Arbitri mondiali, qualcosa non va

Quarantino Fox

Andrà pure tutto bene e gli arbitraggi saranno perfetti come assicura Blatter, sta di fatto che dopo otto anni cade uno dei tabù più assurdi e stupidi che la Fifa avesse mai imposto.

Andrà pure tutto bene e gli arbitraggi saranno perfetti come assicura l’ottuagenario Sepp Blatter dalla sua suite a Rio de Janeiro, sta di fatto che dopo otto anni cade uno dei tabù più assurdi e stupidi che la Fifa avesse mai imposto. Fino a oggi, infatti, un arbitro europeo non poteva dirigere una gara che vedesse impegnata una Nazionale del suo continente. E così un americano per una squadra americana, un asiatico per un’asiatica, un africano per un’africana. Sciocchezza immane, ma la geopolitica che porta voti e consenso vuole questo. O meglio, voleva. Perché oggi il designatore Massimo Busacca (uno che al Mondiale porterebbe solo fischietti europei) ha deciso che Croazia-Camerun, sfida delicatissima dopo le polemiche croate per il rigore fasullo fischiato al Brasile nel match inaugurale, sarà diretta dal grande arbitro portoghese Pedro Proença. Una garanzia. Esperto, atleticamente preparatissimo, nel suo palmares ha una finale agli Europei (2012) e una finale di Champions League (sempre nel 2012). Meglio di così, non si poteva.

 

E’ la certificazione che qualcosa, fin qui, non è andato per il verso giusto. E non è colpa del solo sciagurato Nishimura, che ha visto sfumare i suoi sogni (molto vicini a diventare realtà il prossimo 13 luglio, diceva chi le cose le sa) per una furbata di Fred. Manca una linea precisa: gli arbitri devono essere tolleranti o inflessibili? Devono essere come l’olandese Kuipers in Italia-Inghilterra, e cioè quasi dimenticarsi d’avere i cartellini in tasca, oppure devono fare come il brasiliano Ricci in Francia-Honduras, diretta con piglio da generale della Wermacht? E’ qui che Busacca deve rispondere. Gli errori li fanno tutti, ci stanno, anche quando abnormi (l’assistente Clavijo in Messico-Camerun è stato disastroso). Ma una linea deve esserci. Chiara e netta. Fin qui, dunque, bilancio in chiaroscuro. Nishimura bocciato, il colombiano Roldan bocciatissimo (è consuetudine che i colombiani, stimatissimi e consideratissimi, deludano sempre le aspettative). Gli altri, nel limbo, si attestano su livelli sufficienti. Bene il nostro Rizzoli in Spagna-Olanda. Certo, gli espertoni d’arbitraggio abituati ai movioloni e alle partite viste in tv vi diranno che il rigore dato a Costa è inesistente, che la carica su Casillas solo un orbo avrebbe potuto non fischiarla. Balle che lasciano il tempo che trovano. Il rigore andava dato: a velocità normale solo un matto o un incapace avrebbe potuto lasciar correre. Sulla carica, invece, si può discutere. Ma se si pensa che quattro anni fa il tanto elogiato Webb (arbitro che dopo la finale di Sudafrica 2010 la Fifa avrebbe dovuto mandare a casa per sempre) concluse la stessa partita con un cartellino rosso e ben quattordici gialli, si comprende quanto buona sia stata la direzione di Rizzoli. Intanto, per il primo dentro o fuori (Cile-Spagna), Busacca si prende un bel rischio: a dirigerla. infatti, sarà la sorpresa Mark Geiger, fischietto statunitense semisconosciuto al grande pubblico. E forse è un bene.

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