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Il fanatismo al potere

Stavolta il Papa e i vescovi non possono dire: chi sono io per giudicare? A Parigi, una capitale d’Europa, il ministro dell’Istruzione pubblica o Education nationale, Vincent Peillon, ha introdotto nella scuola una aperta liturgia della scristianizzazione che fa centro, e non poteva essere diversamente, sulla guerra dichiarata alla chiesa cattolica. La retorica della laicità è una vecchia amica della cultura politica post rivoluzionaria in Francia. Ma le retoriche sono suffragate da leggi, che creano comportamenti, riflessi condizionati, obblighi e sanzioni contro i trasgressori. Meotti L’abracadabra del politicamente corretto - Un manifesto neolaicista per la scuola francese

30 AGO 2013

Il caso Brunetta

Combina il sindacato ispettivo, cioè le interpellanze parlamentari, con la funzione surrogatoria di regolatore dell’etere e con quella di critico televisivo supplente, quando il professore è in vacanza. Il manifesto di Renato Brunetta sulla controinformazione politica, pubblicato ieri in questo foglio, era anche ironico, autoironico, scritto per il lettore effettivo e non per la solita ipostasi di un pubblico della politica appeso come i caciocavalli. Complimenti. Brunetta è un caso, e non solo per i suoi successi sulla tassa cancellata in capo alla prima casa. Ha uno staff efficiente, che lo informa con competenza. Scrive bene, ha l’aria di un parlamentare che si diverte a fare il suo mestiere. Brunetta Inchiestina (con slide) sulla banda Fazio e sul marchettificio di “Che tempo che fa” - Con 63 righe di grottesco copia-incolla la Rai si ingoia la par condicio - Fenomenologia del palinsesto mattutino di RaiTre, tra “Agorà” e “Brontolo” - La sberla che l’Agcom ha rifilato al Tg3 e che Gubitosi non vuole vedere - Il doping informativo che ha trasformato i Tgr in un regime sinistro - L’AgCom ha rotto il tabù del pluralismo che non c’è (ma tutto tace…) -  Merlo Dietro il successo del Cav. sull’Imu c’è la diplomazia dell’estenuante Brunetta

29 AGO 2013

Moderato fa rima con frustrato

Il moderato italiano è un frustrato naturale, come dimostrava ieri l’editoriale del Corriere , di Ernesto Galli della Loggia. Al moderato non piace Berlusconi. Detesta i suoi modi, la sua lingua, il suo abbigliamento, la sua stessa anomalia costituzionale, il privato in politica. Non gli sta bene la sinistra nelle sue diverse incarnazioni, con i riti ideologici, il politicismo professionale d’apparato, i programmi verbosi e inconcludenti, il retaggio storico. Merlo Un Cav. meditabondo silenzia il Pdl e sfoglia sondaggi pre-elettorali

27 AGO 2013

Il pericolo è che vinca l'Italia manettara

Nella coscienza pubblica c'è un'Italia diversa da quella dei republicones, i militanti dell'antiberlusconismo indignato, e dei manettari duri e puri. Solo che fino a ora non ha avuto una voce, o la sua voce è risultata timida. Faccio qualche nome. Il professor Giovanni Orsina, cattolico liberale, docente, non sarà contento se la mannaia cadrà sulla testa del reo di frode fiscale, cioè il maggiore contribuente italiano condannato in via definitiva da un giudice che si chiama Esposito e non brilla a quanto pare per impersonalità e imparzialità, se stiamo a certe testimonianze vernacolari dei suoi commensali. 

26 AGO 2013

Il bivio di Berlusconi

Berlusconi e i suoi avvocati. Una sera di bevute e chiacchiere incontrai, nella Roma dei primi anni Settanta, un gran signore e pasticcione palermitano, proprietario di un antico palazzo alla Vucciria, la Kalesa, dove ebbi poi l’onore di dormire ospite in una stanza grande come una sala da ballo, con il lettino distante da quello padronale, dove per tradizione e cortesia si accomodava infine nel sonno la compagna di una notte del Marchese. Era un caro amico di Carlo Caracciolo, e fu a lungo suo sodale e ospite romano. Mi divertii quando, domandato che gli ebbi dove fosse sistemato a Roma, rispose: “Da Carlo”, e alla successiva domanda: “Da quanto tempo?” replicava serio e compassato: “Da diciott’anni”. Leggi anche Il pericolo è che vinca l'Italia manettara - Di Michele Un dì diremo che era meglio B.

