Riecco l'affare Consip: riepilogo per gli smemorati

Massimo Bordin

M5s insinua che Renzi sia a conoscenza di chissà quali "atti delicati". Che in realtà erano già finiti sulle pagine dei giornali a giugno. E intanto Scafarto torna in procura

Dopo le ferie ritorna l’affare Consip, con una singolare torsione. A parlarne non è l’opposizione ma l’ex capo del governo, in origine principale bersaglio, per quanto indiretto, della campagna mediatica fondata sull’indagine del pm Woodkock. Matteo Renzi, ieri mattina ospite di una radio, si è riferito al tema delle intercettazioni dicendo: “Non apro bocca sulla legge sulle intercettazioni, ma spero che venga pubblicato tutto sulla vicenda Consip. Vedremo cosa verrà fuori dalla chat del Noe, sulla vicenda voglio mettere un faro grande come una casa”. Dopo un paio d’ore le agenzie hanno battuto un comunicato del M5s, firmato dai membri delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Camera e Senato. Un lavoro d’équipe, nel quale si sostiene che “Renzi sembra essere a conoscenza di delicati atti dell’inchiesta. A quali chat si riferisce? Deve dire se ha avuto accesso ad atti secretati. Sarebbe un fatto gravissimo”. L’accusa del sinedrio a 5 stelle, sia pure espressa con un insinuante condizionale, può affascinare solo gli smemorati. I “delicati atti” erano in edicola e Renzi si riferisce a notizie apparse sulla stampa tre mesi fa, dopo un interrogatorio in procura dell’ormai famoso capitano Scafarto. Stralci della chat del Noe sono per esempio citati in un articolo di Bonini e Vincenzi dello scorso 9 giugno. I virgolettati offrivano uno squarcio inquietante del metodo di indagine, definito dai giornalisti di Repubblica “un verminaio di infedeltà e manipolazioni” e proprio questa mattina il maggiore Scafarto, fresco di promozione, tornerà in procura per rispondere su una nuova accusa, violazione di segreto d’ufficio, certamente non a favore di Renzi.

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