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Tra tregue e tempeste

Letta e Renzi tra rincorse e piani per votare prima del semestre europeo

I due si guardano, si cercano, si studiano, si seguono, fingono di vivere in un clima di grande cordialità, grande amicizia, grande intesa e grande affinità, e alla fine, a nemmeno una settimana dalle primarie, si ritrovano già a vivere in una situazione un po’ così: a metà tra il sogno della rincorsa e l’incubo del sorpasso. Altro che patto. Partiamo dalla rincorsa (e dal Consiglio dei ministri di ieri) e poi arriviamo al sorpasso (con una notizia sfiziosa). Vietti Il governo brevi intese. Parla Casini

14 DIC 2013

Con o senza Napolitano

Tregua, altro che patto. Così Renzi sfiderà Letta sulla legge elettorale

Il patto. L’asse. L’alleanza. L’accordo. L’intesa. Le sintesi rassicuranti offerte ieri da molti giornali rispetto all’incontro di lunedì tra Enrico Letta e Matteo Renzi descrivono una realtà distorta che ha tutta l’aria di essere simile a una mezza verità, per non dire a una mezza bugia. Ci spieghiamo. E’ vero che a Palazzo Chigi il segretario del Pd e il presidente del Consiglio hanno convenuto sulla possibilità di sottoscrivere un patto dopo l’approvazione della Legge di stabilità. Leggi anche Letta: "Fiducia per un nuovo inizio, con obiettivi e tempi certi"

11 DIC 2013

Rottamarsi un po'/13

Dove colpirà la prossima rottamazione

“You’re on a different road / I’m in the Milky way / you want me down on earth / but I am up in space / You’re so damn hard to please we gotta kill this switch / You’re from the 70’s but I’m a 90’s Bitch!/  I love it!”. Noi ci giriamo attorno, ovvio, facciamo mille capriole, troviamo mille spiegazioni, mille interpretazioni, mille giustificazioni, mille possibili sfumature tra il programma di Matteo e quello di Gianni e quello di Pippo e quello di Enrico. Ma alla fine, si sa, in campagna elettorale i programmi contano quello che contano, cioè quasi nulla, le proposte di riforme contano quello che contano, cioè quasi zero, e ciò che conta è il simbolo, l’immagine, la forma più che la sostanza, e insomma, via, ciò che un candidato davvero rappresenta.

10 DIC 2013

Governo Leopolda

Il day after è un ciclone di un milione e seicentomila voti che arriva a Palazzo Chigi alle diciassette e trenta dopo una conferenza stampa scoppiettante, un messaggio politico d’attacco, una discontinuità ostentata anche con il profilo delle persone scelte per la segreteria, che poi è una squadra di governo di Renzi, e una tentazione irresistibile – la vedi nei gesti, nelle parole, nei sorrisi, nelle battute e nelle risposte ai cronisti – di far pesare il trionfo alle primarie come fosse la certificazione di un nuovo rapporto di forza con il governo.

10 DIC 2013

Bipolaristi ma non talebani

Il Cav. ambidestro punta sul sistema spagnolo e fa sogni proporzionali

Questione di piedi. Nel grande frullatore che i supremi giudici della Consulta hanno azionato dichiarando incostituzionale la legge Calderoli, la posizione più indecifrabile, più misteriosa e potenzialmente più sorprendente tra quelle espresse dai principali leader politici italiani non è quella di Matteo Renzi (che sostiene il maggioritario), non è quella di Massimo D’Alema (che sostiene una qualsiasi legge che non vada bene a Renzi), non è quella di Romano Prodi (che sostiene il bipolarismo), non è quella di Enrico Letta (che, come Alfano, sostiene il maggioritario solo a condizione che non si faccia presto), ma molto più semplicemente, e vedremo perché, è quella di Silvio Berlusconi.

