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Emiliano sabota la strategia del voto utile di Letta: "Votate o noi o Conte"

Antonia Ferri

Il presidente della Puglia sconfessa la linea del segretario, che ha chiuso definitivamente al M5s. "Un errore imperdonabile: stabilizziamo il fronte progressista". E invita a votare i grillini

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"Lanciamo il piano del Pd per il sud, da Taranto, luogo emblematico per noi". Enrico Letta, Michele Emiliano e Vincenzo De Luca, si sono riuniti domenica per lasciare alle spalle i veleni di partito in favore di un progetto per la rinascita del sud Italia, con 900 mila nuove assunzioni nella pubblica aministrazione da qui al 2029. E invece, no. 

 

"Chiediamo all'elettorato di compiere un miracolo" con un voto "non importa se a Pd o ai 5 stelle". Con queste parole al Fatto quotidiano, Michele Emiliano, attuale presidente della Puglia, rompe la linea del segretario di partito. Quello stesso Enrico Letta, che più volte ha ribadito come un'alleanza con chi ha provocato la caduta del governo Draghi fosse impensabile. Ma quando gli viene chiesto se la fine di un'apertura con i 5s avesse senso, il presidente di regione è netto: "Un errore imperdonabile. Si poteva fare un'alleanza tecnica, con programmi diversi, come è stato fatto con Verdi e Sinistra italiana". Inutili sarebbero le risposte di Letta, che ricorderebbe come Sinistra italiana, pur votando più di 50 volte la sfiducia al governo, si è sempre coerentemente posta all'opposizione. 

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Quello di Conte, per il Pd di Letta era un tradimento. Il Pd di Emiliano invece segue un'altra direzione, sia alle elezioni - "[Serve, ndr] votare per il Pd o, almeno nella mia Puglia, per chiunque altro, ma non per il centrodestra", non per "un partito e una leader per cui Benito Mussolini era un buon politico" -, sia dal 26 settembre, il giorno dopo - "ripartirò con serenità nella mia richiesta di dialogo e collaborazione con i 5 stelle per il campo progressista".  E chissà che tra i dem non ci siano altri a pensarla allo stesso modo, alcuni sicuramente. 

 

Già un mese fa arrivavano i primi segnali. Alcuni da chi non ha mai fatto mistero di approvare la creazione di quel fronte più aperto che collegherebbe i dem ai pentastellati, come il responsabile enti locali del Pd, Francesco Boccia. Altri da esponenti più influenti, le cui parole rappresentano un peso in grado di sbilanciare i precari equilibri del Partito democratico, come Goffredo Bettini. "Dopo il 25 settembre si vedrà" era stata la dichiarazione del deputato dem in relazione all'asse rossogiallo. Ora, quell'unione invocata ritorna a essere scritta nero su bianco, questa volta proveniente dalle affermazioni di Michele Emiliano: "La mia speranza era ed è quella di stabilizzare il fronte progressista". Conte incluso. 

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