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Renzi piace ancora alla destra?

L’articolo che state per leggere nasce da una questione che da mesi vive sottotraccia nel dibattito politico legato al futuro del centrosinistra e che nelle prossime settimane, a prescindere da quale sarà il destino del governo guidato da Enrico Letta, diventerà uno dei grandi fili conduttori sia della campagna congressuale che si accinge ad affrontare il Partito democratico sia della campagna elettorale che per forza di cose ogni tanto si incomincia a intravedere dietro l’orizzonte della grande coalizione.

17 LUG 2013

Il Pd e la rottamazione dei manettari

Roberto Speranza ha 34 anni, guida i deputati del Pd dall’inizio di aprile, è stato il coordinatore della mozione Bersani durante la campagna elettorale, è corteggiato da tempo dai vecchi campioni del correntone rosso per scendere in campo e guidare il partito e dopo tre mesi passati alla guida del più grande gruppo di parlamentari alla Camera è arrivato a una conclusione importante: che la grande coalizione non solo potrebbe non far male al suo partito ma potrebbe persino aiutare il Pd a rafforzarsi, a migliorarsi e a trovare una nuova e più robusta identità politica. Già, ma come?

06 LUG 2013

Renzi in Europa

Regole, date, candidati, manovre, cene, sms e una proposta maturata per convincere Renzi a stare fermo un giro: mandarlo in Europa. Tutto matura ieri a Roma, poco prima che le principali anime del Pd si ritrovassero al Nazareno per ragionare attorno al documento presentato dai bersaniani in vista del congresso. Nel corso del convegno – i renziani e i veltroniani, ormai un’unica corrente, hanno scelto di non esserci, e lo stesso i giovani turchi – molti dei partecipanti hanno negato la presenza di una “union sacreé” per scoraggiare la candidatura di Renzi.

05 LUG 2013

Il Pd e il romanzo del piccione

I lettori ci perdoneranno se in mezzo alle mille gustose notizie che continua a offrirci l’estate ci ostiniamo a parlare del roccioso congresso del Partito democratico, con tutte le sue surreali dinamiche interne, i suoi formidabili riposizionamenti quotidiani, le sue romantiche lotte fratricide e le sue appassionanti dispute sulle modifiche del comma A, capitolo Bis, paragrafo C dello statuto del Pd. In altre condizioni, le mosse dei Gianni Pittella, delle Debora Serracchiani e compagnia bella sarebbero state facilmente archiviabili sotto la nota categoria giornalistica degli “scazzi nel Pd”. Leggi Un governo ingabbiato tra piccioni e pitonesse

03 LUG 2013

Il Pd, la carta Fassina, la mozione Epifani e quella sfida tra Renzi e Letta in vista del congresso

  Roma. Renzi vs Letta: alla fine siamo sem- pre lì. Per capire il senso della possibile candidatura del bersaniano Stefano Fassina alla segreteria del Pd bisogna allargare l’obiettivo e mettere a fuoco il filo rosso di questa fase pre congressuale: la spaccatura negli ex Ds, dove le divisioni tra bersaniani pro Fassina, bersaniani pro Renzi, dalemiani pro Cuperlo e diessini pro Civati dimostrano che non esiste più un’unità all’interno del vecchio corpaccione rosso.

29 GIU 2013

La nuova Matteonomics

Ricordate? Qualche giorno fa il Foglio vi ha dato conto delle bozze di un dossier ancora inedito sul quale stava lavorando da tempo il guru economico di Matteo Renzi: Yoram Gutgeld, deputato del Pd, cinquantatré anni, una vita passata in McKinsey. Bene. Quel dossier ora è stato definitivamente completato, il consigliere del Rottamatore lo ha raccolto in cinquantuno pagine di powerpoint, il sindaco ha dato la sua approvazione di massima al lavoro di Gutgeld e da oggi in poi il documento di cui vi parliamo in questa pagina (e che da oggi sarà consultabile sul sito del Foglio, qui ) diventerà a tutti gli effetti la piattaforma programmatica attraverso la quale Renzi, proprio partendo dall’economia, proverà prima a conquistare il Pd e poi a incalzare con le buone o con le cattive il governo dell’“amico” Enrico Letta. Leggi l'editoriale Iva, Imu, legge elettorale e F-35. Per ora Letta non risolve, rinvia - Lavoro minimal

27 GIU 2013

“Renzi è come lo spread!”

Così Brunetta è diventato il vero leader degli anti renziani

“Renzi è come lo spread: se non lo conosci bene, lo temi; se impari a conoscerlo, capisci che non fa paura a nessuno”. Ecco. Probabilmente ve ne sarete accorti, ma da qualche settimana a questa parte, dopo una lunga fase di maliziosi sbaciucchiamenti a distanza e dopo una lunga fase di velenosi messaggi d’amore consegnati con buona regolarità al Pd, Matteo Renzi non è più per il Pdl un leader “ironico”, “simpatico” e “spiritoso” che “porta avanti le nostre idee sotto le insegne del Pd” e con il quale “il Pd potrebbe uscire dall’età della pietra e avvicinarsi finalmente alle moderne sinistre europee”. Cerasa Renzi passa il Rubicone

22 GIU 2013

Renzi passa il Rubicone

Perché sì: “Io lo vorrei fare perché ci tengo davvero al Pd e sono sicuro che è solo con un partito innovativo, leggero, scattante, agile, e per questo non fragile, che possiamo cambiare l’Italia, imporre un bipolarismo di fatto, conquistare gli elettori degli altri partiti e dare una mano al governo, con lealtà ma senza piaggeria: preparandoci come è giusto che sia all’appuntamento con le prossime elezioni smettendola di smacchiare i giaguari, smettendola di farci dettare l’agenda dai nostri avversari, smettendola – che palle! – di farci governare dalle correnti e cominciando a farlo davvero, questo benedetto Pd.

21 GIU 2013

Storia e ragioni delle inedite convergenze parallele tra Renzi e D’Alema

La strana coppia

Questa è la storia di un partito molto divertente, molto affascinante, molto intrigante, molto forte, molto in ascesa, molto interessante che a pochi giorni dal buon risultato ottenuto alle elezioni comunali dimostra però ancora una volta di essere – e lo diciamo con affetto – un po’ squilibrato, e un po’ fuori di testa. Intendiamoci: meglio avere un partito fuori di testa che essere fuori di testa senza avere neppure un partito. Ma per quanto ci si possa girare attorno la situazione in cui si trova oggi il Pd è oggettivamente paradossale.

13 GIU 2013

Piccolo Pigi mena

Le patacche che Travaglio non vuole vedere sulla trattativa

La scorsa settimana sul Fatto quotidiano, Marco Travaglio ha utilizzato la sua penna delicata per raccontare l’evoluzione del famoso processo sulla trattativa stato mafia. Sfortunatamente per i lettori del Fatto, però, Travaglio non ha dedicato il suo spazio né per rispondere al saggio con cui Giovanni Fiandaca – uno dei più autorevoli studiosi di diritto penale d’Italia considerato un “maestro” anche dal magistrato che prima di arrivare ad Aosta conduceva l’inchiesta sulla trattativa, ovvero Antonio Ingroia – ha fatto a pezzi il processo sulla trattativa.

11 GIU 2013
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