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Il Regno Unito farà un terzo lockdown totale

Il premier Boris Johnson: "State a casa"

"Le prossime settimane saranno le più dure", dice il primo ministro. Entro metà febbraio Londra vuole vaccinare tutti i cittadini che si trovano nei primi quattro gruppi prioritari

Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato un nuovo lockdown in Inghilterra, a causa dell'aumento dei contagi da Saras-CoV-2 dovuti anche alla nuova variante del virus emersa nel Regno Unito. Anche la prima ministra scozzese, Nicola Sturgeon, ha confermato il lockdown nazionale, a partire dalla mezzanotte di oggi fino alla fine del mese. È la terza chiusura totale in Gran Bretagna dall'inizio della pandemia e questa volta dovrebbe durare fino a metà febbraio. Tutte le scuole e le università chiuderanno e passeranno alla didattica a distanza da martedì. "Con la maggior parte del paese già sotto misure estreme, è chiaro che dobbiamo fare di più insieme per tenere sotto controllo questa nuova variante del virus, mentre i nostri vaccini vengono lanciati. Dobbiamo entrare in un lockdwn nazionale, dato che è abbastanza difficile contenere questa variante", ha dichiarato Johnson, aggiungendo: "Ciò significa che il governo vi sta ancora una volta chiedendo di rimanere a casa. Potete uscire di casa solo per ragioni limitate consentite dalla legge, come fare acquisti di beni essenziali, lavorare se non potete assolutamente lavorare da casa, fare esercizio fisico, per ragioni mediche, come effettuare un test Covid, o per sfuggire agli abusi domestici". 

 

Nel frattempo, il cancelliere Rishi Sunak ha annunciato che le aziende nei settori della vendita al dettaglio, dell'ospitalità e del tempo libero riceveranno una sovvenzione una tantum fino a 9.000 sterline, con un costo di 4 miliardi di sterline in tutto il Regno Unito. 

 

Il paese ha segnalato un record di 58.784 casi lunedì scorso. Johnson ha avvertito che le prossime settimane saranno le "più difficili" per i casi in aumento e ha detto che sarà garantita una prima dose di vaccino entro la metà di febbraio a chi si trova nei primi quattro gruppi prioritari: a tutti i residenti delle case di cura e ai loro assistenti, a tutti i cittadini di età pari o superiore a 70 anni, a tutti gli operatori sanitari e sociali impegnati in prima linea nella gestione della pandemia e alle persone estremamente vulnerabili a livello sanitario.