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Quando l'amore non è roba da donne

"L’amore non ha un perché, l’amore è il perché”. Nessun uomo al mondo, tranne quelli che per vivere scrivono canzoni, pronuncerebbe mai una frase così. Massimo Gramellini, vicedirettore e Buongiorno della Stampa, è l’eccezione assoluta: un uomo che parla d’amore, l’uomo della Posta del cuore (in dieci anni Gramellini ha riempito cinque grandi armadi di verissime lettere, fax, solite disperazioni e grandi follie, corna scoperte, corna sognate, passioni mai ricambiate, matrimoni felici e matrimoni falliti, malinconie, colpi di fulmine, figli, angosce, noia e felicità: tutta la vita in una lettera, tutte le vite in quegli armadi).

21 MAG 2008

L’ultimo libro del giornalista sul lato oscuro della guerra partigiana

Pansa e gli inverni delle donne fasciste uccise quando “nevicava sangue”

C’è una canzone, una sola in tutto il romanzo, ed è “Tornerai”, cantata alla radio in cucina dal Trio Lescano. “Tornerai da me perché l’unico sogno sei del mio cuor, tornerai tu perché senza i tuoi baci languidi non vivrò”. E’ la canzone dei ritorni alla vita, all’amore, agli abbracci, ma ne “I tre inverni della paura” (Rizzoli, uscirà in Italia il 21 maggio), ci sono solo i ritorni mancati. I letti vuoti, i corpi mai ritrovati, le giovinezze schiantate, la gente presa dentro le case e ammazzata nei fossi, le dita mozzate per portar via gli anelli. Sono le mostruosità della guerra civile in Emilia, dopo la caduta del fascismo. Le cose assolute della guerra mescolate alla ferocia di anni in cui “nevicava sangue”, ha scritto Giampaolo Pansa, e sembrava non finire mai.

19 MAG 2008

Oltre l'orgia

Da una parte la repressione e dall’altra le manie dei turisti sessuali in Thailandia o a Cuba. Da una parte Ruini e dall’altra Marcelletti”. Francesco Merlo, su Repubblica, scrive che “da una parte c’è il fuoco del divieto e dall’altra quello del vizio”. Se Humbert Humbert non si appassiona alle signore della sua età ma alle bambine con il lecca lecca a forma di cuore, insomma, è colpa del Papa che, inciampando nella tonaca, chiede al mondo di darsi una calmata. Come se lo sporcaccionismo si servisse di omelie domenicali per eccitarsi, per creare nuove perversioni, per non fermarsi alle solite, innocue, borghesissime corna.

15 MAG 2008

Sessontotto

L’altro Sessantotto non fu soltanto Brigitte Bardot a Saint Tropez, l’altro Sessantotto fu una cosa seria, assoluta, lancinante, non sempre a lieto fine: Lidia Ravera l’ha scritto, con grande sincerità, in un libretto rosso appena uscito per le edizioni Nottetempo, “La risata del ‘68”, dove altri protagonisti di allora (Nanni Balestrini, Ginevra Bompiani, Luciana Castellina, Giovanna Pajetta, Alain Touraine, Luisa Muraro, Luigi Serafini) la prendono invece alla leggera, ricordando barricate, fumogeni, scioperi, Parigi, lotta di classe, ce n’est qu’un début, mondi da cambiare, Vietnam, le solite cose. Lidia Ravera va oltre e racconta la sua verità.

13 MAG 2008

Ho letto Scalfari

Bisogna farsi coraggio e comprare questo libro, pur non essendone degni. Rilassarsi pensando a quanto tempo di posa sarà costata la foto di copertina, con tutte le rughe perfette sulla fronte e l’aria grandiosa da busto del Pincio. Poi leggere tutto “L’uomo che non credeva in Dio” di Eugenio Scalfari (ricordandosi però a ogni pagina di non esserne degni) e provare infinita gratitudine per ogni particolare davvero autobiografico, privato, per ogni pezzetto di vita sottratta alla gabbia dell’Io: Eugenio Scalfari che lavora all’uncinetto facendo le maglie per due bamboline con la testa di ceramica, Eugenio Scalfari che piange disperato perché un compagno di scuola gli ha gettato dalla finestra tutti i giocattoli, ma lui è buono e lo perdona. Lettori del Foglio on line, cosa ne pensate? Scrivete il vostro commento su Hyde Park Corner .

