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Messaggi al Pd

Conte: "Il M5s è la vera forza progressista dell'opposizione"

Ruggiero Montenegro

L'ex premier, ormai in modalità campagna elettorale, insiste sulla "questione morale" e presenta le proposte grilline contro il conflitto d'interessi e per la regolamentazione delle lobby. "Non mi candido alle Europee. Non si ingannino gli elettori. L'Ilva? Meloni desaparecida. E sull'abuso d'ufficio segnale di restaurazione dalla maggioranza"
 

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Presidente, ma il Movimento è l'unica forza realmente di sinistra nell'opposizione? "Noi siamo una vera forza progressista", dice al Foglio Giuseppe Conte. E gli altri? Chissà. Dice e non dice, l'ex premier. Lascia intendere. E ancora una volta lancia una mezza stoccata a quelli che dovrebbero essere gli alleati, il Pd ed Elly Schlein. Di fronte alla stessa domanda, il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri sorride e allarga le braccia. "E' importante che gli elettori ci considerino come tali". Il vero partito di sinistra in Parlamento, appunto. "Non vorremmo essere troppo autorefenziali, non siamo noi definirci. Spetta ai cittadini riconoscere il nostro impegno e le nostre battaglie", aggiunge il presidente dei deputati 5 stelle, prima di perdersi insieme a Conte e allo staff tra le stanze della sede del Movimento.

In via di Campo Marzio a Roma è appena finita la conferenza stampa del M5s. L'ha convocata il capo dei pentastellati e con lui ci sono  lo stesso Silvestri e la senatrice Mariolina Castellone, vicepresidente di Palazzo Madama. Conte è quasi in modalità campagna elettorale, agguerrito. In alcuni passaggi alza il tono della voce, per sottolienare che "la politica deve riacquistare il pieno della sua dignità". Il titolo della conferenza, d'altra parte, è eloquente, quasi un amarcord del primo Movimento: "Spezziamo il legame tra politica e affari". Presentano una serie di proposte contro il conflitto d'interessi e per normare le attività di lobbying. Ma è anche l'occasione per cannoneggiare il governo e la premier Giorgia Meloni. Per ribadire quel che pensa di Matteo Renzi, "un perfetto campione della contaminazione tra politica e affari". E per lanciare, pur se non apertamente, messaggi alla segretaria del Pd, che praticamente negli stessi momenti tiene un'altra conferenza stampa al Nazareno, per ricordare David Sassoli e parlare di Europa

"Non mi candido", conferma Conte. "Perché non mi importa nulla di un 2-3 per cento in più. Non possiamo continuare a ingannare i cittadini. Non puoi dire: datemi il voto, quando già sai che al Parlamento europeo non ci andrai". Si riferisce alla premier, che ha detto invece di valutare la possibilità. E pure a Schlein? "Anche a Schlein. Non ha mica l'immunità. Anche lei ingannerebbe gli elettori".

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Il grosso della conferenza stampa è comunque dedicato alle idee del Movimento in tema di legalità. Sull'abolizione del reato d'abuso d'ufficio, "quello che sta succedendo al Senato ci preoccupa, è un segnale di forte regressione e restaurazione da parte della maggioranza", dice Conte. Riecco quindi "la questione morale", un tema che sempre più spesso l'ex premier rilancia. Sorpasso a sinistra, c'è spazio. Anche perché l'abuso d'ufficio "sta creando spaccature nel Pd", rileva Conte. I sindaci dem spingono per una revisione radicale, in Parlamento il Pd parla semmai di riperimetrare la norma. Per il leader del M5s invece quella legge non si tocca. Rivendica infatti le modifiche introdotte nel 2020, quando era premier. Mentre oggi la maggioranza "con il concorso di una parte di finta opposizione, sta mandando in fumo 3.600 sentenze con condanna passata in giudicato", è la denuncia. Poco importa se oltre il 90 per cento degli amministratori indagati per abuso d'ufficio venga poi assolto.  "I detrattori ci accusano di essere giustizialisti, accusa che respingiamo. Siamo garantisti", continua Conte prima di dedicarsi all'economia e alle polemiche di questi giorni. 

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Sull'Ilva "parlano in tanti, parla Calenda. Ma al posto suo sarei attento a parlare: prima di chiedere conto agli altri dovrebbe lui spiegare come ha impostato questa gara nel 2016", dice il leader del M5s. Poi punta il dito contro il ministro Urso. "Dice che noi abbiamo sbagliato? Ci dica semplicemente cosa è successo dopo. Ci hanno cacciato nel febbraio del 2021, non abbiamo più avuto l’appoggio della maggioranza, è venuto un altro premier, quello che non viene mai nominato e che si chiama Draghi, e poi un altro premier, la 'desaparecida' Giorgia Meloni...". 

L'ultima domanda è su Israele, un'ultima occasione per attaccare il governo: "Non possiamo assistere a questa carneficina quotidiana. Il governo è assolutamente ignavo. Netanyahu va fermamente condannato e tutti gli stati dell’Unione europea devono agire per dire al premier israeliano che questa cosa è inaccettabile", ha concluso Conte. 

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