Giorgio Gori. Foto LaPresse/ Tiziano Manzoni

Haiku milanesi

Fabio Massa

Gli “autonomisti per Gori” risalgono le valli. Ipotesi e sogni di squadra vincente (ma chi vince?)

Consiglio di lettura della settimana: Manuela D’Alessandro, cronista di giudiziaria a Palazzo di giustizia di Milano, ha messo nero su bianco per i tipi di LietoColle una ventina di “Milaneshaiku”. Andate a leggerli. In alternativa, ci sono quattro notiziole di politica che trovate qui sotto.

    

AUTONOMISTI DI SINISTRA - Giorgio Gori sta preparando l’evento di presentazione della propria candidatura all’Auditorium della Verdi, in largo Mahler, sabato 18 novembre alle 14 e 30. Lima il discorso di qui, coinvolgi Pisapia di là. Il gran capo di Campo progressista, che pare sempre più in mezzo al guado, parlerà dal palco. E questo è un bene. Ma quel che pare pure meglio è che Corrado Tomasi, consigliere regionale della Valcamonica, dovrà mettersi a capo di una lista “autonomista” sganciata ma agganciata al Pd. Ovvero cercare di andare a rubare voti nelle valli, dove tradizionalmente vince lo stesso blocco di maggioranza, anche se la maggioranza è cambiata parecchio, dai tempi di Formigoni a quelli di Maroni. Perché è così: anche Ambrosoli vinse nei capoluoghi, ma perse nelle valli. Pensare a una strategia mirata non sarebbe male, dato che l’impresa pare disperata e invita al massimo coraggio.

    

LA SQUADRA VINCENTE DI GORI - Divertiamoci un po’ con la fantapolitica (in alternativa ci sono sempre i Milaneshaiku). Se Gori vince le elezioni chi si porta in squadra? Tre nomi: Giuseppe Remuzzi, Carmela Rozza e Christophe Sanchez. Il primo potrebbe essere il perfetto assessore alla Sanità: autore di oltre 1.250 pubblicazioni, bergamasco, Istituto Mario Negri, professore di Nefrologia, opinionista del Corriere. Nonché first gentleman di Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo. Per Carmela Rozza, invece, il vecchio pallino è l’assessorato alla Casa. Se davvero volesse lasciare la Sicurezza di Palazzo Marino in altre mani e correre per il Pirellone, se fosse eletta, e se vincesse Gori, potrebbe chiedere la poltrona sulla quale oggi siede Fabrizio Sala, vicepresidente di Maroni. E Christophe Sanchez? Il mitico uomo della comunicazione e della strategia, braccio destro e mano sinistra di Giorgio Gori, potrebbe ricoprire qualunque ruolo. Ma il vestito del capo di gabinetto, felpato eppur deciso, sarebbe quello con il taglio migliore per lui.

  

RE E REGINE DI MARONI - Sono quelli per i quali si prevede una rielezione scontata. A Monza Fabrizio Sala. A Bergamo l’acerrimo nemico di Gori, Alessandro Sorte. A Milano l’assessore alla Sanità Giulio Gallera. Questi dovrebbero fare il pieno di preferenze. Ma ci sono anche le regine. Come Silvia Sardone. Di lei si parla già come donna forte della prossima giunta, o come assessore o – come vogliono i maligni – come sottosegretario. Molto dipenderà dalle preferenze che raccoglierà. Ma di certo la power-couple (definizione: “A couple who radiates positive energy and causes all others to be jealous”) con il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano, ha bene impressionato Maroni.

     

AL GALOPPO - Sotto la Madonnina è tutto un fermento. Giulietto Chiesa e Antonino Ingroia hanno fondato la loro nuova forza politica, che hanno chiamato “La Mossa del Cavallo”. Nome originale. Chissà se si presenteranno alle regionali in Lombardia. Il tempo di un amen e vengono fulminati dall’ex capocronaca di Repubblica di Milano, Fabio Zanchi: “Un modo come un altro per darsi all’ippica”. Saperla lunga.

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