Machiavelli e Berlusconi, truffe mandragolesche e principesche Antonio Gnoli, giornalista di Repubblica che ha familiarità anche maliziosa con l’alta cultura, ha intervistato per un pamphlet Bompiani Gennaro Sasso, filosofo laureato e cittadino di questa Repubblica. Il tema è Machiavelli nel quinto centenario del suo Principe. Il risultato è un doppio ritratto di formidabile impatto: Machiavelli e gli italiani. Sasso ha ancora molto da dire e da domandare sul pensiero tragico del nostro maggiore scrittore e pensatore di storia e politica, e sul suo senso acuto, inconciliabile, della decadenza e della ruina dello stato come pericolo da scongiurare con ogni mezzo, eppure inevitabile, alla fine. 25 NOV 2013
Indispensabile è il popolo, non Letta Bisogna domandarsi con schiettezza, per capire la situazione italiana, la politica e altro, come mai il governo Letta abbia questa strana e anche un po’ misteriosa aura di indispensabilità. La Commissione di Bruxelles boccia la legge di bilancio di Fabrizio Saccomanni e del premier? Vabbè, che ci volete fare, lasciamo che passino un paio di dichiarazioni minimizzatrici, e il gioco è fatto. Lo Prete Letta piace perché è disponibile - Merlo Acrobazie di un Cav. scissionista 22 NOV 2013
Questo Papa invece ci piace Molte cose di Francesco sono fresche, sorprendenti, e promanano un carisma militante (trattandosi di un gesuita: militare) che investe e sprona un combattente dello spirito, quindi della cultura e della ragione come frontiere proprie anche agli uomini di fede. Ma l’omelia di ieri in Santa Marta è un veemente e audace sommario di ricomposizione e di canto dell’identità cattolica nel mondo contemporaneo. Sì, certo, i tradizionalisti spesso si comportano da imbalsamatori, e il Papa vuole una chiesa viva, una tradizione vivente. Leggi L'omelia di ieri in Santa Marta 19 NOV 2013
Perché sbaglia chi crede a un Berlusconi rassegnato La nascita di una destra di Sua Maestà, irreprensibile e perbene nel senso in cui la intende e la desidera la sinistra, è rinviata a data da destinarsi. Due ore di discorso di Berlusconi hanno riproposto in ogni dettaglio il mito delle origini del suo movimento: anticomunismo, libertà dall'oppressione fiscale, questione della giustizia. E sulla moneta unica europea e il suo governo finalmente parole chiare, non secessioniste ma anzi interventiste: ci sono cose da fare per evitare un egemonismo della Germania e della burocrazia di Bruxelles, e il catalogo è questo. 18 NOV 2013
L’oscena intimità di Vendola e della sua epica di redenzione con l’uomo dell’Ilva “Mi scuso con il mio popolo. Al telefono con Archinà, portavoce dei Riva dell’acciaieria di Taranto, avevo un tono di indecente intrinsechezza, una intimità un po’ oscena fra potenti, alle spalle di un giornalista rompicoglioni. Ho sempre predicato e trasmesso valori rovesciati rispetto a quell’immagine che mi è esplosa contro con anni di ritardo. Ora mi vergogno profondamente. Alle scuse segue un periodo di astensione e di raccoglimento, che vi prego di concedermi, perché il senso di futilità e di doppiezza morale che quelle risate pastose e servili hanno gettato su ciò che penso o pensavo di essere mi opprime, e non so se riuscirò a cancellarlo per riprendere tra voi il mio posto”. Nichi Vendola avrebbe dovuto chiudere così. 18 NOV 2013
Classe dirigente alla deriva Com’è andato l’incontro tra Alfano e Berlusconi? Si riappacificano o si dividono? E la decadenza di Berlusconi da senatore, che conseguenze avrà? Quanto pesa l’intervista di D’Alema in appoggio a Cuperlo e in odio a Renzi? Da che parte penderà il peso del partito degli iscritti e degli apparati? Uno scisma silenzioso se Renzi vince, è questa la prospettiva indicata dalla nomenclatura del Pd? E come ristruttura la girandola delle tasse sulla casa questo governo? E che legge elettorale sarà mai possibile in questo girotondo di partiti e istituzioni e promesse ovviamente mancate di riforma? 15 NOV 2013
Il Gran Consiglio Situazione surreale a destra. Stanno per riunirsi in forma solenne, avevano deciso con tanto di taglio del nastro di tornare al nome originario, Forza Italia, però la divisione è acuta e si contano le teste in attesa di tagliarle (alle origini della democrazia politica c’è la distinzione tra la conta e il taglio, ma la destra italiana è nata in una forma di carismatico leaderismo personale e di adesione per acclamazione, e cambiarne i connotati in quelli di un partito tradizionale non è facile per nessuno, posto che lo si voglia). 12 NOV 2013
Un altro buon motivo per mollare Letta e andare a votare Berlusconi è imprescindibile per definizione, dunque bisognerebbe prescindere da Berlusconi. Chi in questi vent'anni lo ha votato, sostenuto, aiutato a essere quel che è e anche qualcosa di diverso, chi lo ha decrittato, chi lo ha servito senza servilismo, perché il Paese era stato gettato in un pozzo nero dai forcaioli e la sua sorridente follia serviva alla risalita, non vuole una discussione di corte. 11 NOV 2013
La chiesa come Malebolge, il secolo come paradiso di libertà Alberto Melloni bisogna stare a sentirlo, in particolare ma non solo adesso che Papa Francesco rilancia per certi aspetti un’idea di chiesa modellata su forme di vita cristiana che alla scuola storica dei cattolici dossettiani di Bologna si adatta perfettamente. Non è un laudatore banale e nel suo “Quel che resta di Dio”, appena pubblicato da Einaudi, si dice preoccupato di nuovi equivoci papisti, di quel “lasciate fare al nuovo Papa, con il suo stile episcopale e povero (el papa cura, il papa curato) risolverà tutti i guai della cattolicità”. Lo storico ha ambizioni meno spericolate di un teologo come Mancuso, non vuole rifondare la fede, si limita a lavorare per la riforma della chiesa, che non è poco ma neanche troppo. 11 NOV 2013
Caro Renzi ti scrivo Dice, ma che te ne importa? Tu sei preoccupato per Berlusconi, per il sigillo che sarà apposto al ventennio. Sì, è vero, caro Matteo, ma qui siamo abbastanza cresciutelli da capire che la palla è tonda, il paese è uno. Quando W. Veltroni fece un’operazione che assomigliava come una goccia d’acqua alla tua, affiancare e poi inevitabilmente distruggere il governo Prodi per ottenere alle elezioni del 2008, provocate dalla sua iniziativa politica e dal solito pm, la consacrazione della bella politica e di una riforma della sinistra italiana, con promesse sul partito liquido, l’uso non innocente ma ribaldo delle primarie, minacciose possibili rottamazioni dell’intenibile nel Pd, noi lo seguimmo con interesse passo passo. 09 NOV 2013