Sanna Marin, premier finlandese, 36 anni, progressista, un figlio, divenuta due anni fa il capo del governo più giovane del mondo, è l’immagine perfetta di tutto ciò che Vladimir Putin mai si sarebbe aspettato di ritrovare una volta aggredita l’Ucraina: un occidente coraggioso, tosto, unito, reattivo, desideroso di dimostrare ai nazionalismi autoritari la presenza nel mondo di un ventre tutt’altro che molle a difesa delle democrazie liberali. Sanna Marin, che guida un paese invaso dall’Unione sovietica nel 1939 e che ha storicamente fatto della neutralità militare un proprio tratto distintivo, ha scelto di aderire “senza indugio” alla Nato, perché le operazioni violente della Russia, che con la Finlandia condivide 1.300 km di confine, “hanno modificato l’ambiente di sicurezza europeo e anche quello finlandese”.
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