Ansa

Andrea's Version

Nessun grido di battaglia di Meloni contro i due boia che non mollano

Andrea Marcenaro

“Boia chi molla, è il grido di battaglia”, ma quant’acqua è passata sotti ponti da quando la ragazzina Giorgia Meloni, ardente, lo urlava lungo i viali e nelle piazze di Roma. Si sentiva fascista, poi tutto è cambiato. Piano piano, un passo dopo l’altro: l’accettazione della democrazia, il rispetto per le istituzioni repubblicane, le prime responsabilità, l’addio alle nostalgie, in un processo di revisione che l’ha portata, prima, a diventare ministro, finché, oggi, all’onere della leadership con l’impegno severo verso il Paese. Molto bene.

Da allora i dossier importanti, dall’Europa, al Medioriente, all’Ucraina. E, proprio a proposito di quest’ultima, non si può non notare come la parabola rieducativa della Presidente del Consiglio si sia compiuta in modo così deciso e così completo che, oggi, non si riesce nemmeno più ad avvertire un suo pur flebile pigolìo di battaglia contro i due grandi boia che non mollano.

Di più su questi argomenti:
  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.