Uno scatto della sfilata di Valentino alla Milano fashion week 2020 (LaPresse)

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Valentino sfila al Piccolo, un gesto d'amore per il teatro e la città

Fabiana Giacomotti

La maison farà sfilare la collezione inverno 2021 in diretta il prossimo lunedì 1 marzo: un “gesto forte, quasi punk”, dice il direttore creativo Pierpaolo Piccioli

Dice il direttore creativo di Valentino, Pierpaolo Piccioli, parlando al Foglio che “aprire un teatro per il tempo di uno show” è un “gesto forte, quasi punk”. La maison farà sfilare la collezione inverno 2021 in diretta il prossimo lunedì 1 marzo: il Piccolo Teatro di Milano “okkupato” è qualcosa che la borghesia del centro città doveva ancora sentire, ma che in effetti dà una bella sferzata di energia e un senso nuovo alla grande struttura dello Strehler ormai ferma da un anno, fra le proteste del comparto dello spettacolo per una sospensione “causa Covid” che perde sempre più di senso. Migliaia di persone presenziarono per esempio lo scorso settembre alla Mostra del Cinema di Venezia: tracciati, distanziati e con le mascherine posizionate sul viso anche per dodici ore al giorno e dieci giorni di seguito e non risultarono contagi.

 

Nonostante la bella prova di responsabilità, disciplina ed efficacia delle norme di prevenzione, il Mibac e il ministero della Sanità non hanno mai neanche preso in considerazione la possibilità di adattare il sistema, certo complesso e costoso, messo in atto dal presidente della Biennale Roberto Cicutto e dal direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera, e dunque, come si sa, il settore dello spettacolo non ha introiti diretti dallo scorso febbraio e se si dichiara prossimo all’estinzione lo fa con buone ragioni. Andrée Ruth Shammah ha offerto il “suo” teatro Franco Parenti a Gilberto Calzolari, che ha registrato la sfilata facendo camminare le modelle fra le poltrone. Piccioli quasi si commuove di fronte alla platea vuota del Piccolo: “Percepisco l’energia di un pubblico che non può essere presente ma che vuole e che dovrà tornare perché la cultura è vita”. E’ la seconda volta che Valentino sfila a Milano, ma la prima senza pubblico, dalla capitale della moda italiana e da un luogo altamente simbolico come lo Strehler.

 

Siamo onesti: Valentino avrebbe potuto organizzare la stessa cosa in qualunque teatro di Roma, che si trova nella stessa situazione, e trasmettere le riprese sulla piattaforma di Camera della Moda come stanno facendo altri. Ha scelto volutamente il Piccolo e una delle città più provate dall’emergenza sanitaria: “Il mio”, spiega, “vuole essere un invito all’aggregazione e alla condivisione quando queste sono negate. Il Piccolo Teatro di Milano è stata una scelta istintiva, non solo perché è uno dei teatri più importanti d’Italia ma perché la sua è una storia bellissima, piena di fascino e ombre: nel 1946”, ricorda, ”Paolo Grassi pubblicò una lettera manifesto sulla sua idea di teatro pubblico e sull’urgenza di salvare il teatro alla luce degli accadimenti storici del tempo. Come allora, sento la necessità di dare un segno di speranza con un gesto di apertura e con l’idea che stiamo andando tutti verso una direzione corretta. Abbiamo bisogno di mantenere viva la cultura. Il teatro parla al cuore e alla sensibilità delle persone ed è uno strumento inclusivo di partecipazione corale, a disposizione di tutti”.

 

Teatro di battaglia, il Piccolo, come dimostrò ancora una volta nel 1962 quando Grassi e Giorgio Strehler resistettero contro gli attacchi delle istituzioni alle operazioni di divulgazione culturale che il teatro effettuava nei licei milanesi con l'ausilio di attori in erba e un presentatore incaricato di coordinare l’eventuale dibattito con il pubblico, presentando atti unici e poesie di autori contemporanei internazionali. Erano le prove del 1968, e qualcuno l’aveva intuito. Soddisfatto (ma travolto dalle infinite attese per il futuro, da cui la promessa di sentirsi a breve) il nuovo direttore del teatro Claudio Longhi. “Il Piccolo è un luogo simbolico di un modo consapevole e progressista di fare cultura”, chiosa Piccioli, “e si materializza in quella che è oggi l’identità di Valentino: sensuale e romantica, piena di memoria ma non nostalgica”.

 

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