Alitalia (foto LaPresse)

Come superare i guai da crollo delle Borse senza dover volare Alitalia

Marianna Rizzini

Un nostro giovane amico e collega, il grande esperto di Caucaso e oleodotti Luigi De Biase – unico neo: odia gli aperitivi e ci dà dei vecchi (!) perché ci andiamo – mi fornisce inaspettatamente un indirizzo per chi voglia dimenticare tutte le cose sopra dette (tutte insieme), trasgredendo per un giorno, in onore dei lettori di questa rubrica, al suo odio per l’aperitivo (grazie). Il luogo è Baku, nella repubblica dell’Azerbaijan.

Dimenticare, dimenticare, dimenticare – un amore, l’autunno che arriva troppo in fretta, l’Iphone nuovo da far funzionare, la crisi Alitalia, la crisi del Pd, la crisi di Wall Street, l’improvvisa e improvvida chiusura (nelle ore serali, dopo le 20) del Vivibistrot, locale romano situato all’interno di Villa Pamphili, luogo piacevolissimo per aperitivi e cene: tanti alberi, un bel mobile balinese, molto spazio di sicurezza tra un tavolo e all’altro, grande lontananza da macchine, suonatori ambulanti, conoscenti pettegoli seduti, appunto e ohimé, troppo vicini a voi. Un nostro giovane amico e collega, il grande esperto di Caucaso e oleodotti Luigi De Biase – unico neo: odia gli aperitivi e ci dà dei vecchi (!) perché ci andiamo – mi fornisce inaspettatamente un indirizzo per chi voglia dimenticare tutte le cose sopra dette (tutte insieme), trasgredendo per un giorno, in onore dei lettori di questa rubrica, al suo odio per l’aperitivo (grazie). Il luogo è Baku, nella repubblica dell’Azerbaijan. Non serve l’Alitalia per arrivarci, e di sicuro tra un po’ ci arriverà un low cost. Pare che il thé – corretto o meno – bevuto a Baku sulle terrazze del Museum Inn, bistrot elegante e discreto della città vecchia dove i camerieri preparano narghilé alla mela e all’arancio per gli affaristi arrivati dalla Russia, riesca a far dimenticare qualsiasi guaio d’amore o di Borsa. Pare che il Patio di Mozart, locale di Baku da cui si ammira il lungomare dei petrolieri, sorseggiando vino georgiano e pizza turca, per poi proseguire la serata (se si ha l’animo trash) nei karaoke notturni del distretto commerciale, riesca a non far rimpiangere l’improvvisa e improvvida chiusura serale del suddetto Vivibistrot (causa orari del custode della Villa, pare). A proposito, non è che il sindaco Alemanno può fornire, chessò, un guardiano notturno almeno una sera a settimana o, alle brutte, dislocare in Villa, all’ora dell’aperitivo, i due soldati in divisa che stazionano ogni sera, inutilmente, davanti al vicino e tranquillissimo Fontanone del Gianicolo?

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.