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I test della Formula 1 hanno detto che Verstappen è ancora l'uomo da battere

Umberto Zapelloni

La Red Bull si è confermata la migliore macchina anche alla vigilia del primo Gran premio stagionale. La Ferrari sta ancora cercando di capire cosa potrà fare in questo 2023

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Su i motori. Domenica si parte. La Formula 1 è pronta a tuffarsi nella stagione più lunga della sua storia con 23 gare in calendario che la terranno in pista da marzo a novembre, il tempo di mettere al mondo un bambino. Dopo i tre giorni di test della scorsa settimana, la situazione è più chiara, ma non chiarissima. La Ferrari è quella che ha percorso più chilometri tra i top team (2.257), ma non quella che ha ottenuto i migliori riscontri cronometrici, soprattutto in assetto da gara dove la SF-23 è sembrata molto affamata di gomme, nel senso che pare consumarle più degli avversari.

   

Alla vigilia del Mondiale il grande favorito resta Max Verstappen con una Red Bull che in tre giorni non ha avuto problemi e ha lasciato sul volto del due volte campione del mondo il sorriso che ha una moglie quando torna a casa e trova il marito che cucina per lei. Si è divertito, ha girato senza problemi fin dal primo giorno quando è stato in pista per 157 giri, cento in più della distanza che dovrà coprire domenica pomeriggio. Nessuno ha girato così tanto in un giorno solo anche se il debuttante Sargeant con la Williams (154) gli è andato vicino. La Red Bull che l’anno scorso ha vinto 17 gare su 22 è ancora la macchina da battere. Le penalizzazioni subite dopo aver infranto il budget cap, per ora non hanno minimamente influito sulle prestazioni. La Red Bull RB19 non maltratta le gomme, ha le prestazioni (di Perez il miglior tempo dei test nell’ultimo giorno, quando Max si è riposato) ed è anche affidabile. L’anno scorso Verstappen e Perez si fermarono in panne alla prima gara, consegnando alla Ferrari una doppietta illusoria. Quest’anno paiono viaggiare sul  velluto, ma quello liscio, non a coste.  “Tutte le cose che abbiamo sulla macchina sono ben pensate e testate bene sul simulatore - ha detto Verstappen - Non c'è niente di veramente affrettato o cose sulla macchina che sappiamo essere più lente. Tutto ciò che montiamo sulla macchina è più veloce”.

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Gli avversari più vicini a Max, al netto del suo compagno di squadra, sono i due ferraristi oggi guidati da Fred Vasseur che un anno dopo Binotto pare recitare la stessa parte in commedia: “Dobbiamo capire”, ha detto dopo i test. Lo stesso concetto espresso da Charles Leclerc che ha litigato più dello scorso anno con una monoposto un po’ nervosa e all’apparenza meno costruita sulle sue misure. Charles ha chiuso con il miglior tempo della mattinata nell’ultimo giorno dei test in condizioni proibitive, con temperature decisamente più elevate di quelle che poi troverà nel giorno delle qualifiche. Il suo è stato un tempo bugiardo. Sul giro secco la Ferrari pare avere ottime chance di successo. Leclerc che l’anno scorso è stato il re della pole, potrebbe anche riconfermarsi. Resta invece un dubbio sulle prestazioni in configurazione da gara. La SF-23 è una macchina più difficile da gestire, l’assetto giusto non arriva subito, ma va inseguito con una prova dietro l’altra. “Dopo questi tre giorni di test posso dire che stiamo ancora lavorando molto per trovare il punto di forza della vettura in termini di assetto – ha ammesso Leclerc -. Spero che ci sia ancora un po’ di margine. È un’auto diversa e necessariamente bisogna guidarla in modo un po’ diverso. Ma i test servono a questo. Ho provato molti stili di guida diversi. Stamattina mi sembrava di aver trovato un po’ la mia strada, finalmente. Ma abbiamo ancora del lavoro da fare”. La Ferrari SF-23 è nata bene (non ha avuto problemi di affidabilità), ma a prima vista non benissimo. Però un anno fa partì vincendo tre delle prima quattro gare, poi cominciò a rompersi. Sarebbe certamente meglio aver invertito la tendenza. Come dice Vasseur, al quale piace fare battute ghiacciate anche in Alaska “Dovremmo essere tra i primi dieci”. Peccato che la Ferrari abbia un obbligo quest’anno: far meglio dello scorso anno e quindi vincere. O almeno restare in corsa fino all’ultima gara.

  

C’è nebbia anche attorno al nome del terzo incomodo con la Aston Martin del sempreverde Alonso a tormentare i pensieri di Lewis Hamilton e George Russell che hanno trovato una Mercedes ancora in difficoltà. Non salta più come lo scorso anno, ma non è neppure guarita del tutto. Toto Wolff ha ammesso il ritardo, dicendo pure apertamente che adesso bisognerà virare verso un progetto più simile a Red Bull o Ferrari. Se bluffava lo scopriremo presto. Ma la faccia di Hamilton non era incoraggiante.

  

In questa lunga stagione raddoppieranno le Sprint Race, passando da tre a sei e in calendario compariranno tre gare statunitensi: Miami, Austin e soprattutto Las Vegas in quello che viene annunciato come l’appuntamento kolossal della stagione con biglietti vip venduti a cifre da Superbowl. Scontato che gli organizzatori sognino un gran finale sulla Strip dove correranno le monoposto. Arrivare alla penultima gara con il campionato ancora aperto sarebbe un grande successo. Oggi il rischio è che Max Verstappen possa festeggiare la tripletta molto prima.

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