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Pertini e Lotta Continua ai funerali di Stefano Gaj Taché
Il presidente della Repubblica accolse Arafat con tutti gli onori, ma è vero che andò ai funerali della piccola vittima (aveva spesso due facce). Su Lotta Continua sì, sono condizionato dalla convinzione che esistesse nella sinistra ex sessantottina un pregiudizio anti israeliano. Ma quello esiste tutt'ora
Mi ha avvisato un maestro a me carissimo e con una memoria formidabile, perciò stesso molto più che invidiabile, di due errori comparsi nella mia versioncina di ieri: “Il presidente Sandro Pertini, al contrario di quanto hai scritto, partecipò ai funerali de Stefano Gaj Taché e, sempre al contrario di quanto hai scritto, anche Lotta Continua partecipò”. Intanto, grazie. Poi. Chiedo direttamente scusa per Pertini: accolse Arafat con tutti gli onori, ma è vero, contrariamente a quanto ho scritto, che andò ai funerali della piccola vittima ebrea uccisa dagli amici stretti dello stesso Arafat. Pertini, al contrario di ciò che si crede e si dice, aveva spesso due facce. Era di Savona, d’altronde, come Fabio Fazio.
Quanto a Lotta Continua, che non c’era più ma aveva ancora un giornale, è vero che il gruppo dirigente del giornale (stupidamente non l’avevo scritto) partecipò con articoli e di presenza (quindi, nel mio minimo, partecipai pur’io) ai funerali di Stefano. Per cui richiedo in parte scusa. Dico “in parte” perché, per la verità, io ho scritto dell’assenza formale e spirituale degli ex del ‘68, dei quali Lotta Continua era solo una parte e il gruppo di rigente del quotidiano Lotta continua una particella numericamente più che minima. Ero probabilmente condizionato, scrivendo, dalla convinzione che esistesse, nella grande maggioranza di quella stessa sinistra ex sessantottina, un pregiudizio negativo verso Israele. Ma questo non conta. Conta che lo stesso pregiudizio, in quella stessa grande maggioranza, mi pare resistere tuttora.
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