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Jacques Vergès

Di Jacques Vergès, l’avocat de la Terreur secondo il titolo del film a lui dedicato da Barbet Schroeder, qui abbiamo raccontato e detto molto, nel passato anche recente. Liberilibri ha pubblicato i suoi ultimi opuscoli sulla giustizia. E’ morto a Parigi giovedì sera a 88 anni, poco prima di una cena con amici, nella casa – ha riferito l’editore Pierre-Guillaume de Roux – dove aveva abitato Voltaire. La cifra della sua esistenza avventurosa e solforosa come figura pubblica, e della sua notorietà internazionale, è semplice: resistenza con De Gaulle, appartenenza al Partito comunista, speciale carriera nell’avvocatura in difesa intercambiabile di eroi delle resistenze anticoloniali, di superterroristi e criminali di guerra. Leggi l'intervista di Marina Valensise all'avvocato francese

17 AGO 2013

Vera storia di due presidenti

Contrario al carcere per l’ex premier Berlusconi, garante della legittimità delle critiche alla sentenza Esposito e della funzione centrale e di alternanza del movimento guidato dal Cav., non ostile entro condizioni certe a grazia o commutazione della pena, il presidente della Repubblica ha detto ieri che le sentenze non si possono che applicare e che una campagna pro crisi e sfascio sarebbe fatale. Berlusconi sapeva che il dettato della posizione ufficiale del Quirinale non avrebbe potuto di molto discostarsi da questo schema. Tutti aspettano il braccio di ferro Berlusconi-Napolitano, e in molti tra gli amici e i supernemici del Cav. lavorano per questo scenario. Cerasa Napolitano, la nota e la lotta delle due sinistre di fronte al partito Quirinale - A settembre i dem vogliono abolire il “fine pena mai”

14 AGO 2013

Una grande storia

E’ mezzo agosto, la botta è stata dura, la situazione è parecchio confusa, ma la domanda intorno a cui ruota esistenzialmente la destra o il centrodestra o il Pdl o Forza Italia a me sembra obbligatoriamente sempre la stessa: chi è Berlusconi, quale immagine e identità offre di sé agli italiani? E’ stato in successione: l’imprenditore popolare che si mette in politica con un programma rivoluzionario nel linguaggio e nella sostanza, l’uomo di governo scelto dagli elettori e cacciato con una manovra di palazzo, il premier di una legislatura che perde ai punti, nel 2006, e riassume la premiership con una specie di plebiscito nazionale, infine l’oggetto di una feroce campagna di scandali paragiudiziari, la vittima della grande crisi che dà il benestare all’esperimento Monti. Leggi anche Il tormento dello Stato maggiore

13 AGO 2013

Due o tre cose che so di Marina B.

Ecco perché Marina Berlusconi è tenuta a mostrarsi e a essere riottosa di fronte alla prospettiva del suo ingresso in politica nel caso di elezioni anticipate con il padre ristretto nella libertà personale e incapacitato giudiziariamente. Prima di tutto, uno dei grandi effetti speciali del 1994, perché Marina in campo è fenomeno paragonabile a quello, fu la sorpresa. Berlusconi fece in modo di ritardare l'annuncio, di renderlo incerto fino all'ultimo, e poi cominciò la lunga cavalcata di due decenni.

12 AGO 2013

La banca doma la speculazione finanziaria, chi domerà la nostra pigrizia?

Le strade affollate d’agosto 2013 non mentono. Anche i ristoranti pieni non mentivano, nonostante la semplificazione. Lo spread a 200 punti non mente. I dati sul contenimento relativo della disoccupazione sono anch’essi un pezzo di verità. La crisi speculativa è in ritirata, e può forse ripresentarsi a sorpresa. E’ esposto a ogni tipo di avventura il mondo unificato dei mercati, dei sistemi, delle culture, delle politiche finanziarie, degli apparati produttivi, della circolazione universale di uomini e merci: se un miliardo di persone sono uscite dalla povertà in vent’anni, questo è una splendida occasione di sviluppo, di giustizia e di speranza, ma anche un costo che qualcuno paga, in particolare con l’incremento della concorrenza che colpisce le pigrizie d’occidente.  Leggi anche Due o tre cose che so di Marina B.

