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voci in contrasto

Workforce, viaggio al termine del lavoro in Italia

Chiara Sgreccia

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Workforce è il progetto visivo di Michele Borzoni. Un viaggio durato più tre anni dentro il mondo del lavoro in Italia che mostra l’insicurezza, il deterioramento del settore manifatturiero, l’ascesa dei servizi della logistica, l’automazione, l’impatto dei flussi migratori. È diviso in nove capitoli: dalle aste fallimentari, ai concorsi pubblici, all’industria 4.0, ai lavoratori agricoli stranieri, fino ai workers buyout. I lavoratori che con posa ottocentesca tornano a guardare in macchina e diventano il centro della scena. Da dipendenti a imprenditori, nel tentativo di ricostruire l’individualità e comprendere le logiche del mercato.

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"In Italia le conseguenze della crisi economica del 2008, quella causata dal crollo dei sub-prime negli Stati Uniti, sono arrivate più tardi. Ho voluto riportare l’attenzione sul mio paese, mostrare come è cambiata la vita quotidiana di chi lavora, non soltanto per effetto della crisi ma anche della rivoluzione tecnologica e con l’arrivo dei migranti".

 

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Workforce è un progetto fatto di pieni e vuoti che descrive in maniera lucida e razionale, con uno sguardo ravvicinato ma analitico, che pone attenzione allo spazio per raccontare chi lo vive, un’economia del lavoro in cui la manodopera bassa e sfruttata coesiste con i lavoratori iper-specializzati. "La pandemia ha velocizzato e rafforzato molte tendenze di cambiamento già in atto nel mondo del lavoro pre-Covid19. Una parte che avrei voluto inserire in Workforce sono i riders, i lavoratori della logistica dell’ultimo miglio, che ci hanno permesso di ricevere il cibo a casa, in sicurezza, ad un costo bassissimo".

 

 

Questo è il settimo episodio di Voci in Contrasto, la serie di video interviste ai fotografi dell’agenzia Contrasto. Ecco gli altri episodi

 

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Biografia

Michele Borzoni è nato nel 1979 a Firenze. Nel 2006 Si diploma presso l’International Center of Photography in Documentary Photography and Photojournalism Program in New York. Durante il corso degli studi svolge un internship con Jonas Bendiksen, e sempre nel 2006 partecipa all’Eddie Adams Workshop, Barnstorm XIX, NY. Vince il First Prize Yann Geffroy Award 2007 con il lavoro “Srebrenica, sete di giustizia” e la New York Times Scholarship for ICP students. Vincitore della Tierney Fellowship 2009 e del Primo Premio Singles People in the News del World Press Photo 2010, mentre nel 2012 viene selezionato da Photo District News come uno dei “30 new and emerging photographers to watch”. Membro fondatore del collettivo di fotografia documentaria TerraProject Photographers, di cui fa parte dal 2006. Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e personali nel Maxxi Museum di Roma, Institute du Monde Arabe a Parigi, Complesso del Vittoriano a Roma, FotoIndustria a Bologna, e in molte altre città tra cui New York, Pechino, Yerevan, Madrid, Lianzhou, Seoul.

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