contraddizioni

Gualtieri dice che gli incendi non lo fermeranno. Ma la vera domanda è: lui sa fermare gli incendi?

Luca Roberto

Il primo cittadino della capitale: "Non mi faccio intimidire dai roghi, vado avanti". Ma a un amministratore è richiesto risolvere i problemi, non semplicemente fare il proprio lavoro

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri dice di essere "assolutamente determinato ad andare avanti senza farmi intimidire". E che insomma le decine di roghi che stanno intossicando la capitale nelle ultime settimane, alcuni dei quali si pensa siano di origine dolosa, non lo fermeranno affatto. Un ragionamento, quello fatto dal primo cittadino intervistato dal Corriere della Sera, assolutamente condivisibile, per carità. Se non fosse che però da un amministratore importante come quello della capitale ci si aspetta non tanto che continui a svolgere il proprio lavoro, com'è scontato che sia. Quanto che con il proprio operato riesca a risolvere, diciamo pure prevenire o quanto meno minimizzare, problemi che stanno diventando una specie di peculiarità del territorio

Le nubi tossiche spriogionate in varie zone della città sono, come abbiamo scritto, di origine dubbia. Di certo c'è solo che l'incuria in alcune zone di Roma sedimenta da generazioni. Per dire: una delle concause della propagazione delle fiamme è la scarsa manutenzione del verde pubblico. E dunque quale sarebbe la soluzione adoperata dal sindaco Gualtieri? Andare avanti, non fermarsi, non voltarsi indietro. Neppure per riflettere su quanto è stato fatto negli ultimi anni. Se per esempio la rete di pronto intervento stia reggendo, o se invece ci sia bisogno di un cambio di passo. Come se a un primo cittadino non si possa imputare di non aver fatto abbastanza perché la situazione non degenerasse. Ci sono gli inneschi, alcuni quadranti della città rimangono avvolti nel fumo per ore e ore, si può chiedere a un sindaco almeno un po' di efficienza per porvi rimedio senza caos, interminabili disagi per i cittadini? 

E' del tutto evidente che ci sono accadimenti imprevisti, e a quelli si deve rispondere con una prontezza non sempre preventivabile. E' il caso, ad esempio, del rogo che ha interessato il Tmb di Malagrotta. Per cui adesso il sindaco confessa di "essere riuscito a trovare sbocchi alternativi per i rifiuti, evitando una vera e propria catastrofe ambientale". Ma se ai romani si continua a offrire una città lercia, traboccante di monnezza, i ragionamenti a lungo termine valgono fino a un certo punto. Ed è certo meritoria l'idea di costruire un termovalorizzatore, come ha deciso questa giunta. Ma nel frattempo che si fa: ci si rassegna a un presente fatto di carcasse e buste e rimasugli putrescenti ammonticchiati a bordo strada?

Sempre nell'intervista di oggi, il sindaco dem si lancia in un'altra delle sue specialità: la promessa natalizia. L'anno scorso disse che Roma sarebbe stata pulita entro Natale (!). Ora sostiene che "da qui a dicembre ogni zona della città avrà una squadra dedicata allo spazzamento e al lavaggio di strade e marciapiedi. Ama sta lavorando sul potenziamento della differenziata e il superamento degli attuali orribili cassonetti". Per allora speriamo almeno che gli incendi si siano placati. Gualtieri potrebbe pur sempre presentarlo come un segnale di discontinuità. Un indubitale successo personale. 

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