Festival dell'innovazione

Brunetta: "Per l'Italia è un momento magico. Il pil supererà il 6 per cento"

L'intervento del ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione al festival del Foglio

"Oggi sono tornato qui alla Misericordia dopo 55 anni", dice Renato Brunetta al Festival dell'innovazione del Foglio a Venezia, "quando da ragazzino nella Jacopo Sansovino venivo a far ginnastica: un luogo straordinario e bellissimo, ma anche freddo e respingente. Correvamo senza riscaldamento d'inverno, sul campo di pallacanestro della Reyer, senza docce, senza nulla. Ritrovare questa bellezza dopo tutto questo tempo mi ha emozionato. Devo dire grazie al sindaco Brugnaro, che ha permesso la ristrutturazione della basilica, grazie alla città di Venezia che lo sta mantenendo straordinariamente bene e grazie al Foglio che mi ha riportato qui".

 

Primo tema. L'Italia ha corso il rischio di cadere in un equivoco: travolta dalla pandemia, lo smart working come soluzione permanente. "Io ho una regola", dice il ministro della Pubblica amministrazione. "Quando vedo una biforcazione rispetto a un problema tra soluzioni facili e soluzioni difficili, normalmente mi applico alle seconde. Fu certamente un'idea smart, intelligente e coraggiosa, quella di mettere all'inizio della pandemia tutti i lavoratori pubblici in cosiddetto smart working. Ma è un termine che nel linguaggio internazionale non esiste. E questo intervento è stato fatto all'italiana: non c'era un contratto di lavoro, non c'era organizzazione del lavoro, perché non basta portare i lavoratori dalla presenza al remoto. Non esisteva la piattaforma tecnologica: tutti sono finiti a lavorare da casa con mezzi propri. Pensate a cos'è successo al caso hacker nella regione Lazio. Non esisteva la customer satisfaction".

Dunque Brunetta si è arrabbiato "perché si voleva far diventare questa esperienza il modello per il futuro. Allora, da vecchio socialista e professore di economia del lavoro, innanzitutto mi sono detto: serve un vero contratto per il lavoro agile, formalizzando la parte normativa. Poi ci dev'essere la sicurezza informatica, l'interoperabilità delle banche dati. Stiamo lavorando con il Pnrr per mettere tutto nel cloud e da lì garantire materiale fruibile. Se poi lo smart, così regolarizzato, funziona, poi ce lo deve dire il mercato. Ovvero la soddisfazione dei cittadini. A queste condizioni, le amministrazioni possono fare tutto lo smart working che vogliono".

 

Inoltre "tutto questo si può fare in tempi velocissimi grazie al Pnrr", sottolinea il ministro. "Lo diceva Colao, è scritto nei progetti. Se c'è un difetto, di soldi ce n'è anche troppi. Il Pnrr è un contratto tra l'Europa e il nostro paese: circa 70 miliardi regalati, gli altri prestati a lungo termine. In cambio cosa vogliamo? Buoni investimenti. E poi riforme, riforme e riforme. Io ho l'orgoglio di aver fatto le prime due: la semplificazione e la riforma della pubblica amministrazione. Per questo ci hanno dato l'anticipo. Adesso tocca agli altri".

Poi la questione concorsi.  "Ho fatto un conto, noi dovremo avere e per rimpiazzo fisiologico del turnover 100-110mila posti all'anno, e per fare la montagna di progetti previsti dal Pnrr un numero altrettanto rilevante di concorsi per selezionare giovani con contratti a termine per i prossimi 5-6 anni, con la possibilità in parte di rimanere all'interno della pubblica amministrazione. Il problema sarà l'opposto: non trovare la gente. Ci sarà una rarefazione di offerta, dovuta anche a capacità formative da ovviare".

 

La gestione di questo processo quali tempi richiede? "Il tempo dell'elezione della presidente della Repubblica", sorride Brunetta, "la durata di un suo mandato: almeno sette anni. Noi in questo momento stiamo vivendo un momento magico come paese: Fauci ci ha fatto i complimenti, stiamo uscendo bene dalla pandemia, stiamo crescendo al 6 per cento e forse anche di più. Perché se funziona la strategia del green pass, e già da ieri l'effetto annuncio ha prodotto un raddoppio delle prenotazioni, e quest'onda significa riaprire, dai musei al terziario urbano, noi viaggiamo verso il 7 per cento. È una congiuntura astrale strepitosa: arrivano gli investimenti dall'estero, l'Italia sta diventando simpatica oltre gli stereotipi. Un paese funzionale. Questa però non può essere una fiammata, ma dev'essere un fenomeno strutturale e dunque durevole".

Poi alcuni passaggi su Draghi - "Ci conosciamo da quarant'anni, siamo colleghi universitari"-, sul diventare sindaco a Venezia - "Ci ho già provato due volte, basta così" - e al Campidoglio: "Di solito la sindacatura di Parigi diventa la caratura per fare il presidente della Repubblica", continua Brunetta. "E così dovrebbe essere anche per Roma: capitale d'Italia, d'Europa, del mondo. Dovrebbe avere questa ambizione".

Cosa vorrebbe Brunetta per la Pa? "Gentilezza, cortesia ed efficienza. Così come Figliuolo ha vaccinato 50 milioni, un'impresa straordinaria, senza precedenti della storia: e l'ha fatto secondo questi principi. Così come il governo Draghi sta lottando per il green pass, una serie di tante cose che non capisco: vaccino gratis, hub vaccinali, tampone a prezzi calmierati. Gli incentivi gentili ci sono. E grazie al decreto che deve ancora entrare in vigore sono già raddoppiate le prenotazioni. Una storia di straordinario successo che ci fa uscire dalla pandemia, fare pil e tornare liberi. Di fronte a obiettivi così grandi, gentilezza e cortesia tornano. Vi ricordate com'eravamo un anno fa? Lo dico ai miei amici del sindacato, dei media che si arrampicano sugli specchi: direi che questo piccolo sforzo si può pagare".