Ruby chocolate, il cioccolato rosa (Foto via Facebook)

Il cioccolato rosa è pronto a conquistare la Cina e i Millennials

Valerio Valentini

La multinazionale svizzera del cacao, la Barry Callebaut, garantisce che non ci sono né additivi né conservanti. Il debutto ufficiale è avvenuto a inizio settembre a Shangai, ma le ricerche andavano avanti da 13 anni

Al numero 60 di Pfingstweidstrasse, nell'area industriale a nord di Zurigo, hanno pensato che, a guardarlo, ricorda il rubino. Ed è per questo che lo hanno chiamato così: “Ruby chocolate”. Ma il nome con cui evidentemente sta già diventando famoso è un altro, più semplice: “cioccolato rosa”. È l'ultima invenzione della Barry Callebaut, colosso svizzero del cacao, ed è destinato a diventare la quarta variante del prestigioso prodotto dolciario: dopo il fondente e quello al latte, dopo la tavoletta di “bianco” sdoganata da Nestlé ormai 80 anni fa, il cioccolato rosa si appresta a fare il suo definitivo debutto sui mercati internazionali. Lanciato in esclusiva a Shangai a inizio settembre, il Ruby verrà distribuito in Europa e negli Stati Uniti a partire da febbraio 2017, giusto in tempo per affrontare il primo vero banco di prova di San Valentino. “Tra i prossimi sei-diciotto mesi, finirà sugli scaffali dei supermercati di tutto il mondo”, annunciano i responsabili dell'azienda.

 

 

Tredici anni. Tanto è durata la ricerca condotta dagli esperti della Barry Callebaut, che hanno condotto vari esperimenti nei loro laboratori a partire dalla prima individuazione del nuovo tipo di cacao. Finché, nel 2015, si è deciso che era tempo per programmare lo sbarco del Ruby sul mercato. Il cioccolato rosa viene realizzato secondo i metodi artigianali tradizionali: “Non aggiungiamo aromi, né coloranti o additivi di alcun genere: è tutto naturale”, garantisce Peter Boone, capo del settore innovazione e qualità per Barry Callebaut, che spiega come il seme rubino cresca in Costa d'Avorio, in Ecuador e in Brasile.
Chi ha avuto l'opportunità di assaggiarlo, ne descrive il sapore come intenso e con un retrogusto di frutti di bosco.

 

E non è un caso che, tra i primi ad averlo provato, siano i consumatori cinesi. Proprio sull'enorme bacino del paese asiatico ha puntato infatti Barry Callebaut, che negli anni scorsi ha condotto tra Pechino e dintorni specifiche ricerche preventive. L'obiettivo? Trovare il giusto equilibrio di sapori per vincere la storica resistenza della Cina al cioccolato: e col Ruby, ora, la multinazionale del cacao svizzera si dice convinta di poter finalmente conquistare questo mercato potenzialmente enorme e finora refrattario.

 

Resta da capire se, e in che misura, la scoperta del cioccolato rosa permetterà a Barry Callebaut di fronteggiare una fase tutt'altro che semplice, per le aziende del settore, che stanno vedendo scendere, nel complesso, i loro guadagni a causa della crescente preferenza, nei mercati occidentali, per prodotti dietetici o a minor contenuto calorico. L'obiettivo di Barry Callebaut, in particolare, stando a quanto riporta la stampa anglosassone, è sedurre i più giovani: “Ruby soddisfa una precisa esigenza di consumo tra i millennials: quella di cedere all'edonismo”. Al numero 60 di Pfingstweidstrasse sono convinti di poterli soddisfare.

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