07 DIC 2013

Il lampadina di Renzi

Di là, ovviamente, c’è la tradizione, con le sue regole, la sua memoria, i suoi costumi, i suoi rituali, il suo amore per la ditta, la sua passione per l’usato sicuro, la sua reverenza per il bianco e nero dell’apparato e la sua devozione per i percorsi ordinati. Di qua, invece, ci sono i giubbottini di pelle, le carte d’identità, le provocazioni culturali, le novità, i percorsi veloci, gli aperitivi con Briatore, gli atteggiamenti sfacciati e la devozione per gli schemi che saltano, per i rituali che si infrangono e per le rupture che a tutti i costi bisogna dimostrare.

05 DIC 2013

Renzi, lo scasso e il piano b

Sergio Staino ha inquadrato alla perfezione la condizione particolare in cui si troverà Matteo Renzi con una formidabile vignetta pubblicata due giorni fa sull’Unità. “Renzi comincia già a dare ordini, eh”. “Sì, da segretario sarà più difficile però”. Ecco. A cinque giorni dalla convocazione dei gazebo del Pd il paradosso di Staino non è una semplice battuta ma è una situazione precisa in cui si troverà Renzi da segretario del Pd qualora il governo Letta-Napolitano dovesse riuscire a disinnescare tutte le bombe che il Rottamatore metterà sotto le fragili fondamenta che sostengono le piccole intese. Leggi la lettera di Civati Perché con Renzi le larghe intese non finiscono più e la lettera di Zingaretti Perché il Pd non è pronto a sfidare la nuova destra

04 DIC 2013

La scacchiera di Re George

Perché al Quirinale maneggiano di nuovo la parola “dimissioni”

I vecchi amici di Napolitano lo dicono con lo sguardo grave di chi vuole farti capire che le voci non sono soltanto voci ma sono qualcosa di più. “Senza riforme non c’è più il governo. E senza questo governo non c’è più Napolitano”. Al contrario delle ultime occasioni, quando il tema “dimissioni di Napolitano” è stato messo in circolo solo per scongiurare il rischio che Letta potesse ritrovarsi senza i numeri per far vivere il governo, questa volta, per Re George, la partita non riguarda la vita delle larghe intese ma riguarda il Dna dell’esecutivo. Pace Il buio della sinistra e il sangue dei suoi nemici. Dal Duce al Cav.

30 NOV 2013

La nuova marcia del Pd

Meno dieci, ci siamo. Domenica otto dicembre Matteo Renzi, un anno dopo aver perso le primarie contro Pier Luigi Bersani, dovrebbe essere eletto segretario del Partito democratico e pensando a quella data non ci vuole molto per capire che da quel momento in poi nei rapporti tra l’universo del Pd e quello del governo comincerà una fase nuova e movimentata. Da un lato ci sarà un presidente del Consiglio che, sotto la protezione del Re del Quirinale, si sentirà legittimato a comandare dall’alto sul suo Pd. Dall’altro lato, invece, ci sarà un segretario meno morbido, diciamo, rispetto a Guglielmo il Silenziatore Epifani. Ferrara Lo scontro tra l’erede del berlusconismo e quello del lettismo

29 NOV 2013

Perché la decadenza del Cav. spinge Renzi verso l’imbuto lettiano

Un conto sono i centometri, con tutta l’energia esplosiva indirizzata verso quel percorso breve, fulmineo, istantaneo, e con tutta quella voglia di scaricare la propria potenza nell’immediato, Adesso, e non tra un anno, due o chissà quando. Un conto, invece, sono i percorsi come i tremila siepi, le corse lunghe, le distanze infinite, e tutti quegli ostacoli e quelle barriere mobili e quelle vasche d’acqua posizionate qua e là sulla pista che gli atleti, e in questo caso i politici, possono affrontare solo dopo aver portato a termine un lungo allenamento in cui, più che la forza esplosiva dei muscoli, conta la capienza del torace.

28 NOV 2013
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