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Biden firma il pacchetto di aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan: "Renderà il mondo più sicuro"

"Un buon giorno per l’America, un buon giorno per l’Ucraina e un buon giorno per la pace nel mondo”

Redazione

Il presidente americano ha convertito in legge il disegno di legge approvato sabato scorso dal Congresso americano. Dopo sei mesi di stallo e dell'ostinazione antiucraina dell'ala trumpiana, la settimana scorsa era arrivato il ripensamento dello speaker, Mike Johnson

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Il presidente americano Joe Biden ha firmato il pacchetto di aiuti da 95 miliardi di dollari a Ucraina, Israele e Taiwan:  "Renderà l'America più sicura, renderà il mondo più sicuro", ha detto dopo aver convertito in legge il disegno di legge approvato sabato scorso dal Congresso americano con una solida maggioranza. Il pacchetto include anche un disegno di legge che potrebbe eventualmente portare al divieto di TikTok negli Stati Uniti, dando alla società madre cinese ByteDance circa nove mesi per venderlo. Il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer ha detto: "Dopo più di sei mesi di duro lavoro e molti colpi di scena sulla strada, l'America invia un messaggio al mondo intero: non vi volteremo le spalle". Con addosso una spilla con i colori della bandiera statunitense e di quella ucraina, Biden ha detto alla Casa Bianca che è stato un “buon giorno per l’America, un buon giorno per l’Ucraina e un buon giorno per la pace nel mondo”. Sul Foglio abbiamo raccontato i sei mesi di stallo da quando il presidente Joe Biden ha chiesto al Congresso, per la prima volta, di approvare gli aiuti militari agli alleati: "il problema dell’America non è la coperta troppo corta, non ancora almeno, né la stanchezza di guerra, non ancora almeno: è un Congresso a trazione repubblicana che non funziona, non trova un suo presidente, non trova accordi su quasi nulla e usa gli aiuti internazionali come alibi al fatto che non riesce a pagare nemmeno gli stipendi degli americani", scriveva Paola Peduzzi pochi giorni dopo l'attacco di Hamas in Israele, il 7 ottobre scorso.

 

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Ora il pacchetto, che include 60 miliardi di dollari per Kyiv (di cui 10 miliardi in prestito fino al 2026), 26 miliardi di dollari per Israele e aiuti umanitari per i civili a Gaza e 8 miliardi di dollari per Taiwan e gli alleati nell'area dell'Indo-Pacifico. Biden oggi ha detto che  gli Stati Uniti invieranno “immediatamente” nuove armi ed equipaggiamenti in Ucraina per aiutare Kyiv a respingere l’avanzata russa, mentre su Israele ha dettoIl mio impegno nei confronti di Israele è ferreo”. “È stato un percorso difficile”, ha continuato. “Avrebbe dovuto essere più facile e sarebbe dovuto arrivare prima. Ma alla fine abbiamo fatto quello che fa sempre l’America. Abbiamo colto il momento, ci siamo uniti e abbiamo portato a termine il tutto".

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Lo speaker repubblicano del Congresso, Mike Johnson, dopo aver impedito un voto al Congresso della legge sugli aiuti agli alleati internazionali approvata a febbraio, la settimana scorsa ha deciso di non salvare il proprio posto – altamente in bilico – e salvare l’Ucraina: era la prima volta che succedeva.  In nome di un’ostinazione antiucraina, i repubblicani avevano bloccato anche gli aiuti a Israele. Ora Johnson ha cambiato idea e ha reciso la dipendenza da Trump, il quale nel frattempo è diventato meno ostile, forse perché ha letto anche lui i sondaggi che dicono che i suoi elettori sono molto meno isolazionisti di lui e ci tengono agli alleati internazionali.  Oggi, il presidente americano ha riconosciuto la strada tortuosa di questi mesi per far approvare il pacchetto: “È stato un percorso difficile”, ha detto. “Avrebbe dovuto essere più facile. Avrebbe dovuto arrivare prima. Ma alla fine, abbiamo fatto quello che l’America fa sempre: siamo stati all’altezza del momento, ci siamo uniti. Ce l'abbiamo fatta."

 

 

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