Aldo Cazzullo (foo LaPresse)

Aldo risponde

Acque agitate al Corriere. Joe è indignato: “Quella pagina spetta a me, io sono l’erede di Indro”

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Fragoroso esordio di “Lo dico al Corriere”, la rubrica aperta ai lettori curata da Cazzullo. A parte il mesto colonnino riservato alle notarelle dei columnist di via Solferino tutta la pagina è un trionfo di croccante giornalismo a disposizione di tutti, forse proprio tutti perché strane missive sono nel frattempo arrivate.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Una moltitudine di lettori – sottoscrivendo, con le missive, una totale fiducia in Cazzullo – offre un inedito spaccato di vita, tutto ossigeno per il Corriere della Sera ma accanto a quei splendidi brillanti arrivano anche vere e proprie questue in forma di suppliche o segnalazioni. Una su tutte: “Ho la frezza bianca, la frangetta da suora laica”. Ecco, chi sarà?

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. A una sola, una sola tra le tante, spetta però il palchetto d’onore e non trova risposta da parte del paziente Aldo, quella che così prosegue: “Ho la frezza bianca, una frangetta da suora laica e un impermeabile da maniaco con cui affrontare al parco il freddo pungente di questi giorni, quale sarà il mio destino senza Matteo?”.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Il questuante insiste, anzi, si fa sempre più petulante, protesta con Lucianino Fontana, quindi digrigna dalla rabbia fin nei peli della barba bianca e si fionda nella stanza di Urbano Cairo per una lavata di capo inenarrabile: “Quella pagina spetta a me, io so-no l’e-re-de di In-dro, i-o!”. Cairo lo guarda, anzi, neppure lo guarda e gli taglia l’ultimo buono taxi: “Joe, va’ a piedi. E togliti dai piedi”.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Ancora una lettera, anzi, un identikit: “Ho affossato il tg1, poi il Sole24 Ore, ho puntato tutto su Luca Lotti ma non ho vinto neppure il Palio; sarei di Detroit ma Sergio Marchionne e Donald Trump mi ripudiano, dicono che inquino i diesel; chi mi offre una particina anche solo a Protestantesimo o Cis viaggiare informati?”. Niente, Aldo tace. Anzi, cestina.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Non ha pace il postino. Ecco un’altra lettera: “Sono di famiglia circense, sono pronto a tutto pur di restare direttore del Tg1, anche al salto nel fuoco – e così far contento Italo Bocchino rinverdendo le gesta di Achille Starace – oppure chiudermi nella gabbia coi sindacalisti Usigrai, mi potreste consigliare un’arena dove addestrarmi nell’arte dei reziari? Voglio prendere nella mia rete Maria Elena Bostik”. Zero anche qui, Aldo brucia la lettera (vergata su pergamena in caratteri detroitiani) e fa concime della cenere.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Più che una stanza è un appartamento aperto ai lettori questa rubrica di Cazzullo, anzi, ancora meglio: una magione. Degna di alto lignaggio se non fosse che però, firmandosi con nome e cognome, Federico Fubini – editorialista nello stesso giornale – approfitta del riquadro dove Oscar Farinetti ha fatto l’inserzione per la cerca di macellai, manager e cuochi e proprio lì va a rovinare tutto.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Il Fubini, con prosa narcolettica, senza temere il cestino dove meritatamente Cazzullo lo destinerà va a prospettare un inedito orizzonte per i giovani in cerca di lavoro: la servitù del Conte.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Altro che macellai, manager e cuochi, Fubini – con prosa degna del miglior sonno – coglie l’opportunità data dal Governo Paolo Gentiloni-Silverj, conte, e propone tutta una serie di start-up apposite: alabardieri, palafrenieri, maniscalchi, assistenti al pezzo, assistenti al soglio, portapalle e parapipe.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Con prosa rem – onde delta precisamente – malgrado gli sbadigli Fubini non ha dubbi: “Signor conte, in voi rivive il Conte Camillo Benso di Cavour e ogni giovine, con me al fianco, avrà grande onore a servirVi!”. Altro che “dillo al Corriere”, Cazzullo finalmente parla. Ma per chiamare subito l’ambulanza.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Cazzullo ovviamente sa discernere tra i lettori e le firme del giornalismo in incognito che vogliono godere di luce riflessa e però anche Aldo ha il suo tallone d’Achille, una debolezza che comunque aggiunge luce alla luce.

Ditelo al Corriere, Aldo risponde. Pubblica in evidenza, infatti, con richiamo in prima e anticipazioni al TgLa7 una lettera che da sola vale tutta la Pleiade, anzi, di più: l’intera biblioteca di Jorge Luis Borges. E’ con orgoglio che Nove Colonne può darne notizia: E’ una lettera di Marcel, ovvero Marcello Sorgi, che con quella bocca – scrive Cazzullo – “può dire ciò che vuole, mentre Riotto, more solito, patate”.

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