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Così Renzi tratta con Berlusconi

“Certo che è vero! Certo che stiamo provando a capire se è possibile lavorare con Forza Italia. Nessun mistero. Nessun segreto. Noi lo diciamo da un po’. Se non ci credete la colpa non è nostra”. E’ martedì, siamo a Roma, a due passi da Largo Argentina, in una famosa pizzeria napoletana, e Maria Elena Boschi, responsabile delle riforme del Pd, dice quello che molti renziani pensano ma che non sempre dicono ad alta voce. Si parla di riforma elettorale, qui, si parla dell’unico strumento con cui Renzi può mettere sotto pressione Letta e costringerlo a fare riforme giocando con quell’arma da fine mondo che si chiama voto anticipato. Già, ma di che legge stiamo parlando?

19 DIC 2013

Sul ring con Renzi e Alfano/1

Renzi mena allo stomaco Alfano per non trasformare la foto di Vespa nella nuova (e letale) foto di Vasto

Il rischio c’era, si sentiva, si fiutava nell’aria e lo si leggeva nello sguardo di Renzi un secondo dopo quel ghigno un po’ così offerto ai fotografi ammucchiati sotto il palchetto di Palazzo Santa Chiara. Clic. Sono le 17.45, siamo a Roma, il teatro è gonfio di giornalisti e all’improvviso Matteo Renzi si ritrova immortalato in un’istantanea esplosiva. Letale. Cerasa Perché Renzi parla con il Cav. Intervista a Maria Elena Boschi

19 DIC 2013

Renzi, arrivo

La sconclusionata corsa di Prodi alle prese con chissà cosa (il Quirinale?)

Piazza della Pigna, Roma, lunedì 16 dicembre. Sono le quattordici e trenta, Giorgio Napolitano ha appena finito di vergare il duro discorso che di là a breve rivolgerà alle forze politiche dal Quirinale e in un piccolo ristorante romano un amico del presidente della Repubblica, Emanuele Macaluso, offre al cronista un’opinione gustosa rispetto a un duello che segnerà i prossimi mesi di questa tormentata legislatura. “Secondo me – dice Macaluso – Romano Prodi, al dopo Napolitano, un pensierino ce lo sta facendo”. Prodi, già. Leggi anche Merlo Nap. e i tre pestiferi

18 DIC 2013

Il caso Boccia e la prima frattura (causa Renzi) nell’universo lettiano

Domenica scorsa Enrico Letta ha eccitato la platea dell’assemblea del Pd promettendo di mettere le famose balls of steel a disposizione di una battaglia cruciale per le sorti dell’umanità: la guerra contro i retroscenisti birbanti che si divertono a raccontare qualche dettaglio sul rapporto tra il segretario del Pd e il presidente del Consiglio. Rapporto che, naturalmente, sia Letta sia Renzi giurano essere idilliaco ma che purtroppo ogni tanto regala ai retroscenisti alcune chicche che meritano di essere raccontate. Leggi anche Farinetti spiega perché Renzi deve costringere Letta a votare subito - Pizzino segreto dei renziani spiega perché a marzo comincia il conto alla rovescia

17 DIC 2013

Pizzino segreto dei renziani spiega perché a marzo comincia il conto alla rovescia

Nelle ultime ore, nei corridoi di Montecitorio, si discute molto di un’iniziativa informale fatta da un gruppo di renziani che per conto del segretario del Pd si sono informati per verificare la possibilità di accorpare il prossimo venticinque maggio sia le elezioni Europee sia le elezioni Politiche. I renziani, per avere illuminazioni sulla questione, si sono mossi su più fronti.

17 DIC 2013

Forza Eataly

Farinetti spiega perché Renzi deve costringere Letta a votare subito

Stiamo al gioco. Se è vero che il nuovo Pd ha così pochi punti in comune con il vecchio Pd da risultare agli occhi dell’osservatore come fosse, e lo diciamo con un sorriso, una sorta di Forza Eataly, se le cose stanno così si può dire che sulla tessera numero uno di questo nuovo partito si trova il nome di un imprenditore famoso, che negli ultimi anni è diventato uno degli azionisti di maggioranza del renzismo di lotta e di governo: Oscar Farinetti, inventore di Eataly. Cerasa Pizzino segreto dei renziani spiega perché a marzo comincia il conto alla rovescia

17 DIC 2013

Tra tregue e tempeste

Letta e Renzi tra rincorse e piani per votare prima del semestre europeo

I due si guardano, si cercano, si studiano, si seguono, fingono di vivere in un clima di grande cordialità, grande amicizia, grande intesa e grande affinità, e alla fine, a nemmeno una settimana dalle primarie, si ritrovano già a vivere in una situazione un po’ così: a metà tra il sogno della rincorsa e l’incubo del sorpasso. Altro che patto. Partiamo dalla rincorsa (e dal Consiglio dei ministri di ieri) e poi arriviamo al sorpasso (con una notizia sfiziosa). Vietti Il governo brevi intese. Parla Casini

14 DIC 2013

Con o senza Napolitano

Tregua, altro che patto. Così Renzi sfiderà Letta sulla legge elettorale

Il patto. L’asse. L’alleanza. L’accordo. L’intesa. Le sintesi rassicuranti offerte ieri da molti giornali rispetto all’incontro di lunedì tra Enrico Letta e Matteo Renzi descrivono una realtà distorta che ha tutta l’aria di essere simile a una mezza verità, per non dire a una mezza bugia. Ci spieghiamo. E’ vero che a Palazzo Chigi il segretario del Pd e il presidente del Consiglio hanno convenuto sulla possibilità di sottoscrivere un patto dopo l’approvazione della Legge di stabilità. Leggi anche Letta: "Fiducia per un nuovo inizio, con obiettivi e tempi certi"

11 DIC 2013

Rottamarsi un po'/13

Dove colpirà la prossima rottamazione

“You’re on a different road / I’m in the Milky way / you want me down on earth / but I am up in space / You’re so damn hard to please we gotta kill this switch / You’re from the 70’s but I’m a 90’s Bitch!/  I love it!”. Noi ci giriamo attorno, ovvio, facciamo mille capriole, troviamo mille spiegazioni, mille interpretazioni, mille giustificazioni, mille possibili sfumature tra il programma di Matteo e quello di Gianni e quello di Pippo e quello di Enrico. Ma alla fine, si sa, in campagna elettorale i programmi contano quello che contano, cioè quasi nulla, le proposte di riforme contano quello che contano, cioè quasi zero, e ciò che conta è il simbolo, l’immagine, la forma più che la sostanza, e insomma, via, ciò che un candidato davvero rappresenta.

10 DIC 2013

Governo Leopolda

Il day after è un ciclone di un milione e seicentomila voti che arriva a Palazzo Chigi alle diciassette e trenta dopo una conferenza stampa scoppiettante, un messaggio politico d’attacco, una discontinuità ostentata anche con il profilo delle persone scelte per la segreteria, che poi è una squadra di governo di Renzi, e una tentazione irresistibile – la vedi nei gesti, nelle parole, nei sorrisi, nelle battute e nelle risposte ai cronisti – di far pesare il trionfo alle primarie come fosse la certificazione di un nuovo rapporto di forza con il governo.

10 DIC 2013
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