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Saverio ma giusto

Il nemico è fra noi! Contro i russi serve gente brava a Wordle

Saverio Raimondo

Rispolverate i vostri trench, togliete dalla naftalina lo smoking, mandate a stirare in tintoria l’abito mozzafiato da Mata Hari. Tutto fa brodo ora che ci impegnamo nella sfida più difficile: distinguere le vere spie russe dai semplici mentecatti filo-Putin

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La scorsa settimana sono state espulse dall’Italia ben trenta spie russe che si spacciavano per diplomatici – il travestimento da diplomatico è uno dei più difficili da smascherare, giacché non prevede calzamaglia ma soprattutto naso e baffi sembrano veri. Queste espulsioni sono solo l’inizio di un’attività di spionaggio e controspionaggio nel nostro paese che si annuncia sempre più intensa: l’Italia è uno dei paesi europei che si è maggiormente fatto infiltrare dalla Russia negli ultimi anni, basti pensare a marzo 2020, quando l’esercito russo entrò in Italia manco fossimo l’Ucraina – per giunta a spese nostre! – e con la scusa della missione sanitaria cercarono di carpire segreti e informazioni. Del resto, come poteva l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte sospettare che si potesse trattare di spionaggio? Ok, c’erano più militari che medici e la missione si chiamava “Dalla Russia con amore” esattamente come il celeberrimo film di 007; ma bisogna avere un Q.I. superiore a 1 per capire certe cose.

Dunque, occhi e orecchie ben aperti: il nemico è fra noi! Rispolverate i vostri trench, togliete dalla naftalina lo smoking, mandate a stirare in tintoria l’abito mozzafiato da Mata Hari, e andate subito dal vostro dentista di fiducia a farvi impiantare in un molare una capsula di cianuro pronta all’uso: è giunto il momento di arruolarsi nei servizi segreti! Chi fra voi è bravo a Wordle o alle parole crociate può cercare di decriptare eventuali messaggi in codice; oppure brevettarne uno per comunicazioni segrete a prova di occhi indiscreti (a mio modesto parere, con l’incapacità di analisi del testo che c’è in giro e la soglia dell’attenzione sempre più bassa, basta scrivere un testo lungo in italiano corretto per risultare incomprensibile ai più).

Quelli fra noi automuniti possono invece darsi agli inseguimenti; così come i pedinamenti possono essere affidati a quelli meno sedentari e più inclini all’attività fisica. Attenzione però: un tempo chi spiava si nascondeva dietro a un giornale; oggi, con la crisi della carta stampata, avere un giornale in mano darebbe subito nell’occhio e attirerebbe sospetti. Meglio se fingete di stare al telefono, oppure andate in giro con una busta di croccantini e vi spacciate per gattare.

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Ma come riconoscere una spia russa? Non è facile: molti se ne accorgono troppo tardi, cioè dopo averci già preso un caffè – un attimo prima che il polonio faccia il suo effetto. In generale, la spia russa si riconosce perché non fa nulla per nasconderlo, anzi è incline all’esibizionismo – quando vennero a fare spionaggio in Italia fecero persino una parata militare a Bergamo, con tanto di sfilata di blindati. Il problema è proprio questo: là fuori è pieno di gente corrotta a rubli o di semplici mentecatti che esprimono idee filo-Putin, distinguerli dalle autentiche spie russe è impresa difficilissima. Ci vorrebbero dei cani addestrati a trovare le spie russe, tipo i cani anti droga o quelli da tartufo; proviamo a fare annusare a qualche segugio gli indumenti di Walter Biot e vediamo cosa succede.

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In conclusione, mi rivolgo al nemico – ci sarà qualche occhio indiscreto a leggere questo articolo, no? Care spie russe, se volete spiarci e sapere tutto di noi, non fingetevi diplomatici o buoni samaritani in missione umanitaria: aprite un social network come Facebook o TikTok, e noi saremo ben lieti di regalarvi ogni nostro dato sensibile.

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