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Marini è una pecetta, republicones contro, forse regge

Sul Quirinale si prospetta il solito scontro di cui nessuno è in grado di prevedere l’esito. Establishment e lobby militanti di vario ordine, dentro una filosofia dell’intransigenza e della canea antiberlusconiana, contro quel che resta di un sistema dei partiti che cerca e, pare, trova in Berlusconi una sponda ragionevole. Il potere giudiziario d’assalto sta a guardare la preda ambita e i movimenti che si scandiscono intorno a essa. L’incognita è il voto segreto, accordi relativamente trasparenti, nomi indicati e numeri ci sono, ma poi sono i singoli che decidono con la scheda.

18 APR 2013

L'outsider

L’outsider è Sabino Cassese, a quanto pare. Ve lo raccontiamo qui . E’ un grande professore, giurista amministrativista, conoscitore dello stato, ministro tecnico con Ciampi, accademico di caratura internazionale, uomo mite e politicamente collocato nel centro borghese e riformatore dello specchio parlamentare (ma senza esperienza di parte o di partito). Qualche anno fa i lettori del Foglio lessero una recensione di un suo libro di grande interesse, e di grande spregiudicatezza intellettuale, sullo stato fascista (“Lo stato fascista”, il Mulino, Bologna). Il giurista giusto

17 APR 2013

Che cosa manca a Prodi

Sebbene gli inglesi non lo sopportino, e anche tra gli europei ortodossi si contino parecchi detrattori del suo curriculum di economista e di politico di lungo corso, Romano Prodi non è privo di qualità, ovvio. Gliene manca una decisiva: la visione. Ha sempre presentato se stesso, dopo la fine della stagione democonsociativa dei governi Andreotti e del regno baronale sull’Iri, in un assetto da combattimento. E ha sempre e solo costruito steccati, fossati e ponti levatoi, come un guerriero medievale, in relazione a una stella fissa nel firmamento dei suoi nemici: Silvio Berlusconi, e l’Italia che bene o male Berlusconi ha rappresentato, dandole corpo politico, da due decenni. Merlo Il partito No Prodi - Rizzini Casaleggio è contro il Prof. Ma chi farà esplodere il Pd? - Grillo provoca Bersani: "Vota la Gabanelli"

16 APR 2013

Il Pd genera mostri

Il sonno della ragione genera mostri, e il disastro di Bersani genera Prodi. Andiamo con ordine. Il segretario del Pd è a fine carriera per un motivo che tutti capiscono: insufficienza personale, inidoneità alla leadership. Non ci sa fare. Si ritrova con una non vittoria elettorale, dopo una campagna soporosa. Ma si ritrova con la massima responsabilità per lo stallo in cui ha cacciato il Paese. Voleva la foto di Vasto con Vendola e l'alleanza con il centro. Vasto, Vendola e il centro sono scomparsi nelle brume. Mario Monti lascia come capopartito (era ora: lo dico per lui e per noi), e restano truppe sparse senza nome che si metteranno agli ordini di Renzi o di altri feudatari piddini dell'ultima ora.

15 APR 2013

Primomaggio e disaggio, ma che musica geniale quella di Elio

14 APR 2013

Una telefonata in redazione

Prodi, un’incongruenza curricolare (una laurea e un PhD in più)

Ecco i fatti, ricostruiti magistralmente da Marco Valerio Lo Prete, nostro capo dell’economia. “Mercoledì. Mi accorgo che sul sito del Watson Institute e della Brown University , il profilo del professore Romano Prodi, lì ‘professor at large’, è associato a una lunga biografia che contiene un dettaglio del tutto nuovo, perlomeno per me. Si parla, in particolare, di due lauree e un dottorato in Economia alla London School of Economics (‘Prodi earned economics and law degrees from the Catholic University of the Sacred Heart in Milan and a PhD in economics from the London School of Economic and Political Science’).

13 APR 2013

La Thatcher e i cretini

La grandezza vera della Thatcher è nell’aver lasciato aperta e sanguinante la ferita storica aperta con la sua rivoluzione. La memoria di un leader di quel tipo, un fatale e glorioso primo ministro di una democrazia moderna, muore quando smette di dividere, di appassionare, di fanatizzare perfino, nel contrasto di idee e fino all’iracondia dei ricordi, i sopravvissuti. Altrimenti è potenzialmente immortale.

12 APR 2013

Quirinale, governo, inciuci

La Costituzione più bella del mondo, iperbole scema di un comico ripetuta da anime belle in cerca di gratificazione, stabilisce che il presidente di questa Repubblica sia eletto a mezzo di un inciucio. Letteralmente. Inciucio vuol dire chiacchiera sottopelle, spazio negoziale parallelo, mal definito, opaco. Il Papa è eletto nel teorico segreto il più assoluto, ma dopo nove giorni di riunioni, le Congregazioni, nel corso delle quali il corpo elettorale discute dei problemi della chiesa, ciascuno ha il diritto di dire la sua e di esporsi ed esporre le proprie idee, la personale identità.

11 APR 2013

Un equivoco, anzi no

I giornali e i tg hanno interpretato attualizzandole le riflessioni fatte dal capo dello stato nel suo ultimo intervento pubblico, quello su Gerardo Chiaromonte a vent’anni dalla scomparsa. Napolitano per le larghe intese e contro Grillo, così i titoli. Falso. E vero. Falso perché, come dimostra il testo dell’intervento del presidente, e confermano le riflessioni del suo caro amico Macaluso che pubblichiamo qui , l’invocazione dell’unità nazionale come atto di coraggio è in un contesto storico in cui Napolitano conferma anche il suo dissenso dal modo con cui Berlinguer mise fine all’esperienza; e l’accenno all’antipolitica è storicamente contestuale anch’esso. Macaluso  Chiaromonte, un berlingueriano che seppe dire no alla svolta moralista

10 APR 2013

L'ULTIMA RIVOLUZIONARIA

Poteva essere molto paziente, diceva, a patto che alla fine si facesse come voleva lei. Nessuno come lei, prima e unica donna a comandare l’esecutivo nella Gran Bretagna contemporanea, ha mai deciso tanto, tanto di rilevante, e in così poco tempo (1979-1990). Pedersini Margaret, tutta suo padre - Peduzzi Una lady non è fatta per voltarsi, e nemmeno per tornare a casa - Stagnaro Eccentrica di massa - Bruni Outsider di massa

09 APR 2013
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