11 AGO 2013

Marina, Marina, Marina

Ve la dà lui la soap, cari snobbini. E’ un’epoca intera che ci rompete i coglioni con Camelot, la saga dei Kennedy, di padre in fratello, di fratello in fratello, di zio in nipote, saga familiare fatale della democrazia americana, fino alla recente nomina di una kennedyna ambasciatrice a Tokyo. E’ tanti anni ormai che passate le vostre vacanze liberal a Martha’s Vineyard invece che all’isola d’Elba. Vi piace la “familiarità” politica della east coast, i Clinton ospiti di Ted, Obama a cinque stelle nell’isoletta chic, Agnelli l’Avvocato parte della compagnia, e la signora Onassis e Oscar de la Renta.

10 AGO 2013

Renzi, Bersani e le catene di Repubblica

Una tranquilla superiorità

Sono preso da un tranquillo sentimento di superiorità. Lo dico con pudore, quasi me ne vergogno. L’estate dell’attivismo manettaro, sulla scia della celebre sentenza Esposito e della sua gagliardissima motivazione a mezzo stampa, prometteva male. Porco agosto. Invece no. Il giudice si è subito mostrato un Dandin, come nella commedia di Racine: quello che processa libidinosamente il cane per aver rubato il formaggio, e chiama a testimoni i suoi cuccioli. Berlusconi è ad Arcore, a quanto pare. Spero che si riposi e si diverta, compatibilmente. E che vigili. Merlo Quelli che vogliono il sinedrio

09 AGO 2013

Quel che Mauro dimentica

Ezio Mauro sa l’inglese, ma parla e scrive ostinatamente in torinese. Scrive per dare dignità alla campagna mediatica e politica contro Berlusconi, ed è nel suo pieno diritto farlo. Ma non accetta di ragionare sul piano politico. Offre ai lettori di Repubblica l’ideologia azionista. Vuole convincerli di quanto ha convinto lui, a furia di frequentare Zagrebelsky: non è una questione politica la sentenza che ha per conseguenza l’esproprio di sovranità democratica notorio e la cacciata dalle istituzioni di un leader da nove milioni di voti. Mascia Cav. o no, il problema è nell'abolizione dell'art. 68. Parla il prof. Olivetti - Cerasa Contro le toghe chiacchierone. Chiacchierata con il generale Mori - Merlo Il fronte crisaiolo del Pd spara sul Cav. ma il vero obiettivo è Renzi

08 AGO 2013

Jeff Bezos e Diego Della Valle

Comprare il Washington Post. Non comprare il Corriere della Sera. Ciascuno fa quel che vuole dei suoi soldi, ma sta a chi scrive sui giornali distinguere, discernere, cercare di capire. Non siamo l’America: lavoriamo meno, siamo infinitamente meno produttivi, abbiamo un sistema di regole vecchio, un welfare incautamente generoso, una mobilità inferiore, uno stato molto più impiccione, un sistema di istruzione e di cultura protetto ma tutt’altro che all’altezza delle necessità di uno sviluppo sensato (delle sfide della globalizzazione, scriverebbe il giornalista collettivo), un modo di essere e di funzionare del capitalismo che è intrinsecamente pattizio, poco libero, poco coraggioso. Ferraresi Vendita di un'epopea - Raineri Aggiungi un Post a tavola - Innovazione, semplificazione, visione e frugalità creativa: i princìpi filosofici di Bezos detti con parole sue - Linkiesta, il Post e Wired la pensano diversamente sulla mossa di Bezos. Un capriccio. No, una rivoluzione - Masneri Da Bezos a Buffett, i grandi capitalisti americani non replicano l’arrendevolezza di quelli italiani sul Corriere - Buttafuoco Non può che essere colpa di Crocetta se il Post improvvisamente è stato svenduto

07 AGO 2013

Maramaldo, Rodomonte e la Cavaliera

Viviamo nel paese di Maramaldo. Ma c’è un Rodomonte, e speriamo bene. Fabrizio Maramaldo era il capitano di ventura che in un agosto del XVI secolo “uccise l’uomo morto”, secondo la leggenda nera abrogando per viltà ogni regola cavalleresca nella lotta tra nemici. Rodomonte è un personaggio di Boiardo e dell’Ariosto, un outsider, un moro, un total black il quale perde dopo aver combattuto con orgoglio e superbia, e alla fine se ne fugge nell’inferno bestemmiando. Merlo Berlusconi, Napolitano e Letta. I tre "vorrei ma non posso" d'Italia - Di Michele Fermi immagine sulla balconata azzurra del Cav. prigioniero

06 AGO 2013
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