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Il feeling speciale tra Tiziana Panella e Gianrico Carofiglio

Andrea Marcenaro

A Tagadà arriva il cogitante, il magistrato/onorevole/scrittore molto di sinistra e molto contro la separazione delle carriere. E il vociare si chiude

Tagadà, bella trasmissione de La7 condotta dalla bravissima e affascinante signora Tiziana Panella, accoglie in studio ospiti di tutte le tendenze (anche il direttore del Fogliuzzo, lo so!). Si affrontano, come sempre, in un crescendo di modi via via più duri, fino – capita anche ai più bravi – al mercato delle grida sulla migliore qualità dei carciofi miei (direttore, non mi censuri!). Ma va bene. Andrebbe ancor meglio se la giornalista, bravissima a fare le domande, non si avvertisse, col procedere, costretta a dare anche molte risposte.

Poi, però, arriva l’ospite d’onore, il cogitante, quello col pedigree ficcato a forza tra le pagine dei libri. L’ultimo è stato una bellezza: Gianrico Carofiglio, magistrato di sinistra, onorevole di sinistra, scrittore di sinistra, molto contro la separazione delle carriere, molto composto, molto carino. E allora il vociare si chiude. C’è feeling. Lui parla e lei chiede, lui si dilunga sulle malefatte della politica contro la magistratura e lei gli tiene dietro, non lo interrompe mai, aspetta che lui spieghi per un mesetto circa e gli porge il quesito successivo. Lui si dilunga. Lei resta attenta. Poi lo congeda con distacco: “Arrivederci, che piacere averla incontrata, l’aspetto una prossima volta”. Bello. Anche se, dato il clima creato per l’ospite di riguardo sarebbe suonato meglio un più familiare: “A’ Gianrì’”, annamo a magnà”.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.