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Belgio-Italia, tutto quello che c'è da sapere sul prossimo avversario degli Azzurri a Euro 2020

I numeri del Ct Martinez e uno zoccolo duro di campioni, che gioca a memoria dal 2014. E oggi a caccia del primo trofeo. Sarà durissima

Ci siamo. Finora gli Azzurri hanno brillato – fase a gironi – o fatto valere l’esperienza – ottavi contro l’Austria. Ora serviranno entrambi i copioni e qualcosa in più: Belgio-Italia vale una semifinale e per la prima volta in questo torneo i ragazzi di Mancini non partiranno con l’etichetta dei favoriti. Davanti c’è la nazionale di Roberto Martinez. Uno squadrone, in testa al ranking Fifa e con la maturità acquisita in otto anni ai massimi livelli (qui Giaccherini, a inizio Europeo, ci raccontò come riuscimmo a batterli nel 2016). Calcio d’inizio all’Allianz Arena di Monaco, venerdì alle 21.

 

I calciatori da tenere d’occhio

Verrebbe da dire tutti, proviamo a filtrare. Il bomber sovrano è naturalmente Lukaku, già tre gol a Euro 2020 e primo per distacco (63) fra i marcatori all-time della nazionale: avvincente la sfida a distanza con Immobile, in un ideale passaggio di testimone fra attaccanti inzaghiani. Poi la classe cristallina di Eden Hazard – lasciate stare le ultime annate no a Madrid, in nazionale è un’altra storia – e Kevin De Bruyne. Attenzione però: entrambi sono usciti malconci dal match contro il Portogallo. Distorsione alla caviglia l’uno, risentimento all’adduttore l’altro. Nessuna lesione, comunque: al limite a gara in corso, ma difficilmente Martinez farà a meno di loro. Nonostante il supporting cast sia ricchissimo. Davanti, oltre al napoletano Mertens, fanno panchina Batshuayi e il giovanissimo Jérémy Doku – 19 anni, ne parlano un gran bene a Rennes. Ma il fiore all’occhiello è a centrocampo: l’energia di Witsel e Chadli, l’ascesa di Tielemans e Hazard junior – Thorgan, due gol nelle ultime due – le sgroppate laterali di Meunier e Carrasco. Sarà difficile non concedere nulla. Anche per il Belgio però: Courtois è una garanzia, il trio difensivo Vertonghen-Alderweireld-Vermaelen è collaudatissimo – oltre 300 presenze complessive – ma un po’ in là con gli anni – 35-32-35. E non nuovo a cali di tensione. Cerchiamo di approfittarne.

 

Come gioca il Belgio

3-4-3 puro e aggressivo, ritmi alti, controllo del gioco. Ma qualità anche in fase di non possesso: negli ottavi la versione passiva e attendista inventata da Martinez per fermare CR7 non è piaciuta agli esteti del pallone ma ha funzionato. Segno di duttilità e di un gruppo che ormai gioca a memoria. 15 dei 26 di oggi erano presenti anche a Euro 2016, 11 già al Mondiale 2014 in Brasile che segnò il ritorno del Belgio nel grande calcio dopo 12 anni di digiuno. E i primi sei giocatori per presenze nella storia della nazionale sono nell’ordine Vertonghen, Witsel, Alderweireld, Hazard, Mertens e Lukaku. Tutti in attività, tutti ancora protagonisti: caso generazionale più unico che raro. Gli ultimi cinque anni sono stati sotto la guida del Ct spagnolo scuola Everton, capace di raggiungere uno storico bronzo a Russia 2018 – “ma avremmo potuto arrivare in fondo”, dirà Romelu – e inanellare numeri da record: 47 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte, con 175 gol fatti e 45 subiti. Manca la ciliegina sulla torta. A forma di trofeo.

 

Belgio-Italia, i precedenti

In Germania andrà in scena il 23esimo match fra le due squadre: bilancio finora nettamente favorevole agli Azzurri, con 14 vittorie, 4 pareggi e altrettanti successi per i Diavoli rossi. L’ultimo incontro in assoluto è proprio il debutto europeo del 2016, vinto dai ragazzi di Conte per 2-0 (gol di Giaccherini e Pellè): lo stesso punteggio che era maturato a Euro 2000, sempre nella fase a gironi (Totti e Fiore). Eppure in questa competizione i nostri devono fare i conti con un ricordo molto amaro legato al Belgio: nell’edizione di casa del 1980, lo 0-0 di Roma fu una beffa atroce per l’Italia, che vide così sfumare la finalissima a vantaggio dei diretti avversari per numero di gol fatti complessivi. E nell’unico precedente ai quarti – all’epoca fase preliminare con andata e ritorno, anno 1972 – si impose sempre la nazionale di Bruxelles (0-0 e 2-1: Van Moer, Van Himst, poi Riva). Fra sprazzi di storia e archivio siamo sul 2-2. Quello di domani è ben più di un tie-breaker.

 

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