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Chiesa madre, maestra o lagna?

Al direttore - Mentre non viene meno l’entusiasmo popolare per Papa Francesco, non mancano alcune voci critiche che si sentono messe in crisi proprio per gli stessi motivi per cui i più lo applaudono. Ora, è opportuno avere una corretta comprensione del modo singolare (ma quale Papa è stato uguale agli altri?) di questo Pontefice “venuto dall’altro mondo” per non creare equivoci ed inutili contrapposizioni. di Giuseppe Versaldi Caro signor cardinale, un po’ lebbroso il Vaticano dev’essere, come dice Francesco, se ospita tanta ipocrisia. Ma mi ha preso per scemo? Matzuzzi Altro che stile e povertà, la chiesa di Francesco è dottrina e discontinuità

03 OTT 2013

Dalla resistenza alla commedia

Dalla resistenza alla commedia. Eravamo qui tutti pronti a combattere chissà quali battaglie di dissuasione, per rompere l’accerchiamento carcerario degli arcinemici, con Berlusconi sulla soglia della galera, ed è arrivato il contrordine del Cav., si vota la fiducia. Ha anche aggiunto, perché conosce le regole dell’umorismo, che non è una marcia indietro. Il sospirato e pluriannunciato 25 luglio c’è stato e non c’è stato, e si è frammisto all’8 settembre della destra italiana: tutti a casa (Letta). Merlo Il Caimano e il Delfino bianco

02 OTT 2013

La sinistra impicca pure con le parole

Avrete notato che con il caso di Guido Barilla è emerso il lato autoritario, prescrittivo, del politicamente corretto. Tu industriale della pasta non puoi dire alla radio che per te, con rispetto per tutti, quel che conta, quel che importa ai fini dello sviluppo, dell'investimento, dell'immagine, del marketing, è la famiglia tradizionale biparentale, maschio e femmina e bambini al seguito. Il Mulino bianco, lo spaghetto, i biscottini entrano nello spettro delle cose scorrette e discriminatorie se non si combinano con uno spot gay o «favorevole all'integrazione», secondo il linguaggio edulcorato o eufemistico scelto da Dario Fo, già testimonial della pubblicità Barilla.

30 SET 2013

Ma quanto è impolitico e insulso il governo dei piccoli

Quando è nato il governo Letta sono stato tifoso. Lui, il presidente, è un simpatico vicino di casa, come può essere simpatico uno di Pisa, con una moglie deliziosa, bambini da fumetto e da sogno. In più era il pupillo di un pezzo da novanta, controverso ma serio e di rango, il compianto Beniamino Andreatta. Quand’era trentenne, per la serie “trentenni che hanno combinato qualcosa”, il giovane Foglio, per la penna di Mattia Feltri, lo intervistò e ne cavò un senso di sé e della missione politica e culturale della nuova generazione decisamente gustoso. Governo, si dimettono i ministri del Pdl - Merlo Votare è meglio che farsi fottere

28 SET 2013

Il rebus Enrico Letta: premier senza politica

Che animale politico è En­rico Letta? Si comporta come fosse Mario Mon­ti, che ha governato un’emer­genza ed è affondato nella poli­tica, ma la sua legittimazione non è l’università Bocconi,il Bil­derberg, un laticlavio a vita, la senioritas di un ex commissario  a Bruxelles. Se la magistratura ba­stona Berlusconi e il Pd vuole metter­ci il timbro, è un suo problema, ed è un problema poli­tico, non tecnico, non istituzionale. Monti poteva com­portarsi da estra­neo alle vecchie questioni della democrazia ita­liana, la guerra dei vent’anni.

23 SET 2013

Tondeggiante e torreggiante Angela, antipapessa forte, da hard discount

Quella di Angela Merkel è una straordinaria lezione di stile. Voglio parlare del suo impaccio personale, del suo corpo e del corrispondente linguaggio. L’ho vista nell’ultimo giorno di campagna fotografata in un discount: che il paese dell’Übermensch sia rappresentato da una massaia dolcemente e goffamente ancheggiante tra i banconi, o alla cassa con carrello e gran pacchi imballati, è meraviglioso. Essere corporalmente banale, appunto, essere qualunque, smentire la moda: ma che bonanza, che benedizione per un leader di quella forza, di quella serena e malinconica potenza. Leggi anche Germania, Merkel stravince ma dovrà condividere il governo - La quieta rivoluzionaria - Merkel, la mamma dominatrice - Le mani della cancelliera

22 SET 2013

La sposa infedele

“E io che me la portai al fiume credendo che fosse ragazza, e invece aveva marito”. Bergoglio nell’intervista al giornale gesuita parla della Casada infiel, della Sposa infedele, quella che García Lorca si porta al fiume, dove “i suoi seni si aprivano come rami di giacinto”, senza immaginare che fosse un adulterio. Quando insegnava, il nuovo Papa racconta che trovò le vie per indurre i suoi allievi, curiosi della sensualità del poeta, a distrarsi in cose più serie. Ma ormai l’ha detto, la Casada infiel, e siccome è anche un lettore e seguace di Michel de Certeau, una specie di mistico Lacan dei gesuiti, l’incidente o lapsus si è irreversibilmente prodotto, almeno per quanto mi riguarda.

21 SET 2013

I falchi e altri rapaci

A noi sembra che i rapaci siano loro, altro che i falchi. Il partito che vuole la morte politica e civile di Berlusconi, e che inneggia alla giustizia uguale per tutti da vent’anni, in un paese in cui nessuno può negare che l’azione penale è amministrata con criteri di amicizia e di inimicizia politica, va avanti come una macchina schiacciasassi. Via la libertà personale. Via i diritti civili. Via la carica di senatore della Repubblica. Via i quattrini, che passano direttamente a Carlo De Benedetti, finanziere, editore del gruppo Espresso-Repubblica, piuttosto impegnato nel partito degli Arcinemici del Cav. e tessera numero uno del Pd. Merlo L’esproprio e i traditori spingono Berlusconi all’ultima battaglia

18 SET 2013

Il salotto snob spera di spartirsi le spoglie di Berlusconi

I linguisti, e molti che non se lo possono permettere, lo chiamano il sottotesto. Tu leggi ciò che accade, e apparentemente i fatti si allineano. Formano un intero comprensibile. C'è logica, ragazzi. E la chimica delle emozioni segue questa logica. Il Delinquente è a terra. Tra poco avrà ai polsi le manette o qualcosa di simile. La vita penitenziaria diventa bella. La legge è uguale per tutti. Anche i ricchi piangono. E via con le filastrocche dell'impresentabile invidia, della spietatezza dei mediocri. È il loro momento. Ci sono spoglie da spartire. La legge è uguale e la vita è bella.

16 SET 2013

Il giornale di carta e l’ombrello di Salisburgo, attenuanti sentimentali

Il fallimento dell’ultima impresa di Tina Brown, la giornalista glossy, brillante, brillantissima, mi ha indotto ad aprire l’ombrello. Tina ha inanellato splendori al Tatler e poi a Vanity Fair, infine al New Yorker e al digitale Daily Beast, da dove il poisson bau-bau (copyright di mia moglie Selma) suo editore, Barry Diller, l’ha appena licenziata. Questo mi ha fatto pensare all’i-Pad, il tablet. Tutti quelli che lo usano per leggere i giornali sono felici di non sporcarsi le mani, di avere il simulacro all’ora preferita, anche di primissimo mattino, di poter scandagliare il mondo intero in un’edicola senza confini, e anch’io. Certo. Però tutto passa in fretta, anche il giornale per tablet et similia di Tina B. Benini Amore di carta

15 SET 2013
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