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La ditta senza Renzi

Il primo turno è andato così: la valanga di Renzi, lo tsunami del Pd, il crollo di Forza Italia, il flop di Grillo, l’inconsistenza di Ncd, la scomparsa del centrodestra, le 107 province su 110 conquistate dal Partito democratico, il successo in Piemonte, in Abruzzo, gli otto grandi comuni confermati al primo turno e gli altri sedici grandi comuni da contendersi al ballottaggio. Il primo turno è andato così grazie al traino di Renzi, grazie alla sovrapposizione tra voto per i comuni e voto per l’europee e grazie alla mobilitazione prodotta non tanto dal famoso “partito dei sindaci” quanto dal partito dell’ex sindaco.

06 GIU 2014

Capitale infelice

Chi comanda a Roma? Nomi e Tafazzi. Storia di Renzi contro Marino

Chi comanda a Roma? Nel magico mondo renziano dove improvvisamente i voti aumentano, gli avversari spariscono, gli alleati si dividono, le province si consegnano e i nemici si perdono inesorabilmente nelle trame del grano saraceno, l’unico fronte, o meglio, l’unico grande comune che non si è ancora adeguato al duro regime del governo Leopolda si trova a Roma, al terzo piano di Piazza del Campidoglio, e risponde al nome di Ignazio Marino.

06 GIU 2014

Leopolda a Viale Mazzini

Rai e Renzi. Super manager spiega dove infilare il bisturi

Luigi De Siervo ha 45 anni, è fiorentino, lavora in Rai dal 1999, da quattro anni è direttore commerciale, da poche settimane è alla guida dell’Adrai (Associazione dirigenti Rai), a Viale Mazzini è famoso, tra le altre cose, per aver fatto incassare all’azienda milioni di euro con i diritti di Peppa Pig (la Rai, insieme con Giunti editore, ha i diritti sul merchandising, e sono soldi veri), è amico da una vita di Matteo Renzi e oggi, per mille ragioni, è uno dei dirigenti Rai più seguiti d’Italia. Il suo sindacato, l’Adrai, di cui De Siervo è presidente dal 21 maggio, ha scelto di non aderire allo sciopero convocato mercoledì da alcune sigle contro i tagli previsti dal governo Renzi in Rai (150 milioni per il 2014) e conversando con il Foglio spiega il senso di questa scelta.

05 GIU 2014

Numeri e scacchi

Cosa si muove e chi si muove nel super risiko per il dopo Napolitano

Una volta smaltita la sbornia per la vittoria di Renzi, per la mezza batosta di Alfano, per la mezza sconfitta di Berlusconi, per il flop di Grillo, sul tavolo del governo, a parte le riforme, i decreti, i disegni di legge, la giustizia, il fisco, il Senato, l’italicum e la Pubblica amministrazione,

30 MAG 2014

Storia della sinistra ammanettata agli elefanti

Spezzare le catene. Cosa c’è davvero in ballo nella sfida tra Renzi e Confindustria

Un po’ per la concertazione. Un po’ per la sovrapposizione. Un po’ per l’incesto. Un po’ per la rappresentatività. Un po’ per la sottomissione. Un po’ per la contiguità. Un po’ per tutto questo, e un po’ per molto altro, bisogna dire che uno dei terreni sui quali la sinistra ha mostrato in modo più evidente la sua subalternità culturale rispetto al mondo degli imprenditori riguarda la natura del suo rapporto con il mondo di Confindustria. Non c’è politico di sinistra che non si muova sullo scacchiere senza chiedersi «Ma poi che cosa dirà Confindustria?». Non c’è politico di sinistra che prima o dopo una campagna elettorale non cerchi sempre di firmare un accordo, un patto, un’intesa con il mondo confindustriale.

29 MAG 2014

Consenso, depositi e prestiti

Bassanini spiega dove Renzi dovrà infilare il bisturi delle riforme

Franco Bassanini dice che gli elettori che domenica hanno regalato il voto al presidente del Consiglio hanno voluto lanciare a Renzi un messaggio simile a quello che il governo ha ricevuto a Piazza Affari dagli investitori: caro Matteo, noi investiamo su di te, crediamo nel tuo progetto, ci piace quello che ci hai promesso ma sappi che il mercato è sfuggente, liquido, esigente e se non ci darai in tempi brevi le cose che noi chiediamo questo consenso rischia di sparire in un lampo. Puf.

29 MAG 2014

“Quel giorno con Nap…”. Burocrate racconta i segreti della repubblica dei burocrati

Renzi e i burocrati. La Leopolda e i mandarini. Il governo e i ministeri. Il segretario e la palude. La prossima sfida del presidente del Consiglio, e il prossimo terreno sul quale Matteo Renzi dovrà misurare la sua capacità di far cambiare verso alla sinistra, e forse anche al paese, coinciderà con il tentativo di combattere il governo dei mandarini, la palude dei ministeri e tutta quella zona grigia generalmente identificata come l’Italia della burocrazia.

28 MAG 2014

Il governo Angela Renzi

Matteo Renzi è l’eccezione italiana: leader dell’unico partito di centrosinistra che in Europa cresce molto invece che crollare; leader dell’unico partito di governo che in Europa avanza alla grande invece che indietreggiare; capo dell’unico governo in Europa che, insieme con la Germania, riesce a non far crescere i populisti ma persino a contenerli, quasi a rottamarli; primo leader di sinistra che in Italia riesce a portare un partito progressista sopra la soglia del 34 per cento, guadagnando 15 punti rispetto al Pd della non vittoria bersaniana, trasformando il Pd nel partito più votato d’Europa (10.374.758 voti, la Cdu di Merkel è staccata di 828.473 voti).

27 MAG 2014

Speciale online

Così Renzi fa rinascere il Pd e si prepara a guidare la riscossa dei progressisti in Europa

26 MAG 2014

Così Renzi fa rinascere il Pd e si prepara a guidare la riscossa dei progressisti in Europa

26 MAG 2014
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