Gad Larner (foto LaPresse)

Andrea's Version

Lettera a un amico perduto tra trame, silenzi e nostalgie

Un appello affettuoso a un vero amico col quale passammo giornate, settimane, mesi e anni di autentica fratellanza, di somiglianza di pensiero, di comuni frequentazioni e perfino di un viaggio in macchina: Gad Lerner

Questa è la supplica diretta a un vero amico col quale passammo giornate, settimane, mesi e anni di autentica fratellanza, di somiglianza di pensiero, di comuni frequentazioni e perfino di un viaggio in macchina, effettuato una notte da Roma a Milano per fare, lui, una sorpresa alla sua bella, io, per presentarmi con un mazzo di fiori alla bella mia, che scendeva ignara dal finecorsa del Roma- Milano. Ricordi? Fu una volata fino all’alba, l’ho tuttora nel cuore. Intervennero poi difficoltà, tra noi, incomprensioni cui non riesco più a ritenere estranei i Licio Gelli, i Servizi deviati, qualche mano nera, chissà. Trame losche contro un’amicizia granitica e democratica. Ora mi spiace. Troppo tardi, dirai tu. E hai ragione, lo capisco. Ma in ricordo di un’antica confidenza, mi permetto di rivolgerti un appello vitale: “Caro Gad, amico mio, sapevo bene che non ti avrei letto più sul Fatto, il giornale del cuore.  Ma da nessuna parte, questo è troppo. Scrivi, aiutami. Senza poter rispondere alle cazzate tue, le mie languono”.  

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