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Missione difesa. L'India aspetta Meloni, tra investimenti in sicurezza e un occhio alla Cina

Enrico Cicchetti

La presidente del Consiglio in partenza per Nuova Delhi chiuderà la stagione di gelo diplomatico dopo il "caso marò". Giovedì la premier incontrerà il presidente Narendra Modi e firmerà un memorandum per l'Indo-Pacifico. Il ritorno di Leonardo e il nodo Pechino

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Dopo essere stata in visita a Volodymiyr Zelensky, a Kyiv, e dopo avere invece dovuto annullare, causa influenza, la partecipazione alla 59esima Conferenza per la sicurezza di a Monaco di Baviera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni prosegue il suo tour diplomatico con il viaggio a Nuova Delhi in programma per dopo domani. Meloni è stata invitata personalmente dal premier indiano Narendra Modi. Ospite d'onore per inaugurare, giovedì 2 marzo, la conferenza geopolitica "Raisina dialogue", un summit analogo a quello tedesco ma focalizzato sullo scenario dell'Indo-Pacifico che ogni anno, dal 2016, riunisce nella capitale indiana esperti e politici di tutto il mondo. Meloni avrà anche un bilaterale con Modi, che aveva già visto a margine del G20 di Bali a novembre e che rivedrà poi a settembre, quando tornerà a Delhi per il vertice del gruppo che riunisce le 20 potenze più industrializzate del mondo, sotto presidenza indiana. Nei giorni scorsi è stato in India anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz (che ha promesso il suo impegno a sottoscrivere un accordo di libero scambio tra Unione europea e India entro la fine del 2023) mentre nei prossimi giorni ci andrà anche il segretario di stato americano Antony Blinken.

  

Il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, che nei giorni scorsi ha incontrato il suo omologo Rajnath Singh a Bangalore, ha detto all'AdnKronos che "tra Italia e India si sta aprendo un nuovo capitolo delle relazioni. Un rapporto che noi dobbiamo guardare con estremo interesse per la dimensione che Nuova Delhi occupa nelle attuali e future dinamiche globali: tanto per capirci, l’India è già la quinta economia del mondo (sulla strade per essere presto la terza), diventerà la prima potenza demografica globale e, non indifferente, ha già annunciato investimenti per più di 200 miliardi di euro nel settore della Difesa nei prossimi anni". 

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La difesa sarà la chiave, dunque, per rafforzare i rapporti tra i due paesi. Italia e India, sottolinea la stampa indiana, stanno per chiudere definitivamente "un decennio di tensioni seguito all'arresto dei due marò" con la prossima firma di un memorandum d’intesa sulla difesa, che dovrebbe essere annunciato in occasione della visita della premier, il primo del genere tra Roma e Delhi. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a sforzi continui fatti da entrambe le parti per mettersi alle spalle i fantasmi di AgustaWestland e Leonardo - ha commentato all'Hindu l’ex ambasciatore indiano a Roma, Anil Wadhwa, in riferimento alla cancellazione dei contratti seguita al caso marò - e per concentrarsi sugli sforzi del make in India, per il quale le aziende italiane sono partner disponibili”. Dal 2014 Leonardo era stata infatti estromessa dal subcontinente a causa della vicenda giudiziaria, decisione poi revocata nel novembre 2021 dal ministero della Difesa indiano. Ora, come ha ricostruito BusinessWorld, il colosso della difesa e dell'aerospazio italiano è stato autorizzato a tornare a fare affari con il governo indiano. anche se il suo rientro ad "Aero India" è stato volutamente discreto e sommesso.

 

L'incontro di dopo domani è stato infatti preceduto, una decina di giorni fa, da una partecipazione del governo italiano al salone biennale ospitato a Bangalore in cui le massime aziende del settore militare mostrano i propri prodotti (il ministro della Difesa Guido Crosetto ha mandato a fare le sue veci il sottosegretario Perego). Un incontro nel quale Leonardo, Fincantieri e altre aziende italiane hanno rilanciato nuove partnership con l'India nel settore della sorveglianza marittima e dei cieli. L’Italia - ricorda Start magazine - è coinvolta nell’industria della difesa indiana tramite il colosso navale Fincantieri, il fornitore di know-how per l’aggiornamento tecnologico e il potenziamento delle capacità per la prima portaerei costruita in India, l’INS Vikrant, commissionato nel settembre 2022. E ora anche Leonardo è pronta a rientrare sul mercato indiano.

  

"L’india - ha detto il sottosegretario - rappresenta nell’Indo-pacifico una potenza di primo piano e, nel settore della difesa, la progressiva diversificazione dalla dipendenza russa e la strategia del make in India deve essere colta come un’opportunità per le nostre aziende nazionali dai settori dal campo navale a quello aereo, dell’elettronica, del munizionamento”. Roma e Delhi, del resto, sono anche impegnate in forum multilaterali nella regione e hanno un gruppo di cooperazione militare (MCG), istituito per incoraggiare la cooperazione attraverso colloqui tra i quartier generali della difesa dei due paesi. 

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E poi c'è il nodo Pechino. La visita di Meloni in India prosegue gli sforzi del suo predecessore, Mario Draghi, per avvicinare le due democrazie. Come scrivevamo la settimana scorsa, la visita a Delhi significa soprattutto affrontare un tema che fino a oggi l’esecutivo di Roma ha cercato di aggirare e rimandare: il rapporto con la Cina. Una fonte del governo indiano che preferisce restare anonima perché non autorizzata a parlare dell’argomento aveva spiegato al Foglio che una delle prime domande che Modi e i suoi funzionari faranno a Meloni è: cosa farete, uscirete dalla Via della Seta cinese alla sua scadenza alla fine di quest’anno? Prima di insediarsi a Palazzo Chigi, Meloni e il suo governo sembravano piuttosto decisi: non ci sono le condizioni per un rinnovo. Poi questa decisione si è un po’ annacquata tra le altre priorità – altre del governo italiano, ma la Cina resta una priorità un po’ ovunque, da Bruxelles alla Casa Bianca – e a oggi non è chiaro come l’Italia, unico paese del G7 a essere dentro alla Via della Seta, deciderà di muoversi.

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