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Le avventure della rottamazione

Fosse stato un altro, fosse stato uno come Massimo D’Alema, come Walter Veltroni, come Pier Luigi Bersani, uno come qualsiasi altro volto della vecchia filiera, della vecchia ditta, del vecchio apparato, del vecchio usato sicuro, ieri mattina Silvio Berlusconi si sarebbe comportato come tutte le altre volte: avrebbe trasformato il patto con l’avversario in un irresistibile pacco, e avrebbe fatto diventare la sua affettuosa stretta di mano in uno spietatissimo e cordialissimo abbraccio mortale. Invece no.

30 GEN 2014

Nichi ma che stai a di’? Il futuro di Vendola svelato da 15 perle di saggezza

Nei momenti di massima difficoltà politica, ovvero quando l’essere marginale non corrisponde più allo stato di grazia di chi può abilmente giocare con le armi della lotta fingendo di essere però pronto da un momento all’altro a trasformarsi in una straordinaria forza di governo, Nichi Vendola, consapevole che “la malattia della politica non è solo l’antipolitica ma quest’onda melmosa gonfia di passioni tristi, di livore che sostituisce l’analisi, e di grugniti che prendono il posto delle strategie”, si presenta sempre di fronte ai propri elettori mettendo in pratica una vecchia e formidabile strategia mutuata da un vecchio detto anglosassone che potremmo sintetizzare così: when in trouble, che stai a di’.

29 GEN 2014

Ultima tratta

Le mosse di Renzi per non trasformare in un pacco il patto con il Cav.

Matteo Renzi dice che non si farà ingabbiare, che sulla legge elettorale non si scherza, che le carte sono ormai in tavola, che nessuno può bluffare, che tutto è migliorabile e che però stavolta l’accordo c’è, viaggia sull’asse Palazzo Vecchio-Palazzo Grazioli, e che per questo il treno su cui il sindaco è salito con Berlusconi non si fermerà a metà percorso e arriverà in stazione. Questa la versione di Renzi, veritiera per molti versi. Ma la cronaca della giornata di ieri ci offre anche elementi utili a comprendere come sui binari del Pendolino esistano ancora alcuni ostacoli. Leggi anche D’Alema, la resistenza, Renzi e quella promessa: “Vedrete, quello lì lo batterò”

29 GEN 2014

D’Alema, la resistenza, Renzi e quella promessa: “Vedrete, quello lì lo batterò”

Lui non si rassegna, non ci rinuncia, non si convince, continua a non farsene una ragione, a considerare “quello lì” come se fosse solo un marmocchio di passaggio, e non il futuro, non la modernità, non l’inevitabile evoluzione della sinistra, e crede che prima o poi, come tutti gli altri, quello verrà inghiottito dalle sabbie mobili del partito, e dall’abbraccio mortale dell’apparato.

29 GEN 2014

Botte, risposte, incognite (Cav.)

Renzi gioca col pulsante finish e sfida ancora Letta sulla legge elettorale

Niente da fare: i due si inseguono, si studiano, si sfidano, si provocano, si rincorrono; dicono di fidarsi l’uno dell’altro – come no – di andare sempre d’accordo, di volersi molto bene, di essere grandi amici; ma alla fine dei conti, chissà quanto involontariamente, ogni giorno si ritrovano con il cerino dell’altro nella propria mano, e ogni giorno, chissà quanto casualmente, Enrico è convinto che Matteo sia sul punto di fargli uno sgambetto e Matteo è convinto che Enrico sia sul punto di fargli uno scherzetto. Leggi Oltre i decreti

25 GEN 2014

Tre uomini e un furgone

Chi si dimette? Napolitano e le mosse per smistare il traffico tra Renzi e Letta

Dritto, al centro oppure a sinistra? Per inquadrare il percorso che si prepara ad affrontare il governo guidato da Enrico Letta bisogna fare uno sforzo di fantasia e immaginare un furgone con tre volanti che si avvicina a un incrocio senza avere ancora un’idea precisa su quale sia la giusta direzione da prendere. Sul sedile anteriore del furgone, a manovrare i tre volanti ci sono il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica e il segretario del Pd. Brambilla Renzi, la borghesia milanese, Bazoli e il “piuttosto che…”

