Il Salone del Mobile del 2019 (LaPresse)

GranMilano

Brutto segnale il Salone del Mobile annullato ancora (forse)

Daniele Bonecchi

Dopo due rinvii, la manifestazione era prevista per settembre, ma adesso Federlegno sembra orientata ad aspettare tempi migliori: troppe incertezze e troppo poco tempo per preparare un evento di questa portata

Acque limacciose, o per meglio dire improvvisamente agitate, tra i mobilieri e le grandi firme del design. Dopo giorni di indecisioni, le voci insistenti di ieri raccontavano che il Salone del Mobile 2021, previsto per l’autunno e che dovrebbe segnare il grande rilancio non solo del settore fiere ma della famosa “attrattività” milanese, è a un passo dall’annullamento. Rinviato nel 2020 e poi programmato inizialmente ad aprile 2021, e poi più realisticamente per settembre di quest’anno, il motore della Brianza cresciuto a dismisura fino ad invadere il mercato cinese è in grave sofferenza causa Covid. Federlegno sembra orientata a rinviare il Salone del cinquantenario a tempi migliori. Troppe le incertezze, e poi servono mesi per preparare una manifestazione che deve attrarre migliaia di operatori e buyer.

 

Secondo Affaritaliani-Milano, che ha dato la notizia, sarebbero due importanti aziende, Poliform e Poltrona Frau, a spingere per il rinvio. Sta di fatto che, mentre il governo sta riavviando le grandi manifestazioni fieristiche a partire da giugno (grazie a un fitto lavorìo tra ministeri e associazioni territoriali di cui abbiamo raccontato) Federlegno potrebbe invece voltare le spalle a Milano e alla sua Fiera. Perché il Salone muove l’intera città, l’ultima edizione, quella del 2019 ha fatto registrare un incremento del + 12 per cento rispetto all’anno prima. 2.418 sono stati gli espositori, di cui il 34 per cento esteri, da 43 paesi, suddivisi tra Salone Internazionale del Mobile, Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Euroluce Workplace3.0 e S.Project; di questi 550 sono stati i designer partecipanti al SaloneSatellite. Senza contare sul Fuorisalone, che è diventato un moltiplicatore di eventi. Milano non può rinunciare alla vetrina del made in Italy, perché la moda e il design rappresentano la spinta più forte alla ripresa economica.

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