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Governo Leopolda

Quell’asse col Quirinale che rassicura Renzi dalle rotture cuperliane

Le rassicuranti parole registrate ieri sera durante il confronto avuto alla Camera con i gruppi parlamentari del Pd hanno dimostrato a Matteo Renzi che le improvvise dimissioni di Gianni Cuperlo rappresentano più una prova di debolezza che una prova di forza da parte dell’opposizione interna al Pd. Il segretario fiorentino – che lunedì, durante la direzione, aveva scazzottato con l’ex presidente del Pd, accusandolo di utilizzare in modo strumentale l’introduzione delle preferenze come discriminante per votare la legge elettorale – ieri ha esposto i punti della riforma ai deputati del Pd e nel valutare le posizioni delle varie correnti e correntine del partito ha capito che la legge elettorale non incontrerà grandi ostacoli in Parlamento. Leggi anche Merlo   Il vecchiume di Letta - Sechi   Prima di contestare Renzi, rileggetevi il Berlinguer del 1976

22 GEN 2014

Provocazione maggioritaria

Renzi, la legge elettorale e gli ostacoli sulla strada del governo Leopolda

Tattiche. Conteggi. Aperture. Mediazioni. Bocciature. Provocazioni. Messaggi in codice. E un risultato che alla fine si presenta così: legge elettorale con sbarramento al 5 per cento (che sale all’8 per i partiti fuori dalla coalizione), ripartizione dei seggi a livello nazionale, premio di maggioranza che scatta per le coalizioni che superano il 35 per cento, ballottaggio per le prime due coalizioni qualora nessuna dovesse arrivare al 35 per cento, e divieto di apparentamento tra il primo e il secondo turno. Politicamente, dunque, la legge elettorale disegnata ieri da Matteo Renzi accoglie alcune richieste arrivate dal fronte degli alfaniani e dei bersaniani (fronte che si muove come se fosse un unico blocco, un unico partito, il partito degli Alfa-Bersa), e le richieste sono in sostanza due.

21 GEN 2014

Bum bum - Nuove mani di poker in vista

L'intesa profonda tra Berlusconi e Renzi e le prossime tappe della legge elettorale

E quindi Renzi non molla, va avanti come un treno, incassa un triplo sì da parte di Berlusconi a tutte le proposte discusse a largo del Nazareno con il Caimano, si mostra sorridente di fronte ai cronisti e dopo due ore e mezza di incontro (con lui c’era Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria; con Berlusconi c’era Gianni Letta) dice quello che i suoi avversari temevano e che speravano di non dover sentire: “Con Forza Italia c’è profonda sintonia”. Il succo politico dell’incontro, almeno da quello che si sa in questo momento, è che Renzi e Berlusconi si trovano d’accordo. SDM Dov’era finito Gianni Letta

18 GEN 2014

Patto Gentiloni

Renziano doc spiega al governo perché il Pd non ha paura di votare anche con la legge disegnata dalla Consulta

Roma. Esiste anche un’altra opzione. Un’opzione finale che potrebbe trasformarsi in un pulsante da premere qualora le trattative sulla legge elettorale dovessero sfumare e i tempi si dovessero allungare. Puf. Il pulsante si chiama legge proporzionale e si traduce in un ragionamento che ci offre un renziano doc come Paolo Gentiloni: “Non credo che arriveremo a questo punto ma il governo deve capire che non fare subito la legge elettorale non aiuterà a tirare a campare. E se non ci dovesse essere una svolta, il Pd non avrà paura a trarne le conseguenze. Anche se la legge fosse quella terribile che ci ha imposto la Consulta”.

18 GEN 2014

Poker a due, il piatto non piange

Hablar español? Sul taccuino che Matteo Renzi utilizza da qualche giorno per appuntare i vari “sì” e i vari “no” e i vari “nì” incassati lungo quel complicato percorso politico chiamato legge elettorale, il “sì” che peserà più di tutti sarà quello che il segretario incasserà oggi nella sede del Pd, a Roma, quando Renzi riceverà da Silvio Berlusconi un sonoro “ok Matteo, io ci sto, questa legge elettorale va bene, procediamo”. Il pacchetto che il segretario presenterà al Cav. prevede, oltre a un impegno a trasformare Palazzo Madama in un Senato delle regioni, una legge sul modello spagnolo, con piccole circoscrizioni e attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15 per cento.

18 GEN 2014

La mano di poker di Renzi

Non voglio andare a votare, voglio evitare il disastro alle europee, voglio le riforme costituzionali, voglio abolire questo Senato, non voglio il rimpasto, non voglio la proporzionale, voglio subito una legge elettorale, voglio farla con il governo, potrei farla anche con Berlusconi, insomma voglio farla con chi ci sta, mi basta che sia maggioritaria, ma non voglio togliere la fiducia a Letta anche se in dieci mesi questo governo non ha combinato proprio un bel nulla. Leggi anche Lettiano doc spiega perché Renzi non può stringere un patto con il Cav.

17 GEN 2014

“Vi svelo il bluff di Matteo”

“Vedrete, se ne renderà conto anche lui…”. Ieri pomeriggio il presidente del Consiglio Enrico Letta, quasi a voler segnalare anche fisicamente una distanza plastica dal Pd renziano, ha deciso di non partecipare alla prima direzione del nuovo Pd, e ha scelto di osservare da Palazzo Chigi l’evoluzione delle discussioni sui molti capitoli politici aperti dal segretario. Uno su tutti, ovviamente, la legge elettorale. Il presidente del Consiglio anche ieri non è intervenuto nel dibattito democratico ma la sua convinzione è che la partita di Renzi sia troppo spericolata e che per questo non potrà che risolversi in un modo semplice.

17 GEN 2014

Dietro il lavoro di Renzi

Sul calendario di Matteo Renzi ci sono alcune date cerchiate di rosso, corrispondono a una serie di appuntamenti che promettono di essere cruciali per capire qualcosa di più sul percorso che  il segretario del Pd intende imboccare. Il 27 gennaio arriverà in Aula alla Camera il disegno di legge sulla riforma elettorale. Il 20 gennaio la riforma verrà discussa in commissione Affari costituzionali. Entro il 25 gennaio dovrà essere definito il patto di coalizione.

15 GEN 2014

Renzi trova lavoro a Landini

Da Stefano Fassina a Susanna Camusso. Da Raffaele Bonanni a Matteo Orfini. Da Maurizio Landini a László Andor. Da Repubblica alla Stampa. Dall’Unità al Corriere della Sera. A voler osservare con un briciolo di curiosità le reazioni suscitate dal piano sul lavoro presentato tre giorni fa da Matteo Renzi, il capitolo più significativo riguarda senza dubbio il nuovo e particolare rapporto che si intravede all’orizzonte tra il segretario del Pd e il mondo sindacale.

11 GEN 2014

Rottamare Letta

Fosse sufficiente una battuta simile a quella che ha portato alle dimissioni di Stefano Fassina, il sindaco di Bologna, Virginio Merola, democratico di fede renziana con passato di fede bersaniana, non avrebbe dubbi e lo direbbe senza problemi: “Letta chi?”. Il primo cittadino bolognese sa però che le battute non saranno sufficienti a provocare le conseguenze sperate.

10 GEN 2014
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