Federica Mogherini, Rex Tillerson e Angelino Alfano al memoriale del massacro di Sant'Anna di Stazzema (foto LaPresse)

Il G7 cerca un fronte unito contro Assad e la Russia

Redazione

Da Lucca, il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, dice che sul tavolo ci sono nuove sanzioni contro Damasco e il Cremlino

Si è aperto oggi a Lucca il vertice dei ministri degli Esteri del G7 a Palazzo Ducale. Poco prima che i colloqui prendessero il via, il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson ha detto che saranno discusse ulteriori sanzioni contro i funzionari militari siriani e anche contro i russi, e che il presidente Vladimir Putin rischia di "rendere tossica la reputazione della Russia" a causa del suo sostegno al presidente siriano Bashar el Assad.

 

La ricerca di un approccio condiviso al conflitto in Siria sembra destinata a dominare i colloqui, dopo l'attacco chimico della scorsa settimana compiuto dal regime di Damasco sui civili di Khan Sheikhun. I paesi del G7 si stanno concentrando su come far pressione su Mosca affinché prenda le distanze da Assad e per velocizzare i negoziati per una transizione politica, ha spiegato il corrispondente della Bbc James Robbins.

 

Tuttavia, anche la politica statunitense nell’area è poco chiara, se non contraddittoria. Domenica scorsa il segretario di stato Rex Tillerson ha criticato la Russia per non avere rispettato gli accordi internazionali che vietano l'uso di armi chimiche ma ha anche chiarito che non ci sarà "nessun cambiamento della posizione militare" americana in Siria: la priorità è sconfiggere lo Stato islamico. Il commento di Tillerson arriva un giorno dopo quello dell'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Nikki Haley, che sostiene non ci sia modo di stabilizzare l’area con Assad come capo di governo. Russia e Iran, principali sostenitori militari di Assad, hanno minacciato ritorsioni se ci saranno ulteriori raid americani.

 

Nel summit di Lucca i ministri affrontano anche altri temi. Il Mediterraneo, così come la minaccia dello Stato islamico in Siria, Iraq e in Europa.

 

Poi la Libia: l'idea è che dal summit riparta un forte, rinnovato sostegno all'accordo politico di Skhirat, considerato l'unico in grado di riportare la stabilità nel paese. Anche l'Iran assume un ruolo di rilievo nell'agenda, con la richiesta a tutte le parti di dare attuazione al deal iraniano, una tappa verso la reintegrazione del paese nella comunità internazionale. I ministri ribadiscono inoltre la loro preoccupazione per la crisi ancora in corso in Ucraina e per le reiterate provocazioni della Corea del nord, con la recente espansione del suo programma balistico e nucleare.

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