08 MAG 2008

Dal Foglio del 1 maggio

Gita da ministro

Alle signore ministro si stropicceranno i vestiti, sul pullman blu che le porterà a Napoli per il primo grandioso Consiglio del governo Berlusconi, ma il comizio al potere prevede il mantenimento delle promesse simbolo: “Il primo Consiglio dei ministri si terrà a Napoli”, disse il Cav. in piazza del Plebiscito, e a Palazzo Chigi stanno pensando, dicono, “alla location adatta” (come per gli spot del Martini, come per le foto dei matrimoni). Sarà il primo spettacolare gesto del nuovo governo, bellissima gita post insediamento con possibilità per tutti i ministri di fraternizzare in pullman, cantare canzoni, farsi scherzi telefonici da una stanza all’altra dell’hotel Vesuvio.

01 MAG 2008

Le facce da botulino, quelle che non si muovono

Botox horror picture show

Occhi spalancati, oppure un occhio spalancato e uno semichiuso, labbra bloccate in un ghigno, visi paralizzati in una espressione orgasmica standard, anche mentre si dorme. Sono le facce da botulino e sono fuori controllo: gonfie, lucide, identiche e senza età (ma non giovani, soltanto lisce). Meg Ryan è uguale a Nancy Brilli, Calista Flockhart è scambiabile con Emmanuelle Béart che a sua volta assomiglia a Eva Grimaldi, Nicole Kidman sembra Nina Moric, Sabrina Ferilli è perfettamente Cher, non c’è più nessuna differenza.

24 APR 2008

Solo tra donne ci si può odiare così grandiosamente

Julie Burchill contro Madonna, odio sublime tra due cinquantenni

"Tre cose, è meglio saperlo, saranno sempre con noi: i poveri, le tasse e Madonna”. Julie Burchill, scrittrice inglese ed editorialista di sinistra super scorretta, che abbandonò il Guardian per il Times accusando il Guardian di antisemitismo, poi disse che si prendeva un anno sabbatico perché aveva scoperto Dio, poi abbandonò il Times, infine spiegò che lasciava il giornalismo perché non aveva più bisogno di soldi (avendo scritto libri e una serie tivù e avendo anche venduto una casa), ha scelto ancora il Guardian per distruggere Madonna, il suo vecchio incubo.

23 APR 2008

Il terzo consiglio a W dal Foglio di oggi. Tra un'ora il prossimo

Girotondo sul carro del perdente/3

Ora che è stato sconfitto dalla realtà, Walter deve riprendersi il sogno. Quello di lui gran predicatore al centro del palco, quello in cui lui, solo, si mette accanto al film della storia, la racconta e la vince. Deve riprendersi tutte le megalomanie che gli hanno consigliato di abbandonare in finale di campagna elettorale: la bella politica, Kennedy, Craxi, Gandhi, Charlot, Robert Redford.

18 APR 2008

Dal Foglio del 17 aprile

Il Cav(o) telefonico

Sarà la legislatura del telefono, sarà un premier senza fili. Silvio Berlusconi, che in questi giorni post elezioni fa sfoggio di sé al mondo in forma di gioviale cornetta, adora telefonare, raccontare le chiamate ai potenti della terra, intervenire vocalmente in tutti i luoghi in cui si parla di lui (o anche d’altro). A Bruno Vespa ha fatto molti complimenti telefonici, l’altra sera a Porta a Porta, e mentre fingeva di non voler rivelare i nomi dei nuovi ministri, ha detto più o meno: “Non posso parlare, ma vi basti guardare la faccia del ministro La Russa per capire chi sarà il nuovo ministro della Difesa”.

17 APR 2008
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