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Ma se il Cav concederà la grazia a Letta, Renzi e Letta poi potranno convivere insieme? Sì, ma a un paio di condizioni.

Negli ultimi giorni, tra una disquisizione e un'altra sul futuro politico del Pd e del Pdl e una valutazione e un'altra sulle reali intenzioni del centrosinistra e soprattutto del centrodestra rispetto al destino di questo esecutivo, è successo che il Partito democratico, tra le altre cose, si è ritrovato a discutere un documento congressuale che ha suscitato reazioni vivaci sia all'interno del fronte governativo sia all'interno del fronte anti governativo e che tornerà presto d'attualità se alla fine di queste ore turbolente Berlusconi, diciamo così, deciderà di concedere la grazia al governo Letta. Il documento in questione è quello scritto da Francesco Boccia.

24 AGO 2013

Napolitano, la nota e la lotta delle due sinistre di fronte al partito Quirinale

La lunga nota con cui ieri Napolitano ha risposto con cordiale severità alla richiesta del Pdl di trovare un modo per garantire a Berlusconi una forma di agibilità politica dopo la conferma in Cassazione della condanna Mediaset (richiesta respinta nell’immediato, perché le sentenze si commentano ma le condanne si rispettano,  ma la cui semplice risposta ha indignato una buona parte della sinistra) ha contribuito ad arricchire le pagine di uno dei romanzi più gustosi di questa fase finale della Seconda Repubblica: il rapporto tra il capo dello stato e il Pd.

14 AGO 2013

Niente ergastolo siamo il Pd

A settembre i dem vogliono abolire il “fine pena mai”

Qualche giorno fa, proprio su questo giornale , il responsabile Giustizia del Pd, l’onorevole Danilo Leva, trentacinque anni, scuola dalemiana, prima esperienza in Parlamento, ha accettato di affrontare in un momento molto complicato (sentenze della Cassazione, reazioni della base del Pd, fragilità della grande coalizione) uno dei temi che per forza di cose, come ricordato ieri anche dal presidente della Repubblica, oggi si trova al centro del dibattito tra i due azionisti di maggioranza delle grandi intese: la riforma della giustizia.

14 AGO 2013

Così Zingaretti prepara il suo Big Bang. Un dossier inedito

Qualche giorno fa, il Foglio è entrato in possesso di un documento che nei prossimi giorni potrebbe diventare l’oggetto di una gustosa battaglia politico-culturale tra due pezzi da novanta della nuova sinistra italiana: da un lato Matteo Renzi e dall’altro Nicola Zingaretti. L’autore di questo documento, però, non è il sindaco di Firenze, che pure da mesi sta scrivendo la sua mozione congressuale, ma è invece il neo presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti; che, pur non essendo in procinto di candidarsi a nessuna carica nazionale, cinque mesi dopo la vittoria ottenuta in regione ha scelto di muovere i primi passi per costruire, dall’interno del Pd, una propria rete capace di mettere insieme idee e persone non legate soltanto alla cerchia delle singole esperienze romane.

13 AGO 2013

Il romanzo stanco di Renzi

Ok, e ora? Che cosa succede nel Pd dopo la comunicazione semiufficiale della data in cui verranno celebrate (o cominceranno a essere celebrate) le primarie per la segreteria (24 novembre)? Che ostacoli attendono Matteo Renzi? Ed Enrico Letta? E il governo? Gran parte del destino delle larghe intese, naturalmente, è legato alle decisioni che nei prossimi giorni prenderà Silvio Berlusconi, e solo nelle prime settimane di settembre sarà chiaro se il Pdl, una volta risolta la questione Imu, riuscirà davvero a rimanere fedele al governo nonostante la condanna, con relativa pena da scontare, del Cavaliere.