23 GEN 2014

Governo Leopolda

Quell’asse col Quirinale che rassicura Renzi dalle rotture cuperliane

Le rassicuranti parole registrate ieri sera durante il confronto avuto alla Camera con i gruppi parlamentari del Pd hanno dimostrato a Matteo Renzi che le improvvise dimissioni di Gianni Cuperlo rappresentano più una prova di debolezza che una prova di forza da parte dell’opposizione interna al Pd. Il segretario fiorentino – che lunedì, durante la direzione, aveva scazzottato con l’ex presidente del Pd, accusandolo di utilizzare in modo strumentale l’introduzione delle preferenze come discriminante per votare la legge elettorale – ieri ha esposto i punti della riforma ai deputati del Pd e nel valutare le posizioni delle varie correnti e correntine del partito ha capito che la legge elettorale non incontrerà grandi ostacoli in Parlamento. Leggi anche Merlo   Il vecchiume di Letta - Sechi   Prima di contestare Renzi, rileggetevi il Berlinguer del 1976

22 GEN 2014

Provocazione maggioritaria

Renzi, la legge elettorale e gli ostacoli sulla strada del governo Leopolda

Tattiche. Conteggi. Aperture. Mediazioni. Bocciature. Provocazioni. Messaggi in codice. E un risultato che alla fine si presenta così: legge elettorale con sbarramento al 5 per cento (che sale all’8 per i partiti fuori dalla coalizione), ripartizione dei seggi a livello nazionale, premio di maggioranza che scatta per le coalizioni che superano il 35 per cento, ballottaggio per le prime due coalizioni qualora nessuna dovesse arrivare al 35 per cento, e divieto di apparentamento tra il primo e il secondo turno. Politicamente, dunque, la legge elettorale disegnata ieri da Matteo Renzi accoglie alcune richieste arrivate dal fronte degli alfaniani e dei bersaniani (fronte che si muove come se fosse un unico blocco, un unico partito, il partito degli Alfa-Bersa), e le richieste sono in sostanza due.

21 GEN 2014

Bum bum - Nuove mani di poker in vista

L'intesa profonda tra Berlusconi e Renzi e le prossime tappe della legge elettorale

E quindi Renzi non molla, va avanti come un treno, incassa un triplo sì da parte di Berlusconi a tutte le proposte discusse a largo del Nazareno con il Caimano, si mostra sorridente di fronte ai cronisti e dopo due ore e mezza di incontro (con lui c’era Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria; con Berlusconi c’era Gianni Letta) dice quello che i suoi avversari temevano e che speravano di non dover sentire: “Con Forza Italia c’è profonda sintonia”. Il succo politico dell’incontro, almeno da quello che si sa in questo momento, è che Renzi e Berlusconi si trovano d’accordo. SDM Dov’era finito Gianni Letta

18 GEN 2014

Patto Gentiloni

Renziano doc spiega al governo perché il Pd non ha paura di votare anche con la legge disegnata dalla Consulta

Roma. Esiste anche un’altra opzione. Un’opzione finale che potrebbe trasformarsi in un pulsante da premere qualora le trattative sulla legge elettorale dovessero sfumare e i tempi si dovessero allungare. Puf. Il pulsante si chiama legge proporzionale e si traduce in un ragionamento che ci offre un renziano doc come Paolo Gentiloni: “Non credo che arriveremo a questo punto ma il governo deve capire che non fare subito la legge elettorale non aiuterà a tirare a campare. E se non ci dovesse essere una svolta, il Pd non avrà paura a trarne le conseguenze. Anche se la legge fosse quella terribile che ci ha imposto la Consulta”.

18 GEN 2014
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