Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino (foto LaPresse)

la staffetta italiana

La serata (quasi) perfetta di Jannik Sinner

Luca Roberto

Alle Atp Finals di Torino l'altoatesino subentra a Berrettini e prende a pallate Hurkacz. È ancora in corsa per la qualificazione alle semifinali (ma servirà un miracolo)

L'unica lieve imperfezione della serata di Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino è stata la dedica scritta sulla telecamera al termine della vittoria con Hurkacz: "Matteo sei un idolo". Avrebbe potuto dirgli "ti aspettiamo", "torna presto", "l'anno prossimo veniamo qui assieme, te lo prometto". Perché per il resto, il ventenne altoatesino, subentrato al posto di Matteo Berrettini – che fino all'ultimo ha provato a giocare nonostante l'infortunio agli addominali – nel torneo che raggruppa i migliori otto al mondo, è stato ineccepibile. Per il gioco. Per il temperamento. E per la gestione di un passaggio di consegne carico di aspettative come mai era capitato al nostro tennis in anni recenti. "Giochiamo questo torneo per Matteo, che è una persona incredibile", ha detto al termine dell'incontro al centro del campo, lui che con dizione sudtirolese è abituato a declinare i verbi all'indicativo presente anche laddove ci starebbe meglio l'imperfetto. Sciogliendosi in simbiosi con il pubblico torinese che lo ha sostenuto sin dal primo colpo della serata. 

 

Ha funzionato così bene il tennis malleabile di Sinner che il lungagnone polacco Hubert Hurkacz a un certo punto del secondo set, sconfortato, è insolitamente uscito con la testa dalla partita. S'è fatto lamentoso. Ad aprile, nell'unico precedente tra i due disputato nella finale del Master 1000 di Miami, aveva vinto in due set. L'ex campione di Davis Paolo Bertolucci commentando la partita in televisione ha detto che nemmeno lui si aspettava, forse, una versione così luccicante dell'italiano. Che infatti non ha sbagliato praticamente nulla. Ha annullato cinque palle break, ha vinto il 70 per cento dei punti con la prima di servizio, e ha chiuso in poco più di un'ora e 25 minuti con un doppio 6-2. Uscito questa settimana dalla top 10 dei migliori giocatori del circuito, vi farà rientro dalla prossima dopo aver accumulato punti sufficienti. E non è nemmeno finita qui. 

Perché giovedì Sinner se la vedrà con il numero due al mondo Danil Medvedev, il russo fresco vincitore degli Us Open (ha stoppato il sogno di Djokovic di riuscire a completare il Grande slam, impresa che manca da più di 50 anni nel tennis maschile moderno). E partirà, com'è ovvio, sfavorito. In realtà, anche qualora dovesse vincere l'ultimo incontro, per qualificarsi alle semifinali dovrebbe sperare che nell'altro match del girone rosso Hurkacz vinca contro Alexander Zverev. Insomma una specie di miracolo. Anche se Jannik, ne siamo certi, realizzando com'è andato finora il torneo, penserà che tutto è possibile. Del resto, fino a ieri aveva pianificato di fare da spalla agli otto giocatori qualificati, godersi lo spettacolo dagli spalti, studiare i migliori in attesa dell'occasione giusta che gli avrebbe riservato il futuro, magari già a partire dal prossimo anno. E' successo tutto molto prima, nel giro di poche ore. Con un preavviso quasi nullo. Lo è già ora, un successo. 

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