25 AGO 2013

La soluzione Pannella

E’ tratto liberale autentico non suggerire ad alcuno tra coloro che hanno responsabilità pubbliche e si considerano vittime dell’inimicizia politica dei giudici di farsi la galera. Gaetano Salvemini è celebre anche per aver detto che, se ti accusano di aver stuprato la statua della Madonnina appollaiata sul Duomo di Milano, intanto devi riparare all’estero, poi si vede. Proprio commentando la fuga in Francia di Salvemini, Piero Calamandrei ne aggiunse di suo dicendo che se ti accusano di aver rubato la Torre di Pisa, datti alla latitanza, poi si vede. Incurante di questo tratto, Marco Pannella vorrebbe un Berlusconi che accetti qualunque conseguenza della condanna che lo ha colpito e della sua interpretazione politica faziosa.

22 AGO 2013

Che cosa pensare, che cosa fare

Nella natura dei rapporti politici (e umani) non si dà un’alleanza tra soggetti che si votano alla distruzione l’uno dell’altro. Sarebbe dunque un miracolo, una sospensione delle leggi della natura politica, se il governo Letta di larga coalizione riuscisse a sopravvivere a un voto del Senato per tagliare la testa a Berlusconi con lo strumento patibolare della famigerata sentenza Esposito. I due schieramenti non sono però sullo stesso piano, quello del reciproco annientamento, come scrivono i terzisti del Corriere. Sardoni Così il Pd sulla decadenza del Cav. ritrova una coesione mai vista

20 AGO 2013

Berlusconi è un leader anche senza seggio

I giornali ostili e faziosi recano la seguente notizia. Berlusconi è alla frutta, è depresso, non vede via d'uscita alla situazione in cui l'ha cacciato la ratifica di un dottore Esposito cassazionista di un processo da incubo la cui conclusione surreale è che il maggiore contribuente italiano faceva parte di un sistema di frode fiscale. Gli hanno ritirato il passaporto, non può che starsene acquattato ad Arcore in attesa del peggio, intorno a lui si muove la canea degli arcinemici, la sua prospettiva è nera. Così scrive il Giornalista Collettivo. Chi lo vuole da vent'anni disperato, lo descrive disperato. Io la vedo altrimenti. Credo di avere buone ragioni. Credo di saperne di più. Silva Il romanzo di padri e figlie

19 AGO 2013

Il fallimento di successo di Obama, una parabola da decrittare

Barack Obama è un quasi completo disastro politico, ma brilla come un astro rilucente buona disposizione verso l’umanità, esprime una prodigiosa capacità di comunicare un messaggio di speranza, entra nella storia come un gigante per essere stato non solo il primo presidente nero nella storia di un paese come gli Stati Uniti ma un presidente perfettamente adeguato al ruolo di leader compassionevole e riformatore. La tragedia dell’Egitto in rotta verso la guerra civile fomentata dall’ennesimo fallimento dell’islam politico, e in generale il riflusso del falso movimento aurorale che aveva percorso il Medio Oriente, illuminano di fuochi tempestosi e di pericoli il secondo mandato di un uomo la cui carica è intimamente legata alla gestione dell’ordine mondiale. De Biase Barack chi? - Ferraresi Il presidente senza randello

18 AGO 2013

Jacques Vergès

Di Jacques Vergès, l’avocat de la Terreur secondo il titolo del film a lui dedicato da Barbet Schroeder, qui abbiamo raccontato e detto molto, nel passato anche recente. Liberilibri ha pubblicato i suoi ultimi opuscoli sulla giustizia. E’ morto a Parigi giovedì sera a 88 anni, poco prima di una cena con amici, nella casa – ha riferito l’editore Pierre-Guillaume de Roux – dove aveva abitato Voltaire. La cifra della sua esistenza avventurosa e solforosa come figura pubblica, e della sua notorietà internazionale, è semplice: resistenza con De Gaulle, appartenenza al Partito comunista, speciale carriera nell’avvocatura in difesa intercambiabile di eroi delle resistenze anticoloniali, di superterroristi e criminali di guerra. Leggi l'intervista di Marina Valensise all'avvocato francese

17 AGO 2013
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