Natale in casa Cupiello, scena dal film tv di Edoardo De Angelis, tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo 

Natale con chi vuoi

Dagli auguri al pranzo in famiglia, un Natale più difficile del solito

Antonio Pascale

Più casa Cupiello che Frank Capra. La filosofia, i No vax e l’insalata di mare col polpo che rovinano la giornata. Il rischio di rimpiangere la festa in zona rossa

È ovvio che auguriamo a tutti buon Natale, pure ai buddisti, musulmani, induisti: lo faccio io che non credo agli dèi, pensate uno che ha fede. E poi ci sono quelli di noi che hanno visto e rivisto La vita è meravigliosa di (all’anagrafe) Francesco Rosario Capra detto Frank Capra. Con quella scena finale in cui il protagonista, George, augura a tutti buon Natale e tra l’altro chi se non un meridionale come Rosario Capra poteva avere un rapporto così particolare con i santi da immaginare un san Giuseppe che consiglia a Dio di mandare un angelo custode, tra l’altro di seconda classe, senza ali, per salvare George?

  

È chiaro che quando diciamo buon Natale non ci riferiamo tanto (o solo) alla parabola della natività. Diciamo che recuperiamo quella ingenuità natalizia, grazie alla quale guardiamo il mondo senza il fastidioso cinismo. Però fateci caso, quante volte avete passato davvero un buon Natale? Più probabile che il nostro Natale sia vicino a Natale in casa Cupiello: momenti nei quali invece della pace incontriamo il conflitto.

  

Tipo, prima diciamo: che bello, vediamo lo zio, e un attimo dopo vogliamo avvelenare lo zio. È stato sempre così, ma quest’anno ci scommetto sarà peggio: vedrete che rimpiangeremo lo scorso Natale, quando causa zone rosse ovunque, alla Vigilia, per strada non c’era nessuno, né amici, né parenti. Infatti, statisticamente, è probabile che un nostro parente, magari quello più simpatico, sarà diventato un no vax convinto. Sicuro ci intratterrà parlando di biopolitica e di controllo dei corpi (che poi scusate, a proposito di controllo dei corpi, ma i faraoni non controllavano davvero i corpi degli schiavi? E gli schiavisti? Voglio dire un po’ di restrizioni… e che sarà mai rispetto al passato). E mostrerà così un notevole interesse verso filosofi quali Agamben o Cacciari che va bene Cacciari sta spesso in televisione ma Agamben? Uno che ha scritto, tra l’altro, sulla presupposizione nell’ontologia politica, voglio dire libri che nemmeno tu hai letto e ti consideri un lettore forte.

        
E che farai in quel caso? Voglio dire, proprio perché in fondo credi anche tu nell’ontologia del Natale, dirai buon Natale, o durante il cenone verrà fuori un florilegio di imprecazioni che poi potrete raccoglierle in un libro antologico? O che so, avete mai fatto caso che vostro padre, vostra sorella, vostro zio, il vostro più caro amico, amica, è diventato cospirazionista? È un attimo, state mangiando, avete lasciato la tv accesa, qualcuno, un virologo o chi per lui, dice una cosa sulla pandemia, e vostro padre, vostro zio ecc. fa la chiosa: guarda questi che si inventano. Da lì parte tutto, a parte che sulla Luna non siamo andati, a parte che l’11 settembre lasciamo stare, hai mai letto l’unico giornalista italiano degno di questo nome e cioè Giulietto Chiesa, a parte gli uccelli che non esistono, a parte questo, veramente credi al virus? Che a parte che non esiste, ma anche se esistesse fa meno danni di un’influenza: hai mai letto Agamben? Lo dice il miglior filosofo italiano, uno che ha scritto dell’ontologia politica riflettendo su Heidegger, Benjamin e Deleuze. Ecco, questo accadrà, sicuro. E voi? Discuterete? Discuterete e magari per inquadrare il problema direte: ma dai ancora con Heidegger e Deleuze.Anche qui vi farete afferrare per pazzi e altro che la vita è meravigliosa, un attimo e siete in Natale in casa Cupiello rivisitato in stile moderno.

 

E vogliamo parlare di vostra nipote di 8 anni? Che aspettate con gioia di vedere e che accogliete con bell’amore di zio, quanto sei bella, fatti dare un bacio e lei vi risponderà: zio, mi chiamo Anna e non amore. Va bene, amore di zio, direte voi, ti chiamo Anna, figurati e poi andrete a tavola e lì con sconforto scoprirete che l’amore vostro, Anna, vi fa notare che l’insalata di mare con polpo non si può mangiare. Come non si può mangiare? Trattasi di tradizione secolare della vostra famiglia, che prevede tra l’altro un rituale complesso, che so vostro padre o vostro zio, che all’alba del 24 dicembre vanno a comprare il pesce a Gaeta da un pescatore che conoscono solo loro. Niente, non si può mangiare perché l’amore vostro dirà: lo sapete che i polpi sono animali intelligentissimi? Avete mai letto Giorgio Vallortigara? Amore di zio, risponderete, Vallortigara è bravissimo e sì, i polpi sono veramente intelligentissimi, ma sai il nonno o lo zio o chi per lui, stamattina invece di leggere Agamben è andato fino a Gaeta perché conosce ’sto  pescatore. E niente, lei insisterà, vi dirà: hai presente quella stupida canzone che dice che la gallina non è un animale intelligente di due comici che fanno ridere solo voi? Ebbene raffinati studi di bravissimi etologi confermano che la gallina è molto intelligente. Naturalmente abbozzerete, perché in effetti Vallortigara ha ragione, anche se Cochi e Renato sono strepitosi. Magari chiederete a vostra sorella o vostro fratello: ma che cazzo di libri fai leggere all’amore mio? E lei o lui risponderà: i libri giusti, quelli che raccontano della sensibilità animale, che devo farle leggere, Agamben? A parte questo, per soddisfare l’amore vostro, alla quale avete regalato un libro molto poetico che ricorda un po’ La vita è meravigliosa e che adesso vi rendete conto non le piacerà, insomma, pur di farla mangiare vi consulterete con la vostra famiglia su dove, a quest’ora comprare un surrogato del pesce, una cosa fatta di soia, così da poter mangiare insieme e soprattutto in maniera inclusiva. Dovete così ricorrere all’unico supermercato aperto h24 e niente, è l’amore vostro, e siete pure per il Natale inclusivo e in effetti le galline non sono niente male e contano eccome, e così prendete la macchina e andate e trovate i dipendenti del supermercato intenti, e giustamente, a festeggiare il Natale, con panettone e spumante e insalata di mare con polpo a volontà e vi dice: favorite dotto’… e niente, acquistate, tra gli sguardi maliziosi dei commessi, un derivato della soia e nonostante avreste voglia di discutere con vegetariani e vegani se un’agricoltura concentrata tutta sulla soia per soddisfare la mancanza di carne sia preferibile o no, nonostante il dubbio che vi assilla pensate: ma che importa, è Natale. Correte dall’amore vostro che però si chiama Anna.

 

Capite perché il Natale è molto complicato? Perché mette a tavola diverse sensibilità, alcune veramente bislacche, complottiste e inutili, altre, invece, segno di un mondo che cambia, un mondo che si apre a diversi dèi e culture. A questo punto che fare? O ci prendiamo una pausa dalle nostre convinzioni e stiamo in pace almeno il tempo di una cena o rimpiangeremo la zona rossa dello scorso anno. Temo che il secondo scenario sia il più probabile e magari in quel caso non resterà altro da fare che guardarsi soli soletti La vita è meravigliosa: buon Natale, buon Natale.
 

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