta, quando la scuola si inabissò e la tradizione andò in vacanza: era il racconto dell’amore dell’imperatore Adriano per il giovanissimo Antinoo, un amore avvolto nel crepuscolo di un impero e di un imperatore, consegnato alle regole della nostalgia, del rimpianto, e dell’onnipresente abbraccio di piacere e morte. 30 MAR 2013
Disintegrazione di una leadership Il pragmatismo della Padania rossa è perfetto per le lenzuolate, per le parafarmacie, per gli asili nido, tutte cose importanti, ma non funziona quando le domande di senso riguardano la politica, i rapporti di forza, la definizione di un’identità programmatica se non, addirittura, di una visione. Lo si vede dal comportamento astruso e ostinato di Bersani, che sta disintegrando il fatto e il significato della sua leadership, e in pochi giorni sta vanificando il vantaggio d’immagine e di tattica che aveva acquisito all’epoca delle primarie. Certo, ha perso la corsa elettorale. 27 MAR 2013
Perché quella di Bersani è la strada sbagliata Non è la via stretta, quella di Bersani, è la via sbagliata. Quattro mentecatti che vorrebbero dichiarare ineleggibile il principale uomo politico italiano degli ultimi vent'anni, i micromeghisti che passeggiano a Roma, piazza Santi Apostoli, sono nell'immaginazione malata di questo vecchio e fino a ieri prudente capo apparato l'avanguardia della cosiddetta società civile dei Farinetti, delle Gabanelli, dei Barca (oddiomio!) e di non so chi altro, manca solo Saviano alle Pari Banalità. Un governo aperto ai grillini, cioè agli alieni, alle astensioni dalla presenza in aula, cioè ai futuri cecchini, un governo ridondante di scemenze programmatiche, senza numeri e senza idee. 25 MAR 2013
I disperati del Pd, giovani turchi messi al bando dagli outsider I disperati del Pd sono quelli che in tutta sincerità considerano una jattura la campagna dell'establishment contro la politica, detestano le élite tecniche alle quali non concedono un soldo che sia uno, rivendicano una solida cultura politica di tipo professionale, vogliono un ricambio anche generazionale che non sia legato alle pratiche linguistiche e ai vezzi giovanilistici dei modernizzatori alla Renzi, sostengono una linea di riformismo laburista legato agli interessi ben rappresentati di grandi masse di lavoratori e di giovani senza lavoro o con un lavoro precario, sbeffeggiano la cosiddetta società civile e considerano Grillo un piccolo qualunquista antidemocratico e nulla più. 24 MAR 2013