10 AGO 2013

Contro le toghe chiacchierone

Se c’è qualcuno che in questi ultimi anni, e forse persino più di Silvio Berlusconi, si è ritrovato a fare i conti con il significativo fenomeno della Toga Chiacchierona, fenomeno che in queste ore, come è noto, è emerso con una certa nitidezza grazie all’incontenibile parlantina dell’ormai celebre giudice di Cassazione Antonio Esposito, quel qualcuno senza dubbio risponde al nome del generale Mario Mori. Negli ultimi quindici anni, complice una serie di inchieste surreali condotte da alcuni magistrati con una certa tendenza alla forsennata parlantina in ambiti non propriamente processuali, l’ex capo dei Ros ha affrontato a più riprese una serie di pubblici ministeri che non hanno mai disdegnato l’idea che fosse lecito portare un’indagine o un processo fuori dai tribunali, e magari di fronte a un taccuino amico o a una telecamera simpatizzante.

08 AGO 2013

Terzista doc spiega perché in Italia il Grande centro è una boiata pazzesca

“Ok, è vero: oggi possiamo dire che la notizia della morte del bipolarismo era fortissimamente esagerata”. Eh già, forse lo avrete notato anche voi: ma sta di fatto che tra le pochissime certezze offerte da questa confusa, disordinata e caotica fase della vita della grande coalizione ce n’è una che riguarda uno spazio politico che giorno dopo giorno sta lentamente e inesorabilmente scomparendo dai radar. Sì, proprio quello: il famigerato Grande centro.

07 AGO 2013

Proposta al Pdl

“Io lo so che per questa intervista mi romperanno le scatole e lo so che in giro ci saranno i soliti buontemponi che diranno che si parla di giustizia per fare un favore a Berlusconi. La riforma della giustizia non può essere però l’appendice dei problemi personali del Cavaliere. E io dico che dobbiamo ribaltare questa logica. Dobbiamo dire le cose come stanno, e che questa volta non daremo alibi a nessuno per giocare con questa materia delicata. Una riforma della giustizia, se dobbiamo dire la verità, la vogliamo noi ancora di più del Pdl, ma non faremo l’errore di farci dettare l’agenda da qualcun altro. Abbiamo le nostre proposte, e se il centrodestra vuole si parte da qui. Innanzitutto dal rispetto della Costituzione. E’ chiaro?”. Danilo Leva ha trentacinque anni, è molisano, è avvocato, è alla prima esperienza in Parlamento. L'editoriale Il caso Esposito e quella magistratura che non lascia riformare la politica

07 AGO 2013

Guida alle convivenze forzate

Cosa devono fare Renzi e Letta per non vivere da separati in casa. Parla Delrio

Ieri pomeriggio, poche ore dopo il discorso molto severo con cui Giorgio Napolitano ha difeso le larghe intese sul caso kazaco ricordando come sia una follia giocare con gli equilibri che tengono in vita il governo di Enrico Letta, l’assemblea del gruppo dei senatori del Partito democratico ha scelto di non imboccare la scivolosa strada della sfiducia al ministro dell’Interno (che potenzialmente potrebbe essere letale per l’esecutivo) e con ottanta voti a favore, sette astenuti e nessun contrario ha deciso di non accodarsi alle mozione con cui il Movimento 5 stelle e Sinistra ecologia e libertà oggi chiederanno di far ruzzolare a Palazzo Madama la testa di Angelino Alfano.

19 LUG 2013

Mori, la rotta dei pataccari

Dopo sette ore e mezza di camera di Consiglio – e dopo cinque anni di dibattimento durante i quali la procura di Palermo ha indagato e imputato l’ex generale dei Ros Mario Mori e l’ex colonnello dei Ros Mario Obinu per favoreggiamento, concorso esterno in associazione mafiosa e minaccia al corpo giudiziario in merito alla presunta mancata cattura nel 1995 di Bernardo Provenzano – ieri pomeriggio il tribunale di Palermo ha respinto le condanne a nove e sei anni richieste due mesi fa dai pm che hanno guidato la pubblica accusa (Vittorio Teresi, subentrato ad Antonio Ingroia, e Nino Di Matteo) nel primo grande filone del processo sulla “trattativa” stato-mafia e ha assolto gli imputati riconoscendo, semplicemente, che “il fatto non costituisce reato”. Punto.

18 LUG 2013
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