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Berlusconi e Grillo all'opposizione. L'inevitabile tentazione di Renzi

Fine delle larghe intese. Conseguenze

Leggi anche Per Forza Italia "il governo delle larghe intese è finito"

26 NOV 2013

Fine delle larghe intese. Conseguenze

26 NOV 2013

Tra agenda e calendario

Le cartucce che sparerà Renzi per buttar giù il muro di Letta e Nap.

Sono le quindici e trenta, siamo a Roma, a due passi da Montecitorio, e un esponente importante del Pd vicino a Dario Franceschini sintetizza con una frase fulminante quello che sarà il destino, e insieme il paradosso, di Renzi alla guida del Pd. “Matteo, con Enrico, vorrebbe essere pure leale. Ma il punto è un altro: non è che non vuole, semplicemente Matteo non può”. Visto sotto questa lente di ingrandimento, la corsa del sindaco verso la conquista della leadership democratica (le primarie sono l’otto dicembre) offre molti indizi utili a capire le ragioni per cui la segreteria a trazione renziana non potrà che avere un effetto ruspa sulla famosa e indecifrabile stabilità del governo.

22 NOV 2013

Dietro “l’aggressione”

Così Letta archivia il caso Cancellieri e lancia la sua sfida a Renzi e a Rep.

Ma con chi ce l’aveva Enrico Letta? Nel grande frullatore del Partito democratico gli ingredienti che hanno dato un sapore alla giornata di ieri sono quelli legati alla mozione di sfiducia presentata  dal Cinque stelle alla Camera contro Annamaria Cancellieri e respinta dal Pd, da Forza Italia e dal Nuovo centrodestra con 405 voti contrari e 154 voti a favore.

21 NOV 2013

Nemici chiassosi e silenziosi

Scissioni, minacce, congressi, divorzi, accordi, dimissioni, sfiducie, attacchi, battaglie, conflitti, pacificazioni, numeri, contro numeri e soprattutto botte da orbi: “Matteo è un superficiale! Matteo è un ignorante!”. Le notizie arrivate a Palazzo Vecchio negli ultimi tre giorni – invettiva dalemiana compresa – sono state accolte da Renzi con lo spirito di chi ormai sa qual è il problema di questa delicata stagione politica. Cioè dimostrare di sapersi muovere, con l’atteggiamento di chi ha compreso che gli ostacoli più insidiosi all’orizzonte non sono solo quelli classici e ben distinguibili sul terreno di gioco, ma sono soprattutto quelli invisibili.

19 NOV 2013

Il metodo Matteo

La progressiva rottamazione delle palle d’acciaio, specie considerando il fatto che i proprietari delle balls of steel in questione si chiamano Enrico Letta e Giorgio Napolitano, prevede, da parte di Renzi, una strategia non convenzionale in cui la chiave di volta del metodo è legata alla famosa questione della personalizzazione della politica. E in fondo tutto gira attorno a questo punto qui: l’approccio con Letta, la dialettica con Napolitano, il duello con gli avversari, il rapporto con il Pd, il linguaggio della campagna, lo scontro con i candidati, la corsa alla segreteria, l’organizzazione dei comizi e persino le proposte di riforme.

14 NOV 2013

“Una scissione indebolisce Enrico”

Diversamente lettiani

Il pensiero che il governo guidato da Enrico Letta possa trasformarsi nel garante supremo della famosa ideologia delle larghe intese è diventato il tratto identitario chiave per capire qualcosa di più sulla campagna elettorale di Matteo Renzi. Ieri pomeriggio, durante l’ora di conversazione che il sindaco ha dedicato ai follower su Twitter, il Rottamatore è tornato sul punto e ha provato ancora una volta a marcare una distanza dalle logiche grancoalizioniste sfiorando il tema della legge elettorale, criticando la possibilità che il governo superi il porcellum con un decretino e ribadendo che entro l’otto dicembre i suoi parlamentari presenteranno una proposta di riforma utile non solo a rottamare la legge Calderoli ma a stimolare anche una logica bipolarista. L'editoriale Le trappole del Rottamatore

13 NOV 2013

Non solo fantapolitica

Renzi tifa per la fine dei giochi (per evitare le trappole del caro Letta)

La storia che lui non si candida, che Enrico punta all’Europa, che una volta finito il semestre non ci sarà alcuna battaglia fratricida e che, caro Matteo, tranquillo, non ti preoccupare, appena finisco a Palazzo Chigi mi tolgo dai piedi è una storia che vista da Firenze, e vista da Palazzo Vecchio, rientra nella categoria dei disegni legati al magnifico mondo della fantapolitica.

12 NOV 2013

La pentola a pressione di Matteo

Il paradosso di Matteo Renzi è tutto nella legge della pentola a pressione. La legge dice che anche la più prelibata delle pietanze, se si ritrova per troppo tempo dentro una pentola a cottura accelerata, corre il rischio di arrivare a tavola non con l’aspetto della vivanda delicatamente tostata ma con l’aspetto della portata così abbrustolita da offrire l’impressione di essere bruciata. Ovviamente, la traduzione politica della metafora è il rapporto complicato che esiste tra il sindaco di Firenze e il presidente del Consiglio, il loro gioco di fioretto, le loro divergenze parallele, il loro modo di interpretare con stili diversi il ruolo dei protagonisti di una battaglia simile a quella descritta domenica sulle pagine culturali del New York Times.

09 NOV 2013

“Un congresso tra virgolette”

 A Roma, i più dotti tra i politologi direbbero che i candidati la stanno un po’ buttando in caciara. E anche se manca ancora un mese al risultato del congresso già oggi si può dire che il primo risultato certo  è che Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati hanno rottamato il congresso, lo hanno messo tra virgolette e hanno trasformato la loro corsa verso la leadership del Pd in una competizione anomala dove ogni candidato prima di ogni altra cosa si preoccupa di spiegare ai propri elettori che quello che stanno osservando è un congresso, sì, ma in realtà non è un classico congresso.

31 OTT 2013
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