I sermoneggi dei puritanucci ti fanno perdonare sempre Berlusconi E’ in una forma strepitosa. Secondo me ha sbagliato tutto, lo dico con amore e senza supponenza, e stavolta non se la cava a buon prezzo. Ma la forma è smagliante. Il manifesto do ut des sul fatto che per ottenere il rimborso dell’Imu che hai già pagato devi votare la sua lista è di un cinismo corruttivo insopportabile, roba da caiman-commercialisti, ma di un’efficacia bestiale, credo. E poi le supposte di Tremonti. E’ il top del pop, dell’oratoria politica scombiccherata, amara, divertente, rivelatrice. 12 FEB 2013
Il senso del gran gesto che, per il Foglio, non è un fulmine a ciel sereno Anticipare una notizia di portata millenaria come le dimissioni del Papa è un buon servizio reso all’informazione. Ci è capitato, il 10 marzo dell’anno scorso, di scrivere e pubblicare precisamente questa anticipazione. E ripubblichiamo senza variazioni, e con amorevole premura verso quel grande vecchio, la pagina su Ratzinger che lascia il pontificato. Avremmo potuto scriverla ieri, a dimissioni annunciate. Perché non era un pettegolezzo monstre. La fonte era Benedetto XVI in persona, in un passaggio della sua limpida intervista al giornalista della Süddeutsche Zeitung, Peter Seewald. Leggi Gli ultimi quindici giorni di regno, l’attesa del successore di Paolo Rodari 12 FEB 2013
La campagna elettorale è ormai lo spettacolo più pazzo del mondo Non sbaglia il Cav quando dice che alle politiche di febbraio "ci giochiamo il nostro futuro". Ma quanto pesa il nostro futuro? La campagna elettorale, non solo quella di Berlusconi, è ormai lo spettacolo più pazzo e sconcertante del mondo, tra cani adottati da Monti, Berlusconi, Brambilla, 150 sigarette fumate dal gigante mangiafuoco Crosetto, gli abiti high punk del liberista da battaglia Giannino, i comizi di Grillo in pelliccia sintetica con folle oceaniche plaudenti nel freddo, i motti proverbiali dello smacchiatore Bersani rintuzzato da Crozza ("ma che cazzo dici?"), le caricature mirabolanti appunto di Crozza, la performance grottesca di un giornalismo televisivo mai così cordialmente (e magistralmente) asservito alle leggi del politics show. 11 FEB 2013
Grillo porterà alle Camere un po’ dei suoi, una risata li seppellirà I comizi di Grillo sono molto affollati. Sono impressionanti. Bisogna anche tenere conto del fatto che siamo in inverno. Non era dunque vero che gli italiani sono così freddolosi che possono votare solo e soltanto in primavera. Balle e ciance della cosiddetta prassi repubblicana durata, custodita e protetta come un protocollo d’ordinanza, per oltre mezzo secolo. Le elezioni sotto la neve erano e sono possibili. Chissenefrega della legge finanziaria, della temperatura, e di mille altre scuse. Se quei comizi fossero parte di una strategia di piazza competitiva, direi che sono un botto pazzesco. Ma a quanto pare Grillo è l’unico performer che si presenta e batte i marciapiedi. 10 FEB 2013
Un bacio, un bacio ancora Il Cav. melodrammatico, paternalista, buono e giocoso con tutti Alla fine di tutto lo ha baciato d’istinto, il Floris, martedì sera a “Ballarò”. E sì che il ragazzo non era stato poi così morbido nella conversazione, tutt’altro, sebbene sia ormai l’analogo televisivo dell’ottimo cornetto integrale al miele, ma quel bacio vuole dire molto nel linguaggio teatrale di Berlusconi, linguaggio perfettamente riprodotto, in satira, da un Crozza mai così esperto e formidabile ritrattista dell’intimo dei suoi personaggi. 07 FEB 2013
L'inutile censura sull'inutile filmetto del solito Emmott Bill Emmott ha diretto per molti anni una rivista settimanale molto importante e autorevole, l'Economist. Ha scritto libri sulla crescita asiatica, ha fatto campagna contro Berlusconi («unfit to lead Italy»), poi si è preso del tempo per sé ed è venuto da qualche anno a vivere in Italia. È editorialista della Stampa, spende volentieri il suo ingegno per capire il Paese d'adozione recente, ha firmato un documentario sul declino italiano in cui si parla, a partire dal titolo, di una cara ragazza finita in uno stato di coma (Girlfriend in a Coma), che poi sarebbe questo Paese. Leggi Emmott appoggia Bersani e il club degli ottimati che salverà l’Italia di Mattia Ferraresi 04 FEB 2013
Siamo fondati sul lavoro, ma non si capisce in che senso La parola “lavoro” ha uno strano destino in questo paese. Non ho niente contro la valorizzazione del “lavoro”. Va più che bene che un giornalone tribunizio come la Repubblica di Mauro e Zagrebelsky faccia ideologia lavorista a Torino, con un festival in cui le star sono giuristi militanti e sindacalisti Fiom e intellettuali pubblici della carovana Cgil, da un lato, e dall’altro l’imprenditore che più di ogni altro ha reso controverso il concetto di lavoro nel panorama della crisi industriale italiana e internazionale, Sergio Marchionne. 03 FEB 2013
Tra i due contendenti la Cgil gode Ora va di moda dargliele a Monti oppure, a parti rovesciate, dargliele a Berlusconi. I due si picchiano di santa ragione, dopo la lunga stagione dell’idillio, e Bersani si agita o finge di agitarsi nei meandri della sua Italia giusta, con capitale a Rocca Salimbeni, Siena. Vabbè. Ma la Camusso? La leader della Cgil rischia di essere il vincitore delle elezioni. Vendola, lo si è visto, non serve a niente e conterà poco, disturba, fa casino, vuole un marito e un figlio, sarà accontentato come Elton John in Inghilterra, ma a sinistra c’è sempre uno più puro che ti epura. 28 GEN 2013
Le spregevoli motivazioni di chi vuole le nozze gay Questo mi fa impazzire, non il bouquet di fiori scambiato da marito a marito, da moglie a moglie, a tutto ci si abitua, ma la motivazione di Maria Miller, ministro della Cultura a Londra: “Crediamo che il matrimonio sia una buona cosa e vogliamo incoraggiare più coppie a unirsi”. E’ una bella presa per il culo, no? Capisco le prime due righe del bill che tra qualche mese ai Comuni e ai Lord sarà votato da laburisti e liberali e conservatori in funzione di progressisti: “Il matrimonio di coppie dello stesso sesso è legale”. 27 GEN 2013
Ma cosa ci ha fatto questo Monti? Evocato e intervistato da Marco Valerio Lo Prete nella nostra lunga inchiesta sulla democrazia “a trazione elitaria” ovvero sul montismo, fino a ieri per noi Nathan Gardels era un guru californiano liberal, ma assalito dalla realtà, ripescato e rilanciato da Mario Monti e dall’eurodeputata liberale Sylvie Goulard in sapide note al testo di un loro pamphlet sulla democrazia in Europa. Una voce interessante, un americano conoscitore dell’Italia, uno controcorrente. Leggi Il mistero non è Monti, ma gli italiani di Nathan Gardels 22 GEN 2013