Robert Sarah, prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti

Il cardinale Sarah: "Ogni nazione ha il diritto di distinguere tra rifugiati e migranti economici"

Matteo Matzuzzi

Il prefetto del Culto divino in Polonia: "L'Europa ha rinunciato alle sue radici cristiane e ora si trova immersa in un'apostasia silenziosa"

Roma. “Ogni nazione ha il diritto di distinguere tra i rifugiati e i migranti economici che non condividono la cultura di quella nazione”, ha detto il cardinale Robert Sarah intervenendo domenica scorsa alla conferenza Europa Christi che si è tenuta in Polonia. A dare conto delle parole del prefetto della congregazione per il Culto divino è stato il Catholic Herald. Secondo Sarah, “mentre ogni migrante è un essere umano che deve essere rispettato, la situazione diventa più complicata quando i migranti provengono da un'altra cultura o hanno una religione diversa”. La responsabilità è anche delle nazioni europee che hanno destabilizzato i paesi da cui i migranti sono partiti, ha aggiunto.

 

Ma il ragionamento del porporato guineano – che proprio domenica era stato sconfessato con una lettera del Papa in merito all'interpretazione data al motu proprio Magnum Principium sulla traduzione dei testi liturgici – ha affrontato anche altri argomenti, criticando in particolare “l'ideologia dell'individualismo liberale che promuove una combinazione destinata a erodere i confini naturali di ogni patria e cultura, portando a un mondo post-nazionale e unidimensionale dove le uniche cose che contano sono il consumo e la produzione”. L'Europa, in particolare, sta vivendo “una crisi di civiltà senza precedenti, iniziata con il 'Dio è morto, e lo abbiamo ucciso noi' di Friedrich Nietzsche”. L'Europa, ha osservato Robert Sarah, è piombata in una crisi “causata, tra le altre cose, da ideologie atee che l'hanno condotta al nichilismo”.

 

Dopo il crollo dell'Unione sovietica, sembrava che un nuovo e positivo periodo per l'Europa fosse iniziato. Invece, “l'Unione europea ha deciso di non tornare alle radici cristiane del continente, ma ha costruito le sue istituzioni su astrazioni come il libero mercato, l'uguaglianza degli individui e i diritti umani individualisti”. E questo, “è stato un errore, perché tutte le leggi dovrebbero essere basate sul concetto della dignità umana, che può provenire solo da Dio. L'Europa, costruita sulla fede in Cristo, ha tagliato i legami con le sue radici cristiane, vive ora un periodo di silenziosa apostasia”.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.