Rigopiano, il Circo Barnum della commozione

Maurizio Crippa

Ammetto senza “paté d’animo”, come dicevano i politici d’antan, di non essere molto informato su questa vicenda di Rigopiano. C’è stata una slavina. Forse per il terremoto, forse è colpa della Protezione civile. Ci sono stati morti, dispiace; ci sono i salvati, bene; Barbara D’Urso è disperata, chissenefotte. La parte migliore d’Italia è pronta ad aiutare, chissenefrega. Forse è mancanza di fiuto per la notizia, ma in certi casi la differenza tra le notizie e le cose che, semplicemente, accadono, mi sfugge. Ci sono le slavine, i terremoti, i terroristi col tir. Succede. Un giorno capiterà a tutti, ciaone. E ci sarà un cronista a scrivere una belinata anche su di noi. I sogni spezzati, l’Erasmus mai fatto, l’ultima foto su Instagram. I coccodrilli da sciagura sono noiosi, no? Poi però, per forza, cade l’occhio su un tg, su una prima pagina, sui siti. Un delirio di “Miracolo Rigopiano”, “Hotel travolto, strage e accuse”, “L’urlo dei vigili”, “Video: commovente salvataggio dei superstiti”. Soprattutto i video e i tg: l’ossessivo mandare in loop gesti di speranza, frasi di speranza, applausi in diretta. Emozioni e condivisioni. Io me lo ricordo, Vermicino. Mi viene ancora schifo. Per cui mi chiedo, in mezzo a tutto questo creare eventi ed espettorare sentimenti, perché l’unico “sciacallo” sia Salvini coi doposci. Fa parte anche lui dello show. Chiuso il Circo Barnum per mancanza di pubblico, il più grande spettacolo del mondo è la commozione, no?

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"